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URLA A BASSA VOCE. Francesca De Carolis

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Dietro ordine della Paola, che è il mio editore, ormai lo sapete anche voi che leggete, sabato sono andata alla presentazione di un libro, non il mio! ma di una giornalista,. Francesca De Carolis, che tempo fa aveva intervistato la Paola  alla radio, Radio 1, il primo canale della Rai .
La Paola ha scritto un libro che si intitola "Il pianista che ascolta con le dita" e la trasmissione tratta argomenti che riguardano, come il libro, i diversamente abili.
Insomma ci sono tre libri in campo: quello della Paola, "Il pianista che ascolta con le dita", il mio, che la Paola mi aveva spedito da Milano in un'unica copia perché lo consegnassi a Francesca De Carolis, e quello di Francesca De Carolis  "Urla a bassa voce: dal buio del 41 bis e del fine pena mai". La Paola mi ha mandato una mail perché andassi, nell'occasione della presentazione, a portare il mio libro a questa signora anche a suo nome.
Ora non è che io vada spesso alle presentazioni dei libri né da altre parti. Normalmente nella vita mi ci entra di lavorare in pizzeria, in casa (pulizie, cibo, lavatrici, stirare, orto , giardino olivi ...niente fatto tanto bene) e stare un pochino al computer sentendomi anche in colpa perché ci sono stata .
La presentazione era alle 16, ma ancora, come nella migliore tradizione aretina, non c'era quasi nessuno. La signora De Carolis non era per niente pomposa e distante, si è ricordata subito della Paola, e del mio testo ha detto "Lo leggo subito" e io per un pò ho guardato il libro in mano  a lei, con una notevole emozione, come forse si guarda un figliolo ben preparato che sta per affrontare un esame. Ma era una specie di esame anche per lei, che doveva presentare il suo, di libro. Però prima hanno parlato la presidente della biblioteca, il presidente dell'Arci, un'assessora del Comune e alla fine mi sentivo molto nervosa e frustrata perché il tempo che avevo a disposizione prima di entrare al lavoro si stava consumando.

Alla fine ha parlato lei come una mitragliatrice, consapevole del fatto che l'attenzione  era già stata largamente e inutilmente provata e si doveva recuperarla e cercare di far passare dei contenuti. Bene, questo "Urla a bassa voce" credo che sia una raccolta di lettere, un'epistolario fra lei e alcuni carcerati di quelli specialmente "cattivi" che sono in galera per reati di mafia particolarmente gravi ed efferati. Gente che sta all'ergastolo e non ne verrà mai fuori. Francesca dice che l'ergastolo non ha senso e che una pena senza speranze e senza luce, nelle condizioni delle carceri italiane, che penso sentirete anche voi tutti i giorni quali sono,  è nella sostanza una tortura . Dice anche che una pena ci deve essere, che perfino i carcerati stessi ne sono consapevoli, e che lei era presente ai funerali di Falcone e che sa bene da che parte sta . Dice anche molte altre cose...Quando lei ha finito di parlare ha iniziato un altro signore che fa da molti anni il volontario nelle carceri  e  quello che aveva da dire era realmente molto interessante, come sempre quando si  vive un'esperienza  sul campo, ma io ho dovuto andar via.

Ero andata a questa presentazione sotto "ordine" della Paola, diversamente l'idea non mi avrebbe sfiorato, sono veramente stanchissima. Mi ero sorbita una ventina di minuti di chiacchiere  molto politically correct, che hanno sottratto tempo a me e  alla Francesca De Carolis. Oltretutto c'era stato un disguido per cui il libro, fisicamente, non c'era, non era disponibile per l'acquisto.
Però lo stesso il lavoro appassionato di questa signora mi ha incuriosito parecchio e mi ha interrogato.
Avrei voluto dire, molto terra terra, che si parlava di gente di cui di solito si dice di buttarla in galera e buttar via la chiave, che ha commesso reati talmente atroci e tipicamente umani, (perché le bestie non si comportano mai così, a meno che la frequentazione degli umani non le inquini), che sinceramente saperli chiusi in un buco è un sollievo. Lei diceva che in questi casi la pena comminata sembra una vendetta,  ma a me pare più che sia un voler rimuovere loro e gli atti commessi, metterli in un posto in cui non possono più nuocere e poterli un pò dimenticare. Ah sì! Si dice dopo anni, mi ricordo di quella donna  che aveva ucciso il suo bambino in quella terribile maniera ! E c'è, sopra l'episodio, grazie a a Dio, la cenere del tempo che lo ingrigisce e gli toglie un pochina di drammaticità.

Eppure queste vite sono vite anch'esse vite e buttarle via senza dar loro speranza e senza offrire almeno la via della riconciliazione interiore e del recupero è disumano. E' vero che ogni vita che si perde in questo modo ci interroga, che finché c'è anche un'unica persona in un buco buio, condannata e sola senza una mano tesa in aiuto siamo tutti diminuiti, perché forse non ne siamo sempre consapevoli, ma siamo tutti legati, da solo nessuno si salva. Non so se mi sono spiegata . Già, è il senso della frase "nessuno tocchi Caino", mi par di capire.

Mi ha anche colpito quello che diceva Francesca riguardo alle storie. ognuno di questi cattivissimi e terribilissimi, capace di murare viva una persona nel cemento fresco e di sparare ad un bambino, ha una storia. Ascoltavo le storie dei vecchi, quando il mio suocero era in ospedale, le ascoltavo con avidità. Se ti metti ad ascoltare le storie sei finito, è un pò come Ulisse e le sirene, ti devi legare all'albero maestro per non seguirle tutte, per non caderci dentro, ogni storia ti chiama, ti affascina ed ha un significato che pare impossibile lasciar perdere nel nulla... eppure è ciò che alla fine succede, tutto si perde e niente si perde, tutto si disfa e torna nel ciclo vitale, e la bellezza, anche quella tragica e tremenda, svanisce . Ricordo una Pasqua a Taizé di moltissimi anni fa, io avevo 17 o 18 anni. Uno dei frères , Gianni Novello, italiano, parlava con noi dei nostri nomi, dei nomi che Dio dà agli uomini. Il nome di ognuno è il succo di ciò che siamo stati nella vita, una parola sacra, una formula matematica, qualcosa di definitivo e riassuntivo di noi, un'essenza. Eccole le essenze a spengersi nel buio di una cella...
"Siamo qualcosa che non resta , frasi vuote nella testa, e un cuore di simboli pieno..." (Francesco Guccini)
Prendete di questo post quello che vi serve o vi piace, quanto al libro è scaricabile da Internet e penso valga veramente  la lettura. Stavo per dire valga la pena ...

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