il nostro olio nuovo
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Stiamo ancora cogliendo le olive. Lavoro lavoro lavoro. La mia vita in questi anni, in questi mesi, è fatta di lavoro e basta. La raccolta delle olive, però, per me è un piacere. Cogliere dagli alberi carichi è una vera soddisfazione, che conclude un ciclo di un anno. Mentre cogliamo io e Mauro ringraziamo gli olivi uno per uno. Naturalmente, come ho detto altre volte, se si dovesse considerare l'aspetto economico, si dovrebbe vendere l'olio caro come l'oro, per quello che ci costa in lavoro nostro e spese varie. Ma lo facciamo per noi ed è un lusso che ci permettiamo. Mauro ormai fa le foto quasi solo col telefonino, a me sarebbe piaciuto che fotografasse con un pò d'impegno gli alberi carichi. Sono una meraviglia di stagione. Invece bisogna correre, quando si colgono le olive c'è sempre il rischio che non si riesca a finire per la pioggia o peggio che arrivi la grandine o qualche altro accidente; allora le olive cadono e buonanotte. Infatti, oggi che piove, siamo fermi e io posso riposarmi un pochino, anche se in realtà dovrei ancora pulire perbene la casa, che se colgo, e la sera vado a lavorare, non me ne posso occupare e sembra ci sia scoppiata una bomba. Avrei voluto far vedere in foto soprattutto quelli che noi chiamiamo olivi bianchi, che potrebbero essere "morconi" (nome di una varietà resistente al freddo coltivata in Valtiberina) con olive allungate molte grosse e polpose che rimangono per lo più verde chiaro e sono bellissime a vedersi e molto pesanti. Non sappiamo come si chiamano questi tipi di olivi, quando abbiamo comprato questo posto ci abbiamo trovato in maggioranza morelli o moraioli, e poi alcune piante, come queste, che non riusciamo a identificare e i proprietari precedenti non sapevano quasi niente di queste cose, quindi è inutile chiedere a loro. Queste piante di olivi bianchi hanno un portamento di fittissimi cespugli, che di solito poto io, cercando di ricondurle alla ragione, facendo una punta e cercando di ottenere una forma a limone di tutta la pianta, che però conservano solo per un paio di mesi e poi tornano al loro aspetto incasinato e fitto, cacciando succhioni dappertutto. Ma fanno le olive e questo basta, e quando sono carichi, non tutti gli anni, sono una specie di albero dell'abbondanza. Alcuni anni fa piantai due piccoli olivi "leccini", e ora sono diventati grandi e belli e hanno fatto ognuno una cassa di olive, circa venti chili. Non so dire la soddisfazione, sono come due olivi figli, quando vado nell'oliveto vado anche a vederli e a toccare la bella corteccia, che sembra la pelle di un giovane elefante. La stagione fin qui è stata molto poco autunnale, e per questa estate che si prolunga abbiamo raccolto ancora zucchine, pomodori, peperoni e perfino cetrioli. Non cesti interi! Qualche frutto nascosto fra le fronde delle piante quasi del tutto esaurite, come una sorpresa, si pensa sempre che sia l'ultima volta e invece dopo un paio di giorni si può di nuovo fare la pasta con le zucchine e la bruschetta con l'olio nuovo e i pomodori freschi dell'orto. Cetrioli i primi di novembre, e molto buoni! Solo dieci anni fa sarebbe stato impensabile, ma ora abbiamo raggiunto queste 400 parti per milione di CO2 in atmosfera e succede anche questo. Oltre alla proliferazione delle zanzare. Vorrei scrivere di tante altre cose, chissà se avrò tempo in seguito... |