Stasera mia figlia grande ha fatto un consulto online con uno specialista inglese di endometriosi per decidere se operarsi anche lei. Dopo tanti anni di vita (39) accompagnata da dolori e diagnosi probabilmente tutte sbagliate ha fatto una risonanza per scoprire che ha la stessa malattia della sorella. Dopo il consulto ha inviato un messaggio vocale. Se penso che 20 anni fa avremmo dovuto telefonare per informarci mi rendo conto di come sono cambiate le cose. Dal primo messaggio vocale ne è seguita una fila, compresi i miei. Mettere o non mettere una speciale spirale che rilascia ormoni, vedere se funziona, e poi decidere se operarsi, oppure operarsi subito e con quale tecnica... Gaia conclude dicendo che dopo l'escissione, cioè la rimozione chirurgica e più radicale possibile del tessuto malato, quello che hanno fatto a lei a Negrar l'estate 2022, in media ci sono 4 anni di libertà dalla malattia. Riesce a parlare così, con distacco e relativa serenità, di una questione che le ha condizionato la vita fino dalla pubertà, da farle desiderare di andare presto in menopausa. Sa che ha una finestra di altri tre anni di libertà, poi non si sa. Poi spera, spera in nuove terapie, nella capacità di affrontare altri interventi?, in un po' di buona fortuna, anche. Quanta strada ha fatto, tutta in salita, tutta col vento a sfavore. Ora spesso è d'aiuto a altre donne ammalate come lei. Normalmente non penso tanto a queste cose, ma qualche volta mi arrivano addosso come un macigno e penso che forse non avrei dovuto mettele al mondo queste figlie per vederle soffrire così, fare così tanta fatica nella vita. Poi certe rare rarissime volte in uno stato di momentanea illuminazione capisco che va bene così, che sono perfette così, tutte e due.
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