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Channel: Iris e Libellule
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SYM 18

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Facciamo ancora un passo a lato della vicenda principale, ed entriamo nella vita di Daniela, la donna spaventata dal SYM e dalle novità che esso rappresenta.

Era passato un mese dal colloquio telefonico con l'omeopata e Daniela si presentò di malavoglia all'ambulatorio della dottoressa Ridolfi, per accompagnare la figlia, che era in cura per un'allergia. 
“Come va Daniela, meglio?” chiese la dottoressa dandole la mano.
Meglio, meglio sì.."disse la donna vaga. E le parlò della figlia. Ma nel suo sguardo, nei gesti, c'era qualcosa di inquietante che la dottoressa non poteva non cogliere. Quando ebbe parlato con la ragazzina la dottoressa la invitò a uscire nella saletta d'aspetto e lei lo fece subito volentieri, aveva il cellulare con sé e non aveva bisogno di compagnia.
Bene Daniela: come va quel .. problema col cibo e quella … piccola ossessione per la polvere?”
Polvere? Quale polvere?” disse la donna fingendo di non aver capito.
Ricorda la telefonata che mi ha fatto?”

Ah, sì.. va meglio.”
Va meglio davvero? Sotto controllo?”
Ho preso tanti di quei fiori di Bach che il mio marito s'è preoccupato. Ma gliel'ho detto di farsi gli affari suoi. In ogni modo va meglio.”
Sa, io ci ho ripensato e mi sono ricordata che quella ragazza di cui hanno parlato i giornali, Giulia Giusti, la figlia della coppia che è stata fra i primi ospiti della polvere...”
Ah, sì...” disse Daniela improvvisamente vigile, fingendo di non provare interesse.
Bè, quella ragazza è venuta da me, qualche anno fa, forse due o tre anni fa, ho uno schedario e ho ritrovato la sua scheda.“
Davvero?”
Sì. Sapevo che l'avrei interessata. Una ragazza normale, una bella figliola, simile a lei per certi versi, cioè, diciamo che avete delle cose in comune. Vegetariana, almeno quando venne da me, e ambientalista convinta, un'amante degli animali, di quelle che raccolgono le bestiole ferite per la strada, ha presente il tipo? Proprio come lei! Una veraentusiasta della vita.”
Sperava, dicendole queste cose, di modificare i suoi pensieri riguardo a quella faccenda. Daniela sogghignò.
Si vede che è giovane per sapere come vanno veramente le cose. E perché era venuta da lei? Se me lo può dire, naturalmente.”
Non nel dettaglio, ma diciamo che era uno di quei disturbi che l'omeopatia risolve con facilità. E' venuta due o tre volte. Mi piacerebbe fargliela conoscere. Vive vicino a lei, questo lo sa, vero?”
Sì- disse la donna lenta, come se rimuginasse qualcosa per conto suo.- sì, abita alla Chianella, una trentina di chilometri da casa mia, anche se ora pare che stia parecchio a Londra, dove vive il suo compagno. Fa la traduttrice, è laureata in lingue. ”
Ah, è più informata di me!”
Sì continuo a leggere qualcosa, ci sono dei blog, su Internet...”
Mi chiedevo infatti perché non fa anche lei qualcosa del genere, tipo aprire un blog per scambiare idee e opinioni su queste cose. Quando ci prendono queste idee ossessive, e guardi che nella vita può capitare a tutti, si deve reagire, ed è ottimo esprimersi e scambiare con altri, per ridimensionare, in ogni modo fare qualcosa di positivo, anche buttar fuori la propria paura..”

Nei giorni seguenti Daniela trovò l'indirizzo dei Giusti e un pomeriggio disse al marito che andava a un colloquio di lavoro, invece se ne andò alla Chianella per vedere dove abitavano, presa da un'insana curiosità. Si sedette al bar del paese e prese informazioni, dicendo che passava di lì per caso. Il barista le disse che non era mica la prima persona a chiedere, tutti i forestieri che passavano di lì chiedevano, ma era una curiosità quasi affettuosa, d'altra parte i Giusti li conoscevano tutti e ora che il dottore e sua moglie erano tornati insieme era una bellezza vederli. 
Il dottore in paese era benvoluto da tutti: “E ci credo,- disse l'uomo- ha curato tutti i nostri bambini e gli vogliono tutti bene. Poi ora la signora ha messo su un doposcuola per i nostri ragazzi... sembrava una bischerata, all'inizio, ma sa che son venuti da tutt'Italia a vedere?” 
Il barista esagerava per fare pubblicità al paese, e alla propria piccola attività commerciale. Finora il bar rischiava di chiudere, frequentato solo da alcuni inossidabili anziani e da pochissimi avventori di passaggio, ma da qualche tempo c'era più movimento, i clienti erano aumentati impercettibilmente, ma in modo costante. Mentre chiacchieravano Daniela ebbe un colpo di fortuna insperato, perché nel bar entrò Giulia. Daniela vide la ragazza, carina, circondata di una luminosità lieve e pulsante, allegra, e provò un senso di profonda repulsione.
Ecco l'aliena. “ pensò. Giulia salutò il barista e chiese due cappuccini, uno per sé e uno per l'amica che l'accompagnava. L'altra ragazza non luccicava. 
“Allora non tutti lo prendono.” Pensò Daniela e attaccò facilmente discorso con le due ragazze, tenendosi a debita distanza, Era divisa fra la voglia di sapere e la paura della polvere. Giulia sentì che in quella donna qualcosa non funzionava a dovere e fu particolarmente gentile. Le spiegò, dietro una sua domanda, che la polvere, come l'aveva chiamata la donna, non si attaccava a tutti. Anzi molti avrebbero voluto ma non riuscivano a prenderla e lei e gli altri che erano in contatto con il SYM non capivano il criterio di selezione. 
“SYM?” disse Daniela.
Sì, fra di noi lo chiamiamo così, il Simbionte, perché ci viviamo insieme ed è una vita migliore, glielo posso assicurare.”
Daniela ebbe un brivido. Giulia la salutò e andò verso l'auto. Daniela sentì che con l'amica parlava di orari dei treni. Tornò a casa sua pensando che aveva ragione la dottoressa Ridolfi, doveva fare qualcosa di positivo, trasformare in azione questo terrore che provava, se nessuno faceva niente forse un gesto plateale poteva riportare l'attenzione su quella faccenda disgustosa. A casa fece la doccia e si strofinò la pelle molto forte, per lavare via le particelle luminose, anche se non si vedeva niente, e la sera a cena suo marito le chiese perché era tutta rossa.

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