Colonia, notte dell'ultimo dell'anno. Mille uomini molestano altrettante donne, che sul momento non denunciano tutte, per vergogna, o forse pensano che si tratti di ubriachi? Di gente che festeggia? Un modo veramente orribile di festeggiare. Le denunce sono concordi, si è trattato di uomini con tratti somatici e colore della pelle di nordafricani o arabi. Le molestie sono state gravi, le donne sono stata spogliate, fino a togliere loro le mutande e mettere le dita nella vagina (!), ci sono stati stupri, e rapine. Tutti insieme, come coordinati. Una specie di flash mob della violenza.
Poi viene fuori che la stessa cosa è avvenuta anche in altre città del nordeuropa. La cronaca si può trovare sui siti internet e sui giornali. Io non sono una giornalista, ma solo una che lascia qui opinioni e pensieri, e devo dire che questa storia, anche solo a riportarla a grandi linee, mi fa star male. Ovviamente la cosa produce conseguenze nell'opinione pubblica e ne viene fuori una confusione, una colla vera e propria, da cui è quasi impossibile formarsi un'idea limpida e non equivoca. Ci sono femministe che minimizzano l'accaduto perché pensano altrimenti di risultare sessiste, o razziste, e di prendere posizione contro l'accoglienza. Non sembra opportuno dire che si è trattato di uomini con tratti somatici da nordafricani. Ma è quello che è! Sì, ma non è opportuno dirlo. Non sia mai, allora meglio minimizzare. Ci sono altre donne, tipo le italiane della destra, che non perdono l'occasione di cavalcare la tigre "Fuori tutti gli immigrati!".
Poi c'è l'altro caso, delle donne molestate in piscina in Germania, da cui consegue il divieto di accesso alle piscine per gli immigrati finché non avranno imparato come comportarsi. Sembra violento, eppure quando arriva così tanta gente tutta insieme con un altro modo di vedere le cose qualcosa bisogna pur fare. Qualche punto fermo bisogna metterlo.
Mi vien da dire: che gran casino!
Ci metterei anche l'assassinio della giovane americana a Firenze, che, ubriaca e forse drogata, ma basta anche solo ubriaca, si è portata in casa e poi a letto un bellissimo senegalese da poco arrivato in Italia e subito reclutato per la sua avvenenza nel locali notturni come PR. Che cavolo fa un PR? Me lo sono sempre chiesto, ma la risposta non è di vitale importanza.
La ragazza è stata uccisa dal giovane senegalese, ma prima di dire come erano davvero andate le cose sono state fatte ipotesi di vario genere su eventuali pratiche erotiche estreme, tutte esposte nei telegiornali, e i telegiornali li vedono anche i bambini. Che opinione si formano? Che è normale e non criticabile avere rapporti con l'altro sesso in cui si rischia la vita? Che può piacere essere strozzati fino a perdere i sensi? Che è una questione di libertà?
La ragazza è morta e non si parla male dei morti, ma se io fossi la sua mamma non sarei per niente contenta della vita che faceva prima. E poi che pena una creatura così giovane e bella, che aveva tutto quello che si può desiderare e ha buttato via tutto così. Infatti il suo babbo arrivato dall'America ha rifiutato le interviste. Sarà stata simpatica e avrà avuto un bel cagnolino, ma non la proporrei come esempio. Altrettanto il ragazzo senegalese.
Facciamo un collage e mettiamo accanto tutte queste foto e vediamo cosa ne scappa fuori. Poniamo di essere un giovane musulmano poco istruito che per formazione considera le femmine della specie inferiori. Arriva qui e vede casi come quello della giovane americana, poi va in piscina e vede donne quasi nude che fanno il bagno in compagnia degli uomini. Saranno tutte disponibili? Ci si potranno prendere confidenze intime? Difficile che comprenda le sfumature dei nostri comportamenti. Probabilmente un corpo seminudo è un corpo offerto? Ascolto la radio nel colmo della notte e in un breve passaggio su radio 24 sento uno che dice che non tutti quelli che usano cocaina, o bevono oltremisura, e poi fanno sesso con sconosciuti, fanno una brutta fine. Noo! Sono cose che si possono fare senza timore! Devo pensare che bisogna incoraggiarle? O dire che chi lo fa, fa bene in nome della libertà personale?
Non so. Veramente non so. Da una parte ho timore di apparire, ma forse di più di essere moralista, dall'altra mi pare che ci siamo bruciati il cervello.
Per trarre un senso da questi fatti ci vorrebbe un tempo lunghissimo, nel frattempo accadono un sacco di altre cose, tutte ugualmente spiazzanti; ma forse basta tracciare fra l'uno e l'altro delle linee di collegamento, fra queste cose che accadono e le altre numerose che in questo caso sono di contorno, ma sono preponderanti, tipo i continui episodi di terrorismo. Le linee di collegamento mi aiutano a conservare una visione più ampia, solo quello.
Mi torna in mente una cosa di moltissimi anni fa: un amico del babbo, professore, negli anni settanta aveva preso l'abitudine di andare con la famiglia in vacanza in Calabria con la roulotte o la tenda. Non c'erano quasi strutture turistiche, non c'era quasi turismo. Lui andava con le due bambine e la moglie, che era una bella donna più giovane di lui, bionda con gli occhi azzurri, che poteva sembrare una scandinava. Lei in spiaggia si metteva in costume. Gli uomini del posto, al bar, dicevano "Dove vai ora?""A vedere la bottana del nord."
La moglie del professore, per esibire il suo corpo seminudo come ormai avveniva da anni senza scandalo sulla riviera Adriatica, lì in Calabria, pur avendo lei una vita molto morigerata, veniva chiamata la "Bottana del nord". Vedo ancora il mio babbo che piange dal ridere, ma fra l'Italia del nord e quella del sud c'era un scalino culturale difficile da superare.
Mi torna in mente un'altra cosa successa a me alcuni anni fa, quando lavoravo in un piccolo ristorante e il proprietario aveva trovato come lavapiatti un giovane del Bangladesh. Era piccolino e parlava italiano malissimo, quasi niente, ma siccome era molto poco istruito era convinto di comunicare bene, parlava un miscuglio di inglese, francese (era stato un paio di mesi con dei connazionali a lavorare in un ristorante a Bruxelles) e italiano. Ne ho parlato qui .
Poteva essere mio figlio, lo incoraggiavo ad imparare meglio la lingua e nei momenti di pausa scrivevo le parole e gli insegnavo la pronuncia, a volte scrivevo le parole nelle tre lingue, quando me le ricordavo, ma mi accorsi presto che non gli era utile: la sua era una conoscenza approssimativa che non passava affatto dallo scrivere.
Una sera mi chiese gentilmente dei soldi in prestito, poi me li rese. Un'altra sera, sempre gentilmente, mi disse che da giovane (avevo in quel momento 49 anni) dovevo essere carina. Gli dissi di sì, che ero stata carina. Mi disse che ero abbastanza carina anche ora. Mi disse se volevo andare a letto con lui, e la cosa mi disturbò molto. Glielo feci capire: sono molto più vecchia di te. Non mi importa, disse come se dovesse comprare una merce un tantino avariata. Cominciai a arrabbiarmi sul serio: potrei essere tua madre. Ma non sei mia madre. In ogni modo qui non funziona così. Funziona così! Disse lui. Qui donne tutte così, puttane.
Una gentilezza normale e veramente non esagerata, era stata completamente travisata? Avevo sbagliato io? Avevano ragione quelli che a priori maltrattavano gli stranieri?
Il ragazzo del Bangladesh fu mandato via perché c'era poco lavoro, dopo un pò si seppe che era stato arrestato in una città di mare, non so per cosa. Io non ho cambiato modo di fare, gli stranieri per me restano umani, e in seguito ho fatto altre esperienze di tutt'altro tipo e qualità. Resto dell'idea che l'integrazione sia complicata e richieda grande impegno, intelligenza, fatica, attenzione, prudenza, sopportazione....da entrambe le parti. E' sempre una relazione con molti più ostacoli di quelli che troviamo con chi condivide regole e modi di pensare.
Poi viene fuori che la stessa cosa è avvenuta anche in altre città del nordeuropa. La cronaca si può trovare sui siti internet e sui giornali. Io non sono una giornalista, ma solo una che lascia qui opinioni e pensieri, e devo dire che questa storia, anche solo a riportarla a grandi linee, mi fa star male. Ovviamente la cosa produce conseguenze nell'opinione pubblica e ne viene fuori una confusione, una colla vera e propria, da cui è quasi impossibile formarsi un'idea limpida e non equivoca. Ci sono femministe che minimizzano l'accaduto perché pensano altrimenti di risultare sessiste, o razziste, e di prendere posizione contro l'accoglienza. Non sembra opportuno dire che si è trattato di uomini con tratti somatici da nordafricani. Ma è quello che è! Sì, ma non è opportuno dirlo. Non sia mai, allora meglio minimizzare. Ci sono altre donne, tipo le italiane della destra, che non perdono l'occasione di cavalcare la tigre "Fuori tutti gli immigrati!".
Poi c'è l'altro caso, delle donne molestate in piscina in Germania, da cui consegue il divieto di accesso alle piscine per gli immigrati finché non avranno imparato come comportarsi. Sembra violento, eppure quando arriva così tanta gente tutta insieme con un altro modo di vedere le cose qualcosa bisogna pur fare. Qualche punto fermo bisogna metterlo.
Mi vien da dire: che gran casino!
Ci metterei anche l'assassinio della giovane americana a Firenze, che, ubriaca e forse drogata, ma basta anche solo ubriaca, si è portata in casa e poi a letto un bellissimo senegalese da poco arrivato in Italia e subito reclutato per la sua avvenenza nel locali notturni come PR. Che cavolo fa un PR? Me lo sono sempre chiesto, ma la risposta non è di vitale importanza.
La ragazza è stata uccisa dal giovane senegalese, ma prima di dire come erano davvero andate le cose sono state fatte ipotesi di vario genere su eventuali pratiche erotiche estreme, tutte esposte nei telegiornali, e i telegiornali li vedono anche i bambini. Che opinione si formano? Che è normale e non criticabile avere rapporti con l'altro sesso in cui si rischia la vita? Che può piacere essere strozzati fino a perdere i sensi? Che è una questione di libertà?
La ragazza è morta e non si parla male dei morti, ma se io fossi la sua mamma non sarei per niente contenta della vita che faceva prima. E poi che pena una creatura così giovane e bella, che aveva tutto quello che si può desiderare e ha buttato via tutto così. Infatti il suo babbo arrivato dall'America ha rifiutato le interviste. Sarà stata simpatica e avrà avuto un bel cagnolino, ma non la proporrei come esempio. Altrettanto il ragazzo senegalese.
Facciamo un collage e mettiamo accanto tutte queste foto e vediamo cosa ne scappa fuori. Poniamo di essere un giovane musulmano poco istruito che per formazione considera le femmine della specie inferiori. Arriva qui e vede casi come quello della giovane americana, poi va in piscina e vede donne quasi nude che fanno il bagno in compagnia degli uomini. Saranno tutte disponibili? Ci si potranno prendere confidenze intime? Difficile che comprenda le sfumature dei nostri comportamenti. Probabilmente un corpo seminudo è un corpo offerto? Ascolto la radio nel colmo della notte e in un breve passaggio su radio 24 sento uno che dice che non tutti quelli che usano cocaina, o bevono oltremisura, e poi fanno sesso con sconosciuti, fanno una brutta fine. Noo! Sono cose che si possono fare senza timore! Devo pensare che bisogna incoraggiarle? O dire che chi lo fa, fa bene in nome della libertà personale?
Non so. Veramente non so. Da una parte ho timore di apparire, ma forse di più di essere moralista, dall'altra mi pare che ci siamo bruciati il cervello.
Per trarre un senso da questi fatti ci vorrebbe un tempo lunghissimo, nel frattempo accadono un sacco di altre cose, tutte ugualmente spiazzanti; ma forse basta tracciare fra l'uno e l'altro delle linee di collegamento, fra queste cose che accadono e le altre numerose che in questo caso sono di contorno, ma sono preponderanti, tipo i continui episodi di terrorismo. Le linee di collegamento mi aiutano a conservare una visione più ampia, solo quello.
Mi torna in mente una cosa di moltissimi anni fa: un amico del babbo, professore, negli anni settanta aveva preso l'abitudine di andare con la famiglia in vacanza in Calabria con la roulotte o la tenda. Non c'erano quasi strutture turistiche, non c'era quasi turismo. Lui andava con le due bambine e la moglie, che era una bella donna più giovane di lui, bionda con gli occhi azzurri, che poteva sembrare una scandinava. Lei in spiaggia si metteva in costume. Gli uomini del posto, al bar, dicevano "Dove vai ora?""A vedere la bottana del nord."
La moglie del professore, per esibire il suo corpo seminudo come ormai avveniva da anni senza scandalo sulla riviera Adriatica, lì in Calabria, pur avendo lei una vita molto morigerata, veniva chiamata la "Bottana del nord". Vedo ancora il mio babbo che piange dal ridere, ma fra l'Italia del nord e quella del sud c'era un scalino culturale difficile da superare.
Mi torna in mente un'altra cosa successa a me alcuni anni fa, quando lavoravo in un piccolo ristorante e il proprietario aveva trovato come lavapiatti un giovane del Bangladesh. Era piccolino e parlava italiano malissimo, quasi niente, ma siccome era molto poco istruito era convinto di comunicare bene, parlava un miscuglio di inglese, francese (era stato un paio di mesi con dei connazionali a lavorare in un ristorante a Bruxelles) e italiano. Ne ho parlato qui .
Poteva essere mio figlio, lo incoraggiavo ad imparare meglio la lingua e nei momenti di pausa scrivevo le parole e gli insegnavo la pronuncia, a volte scrivevo le parole nelle tre lingue, quando me le ricordavo, ma mi accorsi presto che non gli era utile: la sua era una conoscenza approssimativa che non passava affatto dallo scrivere.
Una sera mi chiese gentilmente dei soldi in prestito, poi me li rese. Un'altra sera, sempre gentilmente, mi disse che da giovane (avevo in quel momento 49 anni) dovevo essere carina. Gli dissi di sì, che ero stata carina. Mi disse che ero abbastanza carina anche ora. Mi disse se volevo andare a letto con lui, e la cosa mi disturbò molto. Glielo feci capire: sono molto più vecchia di te. Non mi importa, disse come se dovesse comprare una merce un tantino avariata. Cominciai a arrabbiarmi sul serio: potrei essere tua madre. Ma non sei mia madre. In ogni modo qui non funziona così. Funziona così! Disse lui. Qui donne tutte così, puttane.
Una gentilezza normale e veramente non esagerata, era stata completamente travisata? Avevo sbagliato io? Avevano ragione quelli che a priori maltrattavano gli stranieri?
Il ragazzo del Bangladesh fu mandato via perché c'era poco lavoro, dopo un pò si seppe che era stato arrestato in una città di mare, non so per cosa. Io non ho cambiato modo di fare, gli stranieri per me restano umani, e in seguito ho fatto altre esperienze di tutt'altro tipo e qualità. Resto dell'idea che l'integrazione sia complicata e richieda grande impegno, intelligenza, fatica, attenzione, prudenza, sopportazione....da entrambe le parti. E' sempre una relazione con molti più ostacoli di quelli che troviamo con chi condivide regole e modi di pensare.