Ogni tanto, di rado, troppo, vado dal parrucchiere. Questa volta ho fatto un corno alla Giovanna, che è la mia parrucchiera da trent'anni. Mi sono seduta in silenzio. Non conoscevo nessuno e non avevo confidenza con l'ambiente. Ho ascoltato. Una signora anziana , una nonna un pò rincoglionita, ha ripetuto almeno 4 volte di seguito, con le stesse parole, il racconto della prima mattinata di scuola elementare del nipote, di cui aveva vaghe notizie, riportate dalla figlia. Una signora giovane ha detto che il primo giorno di scuola della sua bambina era andato proprio bene: la maestra aveva accolto i bambini sulla porta della classe, si era presentata, aveva chiesto i nomi di ognuno, aveva dato loro la mano e aveva messo, dentro la stanza, una musichina piacevole. Invece la maestra dell'altro figlio, quella niente musica, severa, ma infatti i bambini non si trovano bene. Devo proprio essere invecchiata, perché il primo pensiero è stato "Ma deve essere una maestra o una soubrette?"
Mi indigno facilmente. Mi indigna che la maestra si senta in dovere di "mettere una musichina", siamo a scuola o ai campi solari? Abbiamo presente che questa signora ha il compito di insegnare ai nostri bambini la lingua italiana, probabilmente molto meglio ( o così dovrebbe) di come siamo in grado di insegnarla in casa, e poi via tutto il resto, le prime nozioni di matematica, di scienze, di storia e soprattutto il metodo e la curiosità di sapere, che continuerà ad ardere nei più fortunati fino alla vecchiaia? La musichina che cavolo c'entra? Altro che musichina hanno davanti questi bambini fortunati che hanno le scuole, possono perfino ascoltare Mozart con la maestra, se vogliono! In altri luoghi del mondo altri bambini desiderano andare a scuola, anche solo per sottrarsi ai pesanti, pericolosi e ripetitivi lavori a cui sono destinati, che già svolgono. Dicevo sempre alle mie figlie che erano fortunate ad avere la possibilità di andare a scuola. Certamente anche loro erano insofferenti e la scuola era sempre bisognosa di essere migliorata, ma si può fare insieme, intanto che si va avanti. Chissà perché mi sono immaginata, nell'ascoltare il discorso della signora, una musichina stile televisivo, Antonella Clerici o qualcosa di simile, e una maestrina con un costumino sexi che fa un balletto davanti agli alunni. La mia immaginazione è viziata dall'iconografia recente : questa è l'eredità del berlusconismo!
La mia maestra, all'epoca, non era la Maria Maltoni di San Gersolè e neanche simile ad altri mitici maestri della scuola italiana, era incline a riverire i figli dei potenti, ma era una Signora Maestra e nessun genitore si sarebbe sognato di giudicarla . Sapeva fare il suo mestiere ed era un'Autorità. Ora i maestri tremano perché i genitori e perfino i bambini li giudicano, da che pulpito e con che competenza si immagina facilmente, una giovane parrucchiera col negozio pieno di giornaletti scandalistici cosa ne sa dell'arte di insegnare?
Vi dico cosa faccio: la prossima volta torno dritta dalla Giovanna.
mai successo che allunghi un post dopo i commenti già scritti, ma questa volta ho il bisogno di approfondire e non in una seconda puntata. Ebbene è un fastidio di "pelle" quello che provo spesso, il fastidio di sentire che portando i figli al primo giorno di scuola elementare si è già pronti a criticare gli insegnanti, già maldisposti verso di loro. I genitori inquadrano la tipa che avrà i loro bambini fra le mani per tanto tempo: è seria? E' troppo severa attenta, perché noi sorvegliamo ! Non si creda di passarla liscia.
Mette una musichina? Allora va bene, magari una musichina ballabile e il piccolo impianto per ascoltare la musica si può star certi che lo porta da casa propria, le scuole non hanno neanche i gessi!
Una volta c'era una soggezione totale nei confronti dei maestri, ora non c'è più ed è un bene, ma non si può permettere a chiunque di valutare senza strumenti il lavoro dell'insegnante!
All'alimentari di Ciggiano l'altro giorno si parlava anche lì del primo giorno di scuola, argomento che si vede spopola in questo periodo. Io raccontavo al signore alla cassa questa storia della musichina e anche lui ha sbottato, che non ne poteva più , che le mamme parlano dei propri figli come se fossero nati da un uovo d'oro, che lui il primo giorno di scuola , a sei anni, ci andò a piedi, per una strada di campagna, e si fece poi ogni giorno 4 kilometri ad andare e 4 a tornare portando la cartella. La scuola era una cosa seria, un dovere non sempre piacevole, ma nessuno ti voleva sottrarre , nessuno ti proteggeva dal primo impegno che ti veniva richiesto. Un impegno, un dovere e una grande occasione . Mi sono riconosciuta. Anche lui la stessa insofferenza che provo io. Dalla parrucchiera una mamma diceva che il suo bambino in vacanza aveva trovato un bambino con cui aveva fatto amicizia , uguale uguale a lui. Agitato, sempre in movimento, disubbidiente. Poi si è capito perché: anche quello era disgrafico con disturbi dell'attenzione! Sembrava che fosse un merito. Fa piacere che ci sia una diagnosi per questi ragazzini terribili, sempre più numerosi, che vengono in pizzeria,, mettono a ferro e fuoco il locale e non si fermano neanche se brontolati dai proprietari, mentre i genitori semplicemente li ignorano, intenti spesso a spippolare il cellulare. Fa piacere che ci sia una diagnosi per i ragazzi, ce ne avrei una per i genitori, che ve ne pare di immaturi cronici?
Ho paura che la diagnosi nasconda una cosa che in altri tempi si chiamava maleducazione, nel senso che proprio l'educazione manca . Finito con l'indignazione. La vecchia signora indignata torna a tacere .
Mi indigno facilmente. Mi indigna che la maestra si senta in dovere di "mettere una musichina", siamo a scuola o ai campi solari? Abbiamo presente che questa signora ha il compito di insegnare ai nostri bambini la lingua italiana, probabilmente molto meglio ( o così dovrebbe) di come siamo in grado di insegnarla in casa, e poi via tutto il resto, le prime nozioni di matematica, di scienze, di storia e soprattutto il metodo e la curiosità di sapere, che continuerà ad ardere nei più fortunati fino alla vecchiaia? La musichina che cavolo c'entra? Altro che musichina hanno davanti questi bambini fortunati che hanno le scuole, possono perfino ascoltare Mozart con la maestra, se vogliono! In altri luoghi del mondo altri bambini desiderano andare a scuola, anche solo per sottrarsi ai pesanti, pericolosi e ripetitivi lavori a cui sono destinati, che già svolgono. Dicevo sempre alle mie figlie che erano fortunate ad avere la possibilità di andare a scuola. Certamente anche loro erano insofferenti e la scuola era sempre bisognosa di essere migliorata, ma si può fare insieme, intanto che si va avanti. Chissà perché mi sono immaginata, nell'ascoltare il discorso della signora, una musichina stile televisivo, Antonella Clerici o qualcosa di simile, e una maestrina con un costumino sexi che fa un balletto davanti agli alunni. La mia immaginazione è viziata dall'iconografia recente : questa è l'eredità del berlusconismo!
La mia maestra, all'epoca, non era la Maria Maltoni di San Gersolè e neanche simile ad altri mitici maestri della scuola italiana, era incline a riverire i figli dei potenti, ma era una Signora Maestra e nessun genitore si sarebbe sognato di giudicarla . Sapeva fare il suo mestiere ed era un'Autorità. Ora i maestri tremano perché i genitori e perfino i bambini li giudicano, da che pulpito e con che competenza si immagina facilmente, una giovane parrucchiera col negozio pieno di giornaletti scandalistici cosa ne sa dell'arte di insegnare?
Vi dico cosa faccio: la prossima volta torno dritta dalla Giovanna.
mai successo che allunghi un post dopo i commenti già scritti, ma questa volta ho il bisogno di approfondire e non in una seconda puntata. Ebbene è un fastidio di "pelle" quello che provo spesso, il fastidio di sentire che portando i figli al primo giorno di scuola elementare si è già pronti a criticare gli insegnanti, già maldisposti verso di loro. I genitori inquadrano la tipa che avrà i loro bambini fra le mani per tanto tempo: è seria? E' troppo severa attenta, perché noi sorvegliamo ! Non si creda di passarla liscia.
Mette una musichina? Allora va bene, magari una musichina ballabile e il piccolo impianto per ascoltare la musica si può star certi che lo porta da casa propria, le scuole non hanno neanche i gessi!
Una volta c'era una soggezione totale nei confronti dei maestri, ora non c'è più ed è un bene, ma non si può permettere a chiunque di valutare senza strumenti il lavoro dell'insegnante!
All'alimentari di Ciggiano l'altro giorno si parlava anche lì del primo giorno di scuola, argomento che si vede spopola in questo periodo. Io raccontavo al signore alla cassa questa storia della musichina e anche lui ha sbottato, che non ne poteva più , che le mamme parlano dei propri figli come se fossero nati da un uovo d'oro, che lui il primo giorno di scuola , a sei anni, ci andò a piedi, per una strada di campagna, e si fece poi ogni giorno 4 kilometri ad andare e 4 a tornare portando la cartella. La scuola era una cosa seria, un dovere non sempre piacevole, ma nessuno ti voleva sottrarre , nessuno ti proteggeva dal primo impegno che ti veniva richiesto. Un impegno, un dovere e una grande occasione . Mi sono riconosciuta. Anche lui la stessa insofferenza che provo io. Dalla parrucchiera una mamma diceva che il suo bambino in vacanza aveva trovato un bambino con cui aveva fatto amicizia , uguale uguale a lui. Agitato, sempre in movimento, disubbidiente. Poi si è capito perché: anche quello era disgrafico con disturbi dell'attenzione! Sembrava che fosse un merito. Fa piacere che ci sia una diagnosi per questi ragazzini terribili, sempre più numerosi, che vengono in pizzeria,, mettono a ferro e fuoco il locale e non si fermano neanche se brontolati dai proprietari, mentre i genitori semplicemente li ignorano, intenti spesso a spippolare il cellulare. Fa piacere che ci sia una diagnosi per i ragazzi, ce ne avrei una per i genitori, che ve ne pare di immaturi cronici?
Ho paura che la diagnosi nasconda una cosa che in altri tempi si chiamava maleducazione, nel senso che proprio l'educazione manca . Finito con l'indignazione. La vecchia signora indignata torna a tacere .