Nell'astanteria al piano di sotto un gruppo di persone stentava a rendersi conto di quanto era successo. Ciò che era meno comprensibile di tutta la faccenda era la dissoluzione del corpo della signora anziana che erano andati a soccorrere, perché, per il resto, poteva forse spiegarsi come un'allucinazione collettiva, chissà cosa si erano fumati quelli la notte scorsa, si chiedeva il medico del pronto soccorso, anche se avevano spergiurato di non essere sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Fra le varie spiegazioni, di fronte ad un fatto inspiegabile, è sempre quella più probabile ad essere vera. Lui non aveva mai visto un corpo dissolversi, ma di giovani strafatti al pronto soccorso dell'ospedale ne aveva visti parecchi. Comunque pareva che ci fossero delle foto, le avrebbe esaminate più tardi. Poi c'era il ragazzo che diceva di avere sentito le emozioni della vecchia signora prima che morisse, quello era proprio suonato.
“Fatemi le analisi, disse il ragazzo, vedrete che non ho preso niente, che sono assolutamente sobrio.”
Gli fecero un prelievo di sangue e anche sulla sua pelle la pellicola intorno all'ago si ritirò, ma il prelievo poté essere effettuato regolarmente.
“Chiamate il dottor Di Segni, assoluta precedenza a questa analisi, e portategli anche un campione della ...cenere.. direi, che è rimasta del corpo della signora. Infermiera, chiami malattie infettive, abbiamo bisogno di un paio di stanze per isolare un po' di gente, faccia venire chi è di servizio oggi, medico e caposala, ci trasferiamo tutti là, e chiamate tutti i reparti, chiedete se hanno qualcuno che presenta questa specie di membrana luminosa, svelti!”
La notizia rapidamente si diffuse in tutto l'ospedale. Paolo guardava i due giovani che si erano rivolti a lui, spaventati ma fiduciosi. Prese una decisione. “Tornate a casa con la bambina, di corsa. E non uscite in paese, non la portate fuori, non fatela vedere a nessuno... Dio buono, Sara, cominci a luccicare anche tu … Ah, non so che fare! Ma se restate qui sottoporranno Gaia a mille analisi, possiamo aspettare per questo. Però state attenti, sapete che le persone si trasformano in mostri quando hanno paura.”
“Dottore, ma se fosse contagioso?” disse Marina.
“Contagioso lo è di sicuro, non vede che anche la madre luccica?” Gli scappò un risolino nervoso.
“Beh, diciamo che mi prendo la responsabilità io, benché non so se faccio bene.. ma Gaia l'ho vista nascere e anche Sara, andate a casa, ragazzi, e che Dio ci aiuti, sapete che sono un miscredente, ma ci serve il suo aiuto, adesso!” Paolo aveva visto nella propria mente la piccola Gaia nelle mani voraci del dottor Benedetti, il direttore dell'ospedale. L'avrebbe rigirata come un calzino, analizzata e sbucacchiata per isolare il supposto patogeno che copriva la pelle, e proposta ai mezzi di informazione come un ghiotto boccone... per ora si poteva evitare!
Il dottor Di Segni, in laboratorio, aveva ricevuto campioni da analizzare riferiti a due situazioni diverse. Aveva due campioni di sangue, uno di Gaia e l'altro del paramedico, due campioni di polvere presa dalla pelle, uno di cenere proveniente dal dissolvimento, così almeno dicevano, del corpo dell'anziana signora. I due campioni di polvere erano palesemente uguali. Un suo collaboratore li esaminò al microscopio.
“Scaglie, Guido. Tutte uguali o quasi. Sono come scaglie luminose, penso che sia in gran parte silicio, però, se avvicino la mano si muovono... non vorrei mi fraintendesse, ma sembrano vive, o sembrano rispondere alla presenza di vita vicino a loro..”
“Ma che dici? E' impossibile! Potrebbero essere acari, acari luminosi..che dici di quest'ipotesi? Con quello che buttano questi matti di contadini nei campi non è di fuori che comincino ad esserci creature mutate..”
“Dottore, guardi lei stesso, non ci sono zampe, né testa...niente di niente...niente che dica che si tratta di un animale che conosciamo...” Guido guardò nel microscopio e emise un'esclamazione vivace.
“Walter, non avrai toccato questa roba?”
“No, che dice, dottore? Mica sono scemo!”
“Bene, isola questi reperti, mettine un pò sotto vuoto, e un po' nel surgelatore, vediamo come si comporta questa roba, tanto penso che di sopra, da Paolo, ci sia ancora materiale da analizzare...io vado su dal dottor Giusti...torno prima possibile.”
Nanni e Sara si avviarono nel corridoio tenendo la bambina involtata in una copertina, lei rideva e si divertiva come se fosse un gioco, ma loro erano entrambi molto preoccupati. All'uscita dell'ascensore trovarono l'infermiera Marina, con due persone della sicurezza. “Mi dispiace tanto, ma non possiamo farvi uscire... in casi del genere, con una possibile epidemia di origine sconosciuta, capite...” La donna ostentava una sicurezza e un potere che li spaventarono.
Sara la guardò con odio. “Schifosa traditrice.” disse Nanni sottovoce.
“Seguitemi, per piacere, per di qua, se vuol dare a me la bambina..”
“Neanche per sogno!” disse Sara.
“Eppure dovrà farlo, signora, dobbiamo farle delle analisi più approfondite.- fece un risolino- Proprio come le ha detto il dottor Giusti.” Tese le braccia e tentò di strappare la bimba alla madre, ma la piccola gridò e quando l'infermiera la toccò gridò anche lei perché la bambina “pungeva”. Sembrava impossibile toccarla, tutta la superficie esposta del corpo, abiti compresi, era coperta di aghi minuscoli che ferirono le mani di Marina.
“Ma che diavolo...!”Gridò lei. “E' peggio di quanto pensassi, per di qua, per favore. Lui no.” disse indicando Nanni.
“Io no? Si vedrà se potete dividerci!”
La piccola Gaia ora piangeva e Sara le disse di controllarsi, stava facendo male anche a lei. “Scusa mammina, disse la bimba, ma ora io e le fatine abbiamo tanta paura.”
Segregati
Paolo, Sara, Nanni e la bambina, furono rinchiusi in alcune stanze del reparto di malattie infettive, insieme all'infermiera traditrice. Dopo poco arrivarono il giovane paramedico ed altre persone, anche un'anziana donna cinese che era stata esposta alla pioggia luminosa nei dintorni del paese. La donna apparteneva alla comunità cinese, esigua, che si era stabilita in paese. La signora entrò nella stanza e Gaia si voltò verso di lei.. fu come se si riconoscessero, intorno a loro si formarono due piccole nubi luminose che si congiunsero attraverso la stanza, poi la piccola si svincolò dall'abbraccio della madre per correre incontro alla vecchia cinese. Si presero le mani e si sorrisero. Per un po' tacquero guardandosi negli occhi, poi la piccola disse “Mamma Huang!” e cominciò a parlare in una lingua che doveva essere cinese a giudicare dall'espressione estasiata della donna anziana. "Ma che dice Gaia ?” disse sottovoce Sara a Nanni, preoccupata.
Guido arrivò che ormai la porta delle stanze isolate era chiusa. Bussò al vetro e Paolo si voltò e accese l'interfono.
Guido aveva fretta di parlare con Paolo, ma aveva anche notato qualcosa di diverso nell'amico.
“Paolo, ma che hai? Per un attimo ho pensato che non fossi tu!”
“Perché, che ho? “ disse Paolo guardandosi addosso, cercando le tracce del contagio.
“No, niente di... non so, la postura..”
“Postura?” Paolo non capiva.
“Sì, anche la voce...sei allegro!”
“Sì, anche la voce...sei allegro!”
“Allegro? Sì forse...” Paolo scoppiò in una risatina.”Oh cavolo, dovrei essere molto preoccupato, in ansia, invece...ma dimmi, avete visto qualcosa al microscopio?”
“Erano mesi che non eri allegro e anche la postura dice che sei rilassato...ma certo, le analisi. Questa roba è viva. Tu non ce l'hai? Non l'hai presa, non sei stato contagiato?”
“No, io no, per ora. Ma mi pare quasi che questo buonumore venga da questa roba...Roba viva, dici, animaletti?”
“No, no, scaglie, scaglie di materiale luminoso che si muovono verso le fonti di luce e calore, e sono più veloci verso le mani, le nostre mani che maneggiano i vetrini, come se fossero interessate alla vita!”
“Madonnina, una forma di vita che non conosciamo?”
“Già.” disse Guido. Si guardarono negli occhi. “Un'arma biologica?”disse Paolo.
“Che ne so? Ci devo studiare.”
“Anche te, però, sei di buonumore...” Osservò Paolo.
“Ah- esclamò Guido- ma io lo so perché! E' questa roba, che mi eccita. Nel solito piattume una cosa così mi stimola.”