L'altra sera parlando con degli amici che erano venuti a cena, abbiamo saputo che un altro vecchio amico comune era diventato massone.Ormai da tantissimo tempo, forse per questo non ci frequentiamo più. Arezzo è nota per Licio Gelli, personaggio inquietante che nella tranquillità di questa piccola città di provincia, muoveva le fila del Potere attraverso la creazione di una loggia massonica segreta e deviante detta P2. Gelli aveva ad Arezzo una vera e propria corte. Non sono abbastanza informata, a volte ho visto dei servizi in televisione, e delle interviste in cui lui stesso diceva che c'era stato un progetto di eversione non violenta, anche se poi certi attentati e stragi si possono ricondurre a questo, e quindi non violenta non si può chiamare, e alla fine faceva intendere che il ventennio di Berlusconi era stato quel progetto messo in essere... Come ho detto, non sono in grado di parlarne in modo approfondito, mi resta l'impressione che la parola "democrazia" sia appunto solo una parola e che le masse, di cui anche io faccio parte, siano manipolate e usate ai fini di pochi potenti e sia assai difficile informarsi sul serio e conoscere la realtà. L'unica cosa che conosciamo bene, sempre dopo anni che sono stati causati, sono i danni ambientali, culturali e della salute pubblica, che non possono essere nascosti e che sempre derivano da questa gestione delle cose. Ma mentre vengono compiuti pare non si possa fare niente per evitarlo. Per quel che riguarda la massoneria chi le appartiene, ed è fiero di appartenerle, ne parla come di un'associazione culturale che lavora per migliorare il mondo.
Quanto al mondo non so, ma per le condizioni economiche degli adepti funziona. Diversi amici liberi professionisti, avvocati, architetti o medici, anche delle ASL, sono stati contattati per aderire. Pare che in ospedale ci sia un pienone di massoni. Quelli che hanno declinato l'invito hanno avuto le porte chiuse nei concorsi, negli appalti, e in sostanza, pur essendo persone di valore indiscusso, non hanno avuto la possibilità di fare carriera. Si sono ritrovati isolati nel lavoro, come in un vicolo cieco. Fare carriera secondo il merito e la capacità, aldilà delle condizioni economiche, significa anche per esempio avere in ospedale un primario di reparto che sa fare il suo mestiere, un bravo avvocato che lavora onestamente e gestisce cause magari di interesse pubblico ( tutte le cause, anche private, hanno risvolti pubblici) , eccetera. Avere in mezzo la massoneria significa il contrario della meritocrazia, come si usa dire di questi tempi. Ricordo molto bene, ed è un ricordo doloroso, un professionista a me molto vicino che era, nel suo campo, il più bravo della Toscana, all'epoca. Era il più bravo, ma non contava niente, perché comunque, per lavorare, dovette aderire alla massoneria. L'esperienza di cui non parlava dovette deluderlo profondamente. Nel corso degli anni l'idea che essere bravo e competente non valeva niente, ma era comunque subordinata all'essere massone, e al potere del gran maestro del tempo, gran manipolatore per dirla con una parola gentile, turbò quest'uomo a tal punto da farlo cadere in una forma di depressione. Un uomo buono con dei sogni, quando vede che la propria vita e quella di molti altri è gestita in gran segreto da poche persone che amano denaro e potere e non condividono alcun vero valore, può deprimersi. Ed è comunque un pensiero che mina la fiducia in se stessi quello di doversi rivolgere ad un'associazione più o meno segreta per poter lavorare, e non essere escluso dai giochi. Un punto a favore la massoneria ce l'aveva, che non riguardava le donne, ma ora pare che ad Arezzo ci sia una loggia femminile, con cui credo di aver avuto a che fare, in una situazione complicata e imbarazzante che ho dovuto affrontare. Mi viene da pensare ad un ragazzo o ragazza, alle mie figlie in special modo, che si troveranno fra poco ad avere a che fare con tutto questo per lavorare, con le raccomandazioni ( che non hanno), con i legami e le solidarietà massoniche (che non hanno)... spero proprio che se ne vadano lontano da questo paese, in qualche posto dove si compete correttamente e si considera il talento un valore e non un impiccio. Forse, per questo aspetto, per me è una fortuna fare l'operaia, e non avere a che fare con questo marcio. Altro marcio, ma non questo, come testimoniano alcuni vecchi post, che si riferiscono ad esperienze passate.
Quanto al mondo non so, ma per le condizioni economiche degli adepti funziona. Diversi amici liberi professionisti, avvocati, architetti o medici, anche delle ASL, sono stati contattati per aderire. Pare che in ospedale ci sia un pienone di massoni. Quelli che hanno declinato l'invito hanno avuto le porte chiuse nei concorsi, negli appalti, e in sostanza, pur essendo persone di valore indiscusso, non hanno avuto la possibilità di fare carriera. Si sono ritrovati isolati nel lavoro, come in un vicolo cieco. Fare carriera secondo il merito e la capacità, aldilà delle condizioni economiche, significa anche per esempio avere in ospedale un primario di reparto che sa fare il suo mestiere, un bravo avvocato che lavora onestamente e gestisce cause magari di interesse pubblico ( tutte le cause, anche private, hanno risvolti pubblici) , eccetera. Avere in mezzo la massoneria significa il contrario della meritocrazia, come si usa dire di questi tempi. Ricordo molto bene, ed è un ricordo doloroso, un professionista a me molto vicino che era, nel suo campo, il più bravo della Toscana, all'epoca. Era il più bravo, ma non contava niente, perché comunque, per lavorare, dovette aderire alla massoneria. L'esperienza di cui non parlava dovette deluderlo profondamente. Nel corso degli anni l'idea che essere bravo e competente non valeva niente, ma era comunque subordinata all'essere massone, e al potere del gran maestro del tempo, gran manipolatore per dirla con una parola gentile, turbò quest'uomo a tal punto da farlo cadere in una forma di depressione. Un uomo buono con dei sogni, quando vede che la propria vita e quella di molti altri è gestita in gran segreto da poche persone che amano denaro e potere e non condividono alcun vero valore, può deprimersi. Ed è comunque un pensiero che mina la fiducia in se stessi quello di doversi rivolgere ad un'associazione più o meno segreta per poter lavorare, e non essere escluso dai giochi. Un punto a favore la massoneria ce l'aveva, che non riguardava le donne, ma ora pare che ad Arezzo ci sia una loggia femminile, con cui credo di aver avuto a che fare, in una situazione complicata e imbarazzante che ho dovuto affrontare. Mi viene da pensare ad un ragazzo o ragazza, alle mie figlie in special modo, che si troveranno fra poco ad avere a che fare con tutto questo per lavorare, con le raccomandazioni ( che non hanno), con i legami e le solidarietà massoniche (che non hanno)... spero proprio che se ne vadano lontano da questo paese, in qualche posto dove si compete correttamente e si considera il talento un valore e non un impiccio. Forse, per questo aspetto, per me è una fortuna fare l'operaia, e non avere a che fare con questo marcio. Altro marcio, ma non questo, come testimoniano alcuni vecchi post, che si riferiscono ad esperienze passate.