In questo capitolo arriva padre Giulio. Padre Giulio mi serve a ragionare sul sentimento religioso e la Novità che sempre si presenta nella vita.
seconda metà di giugno 2013: ALLE CELLE
seconda metà di giugno 2013: ALLE CELLE
Era da poco finita la scuola e una mattina di giugno Gigliola e Paolo, col signor Berti e un paio degli insegnanti volontari, accompagnarono i ragazzi a visitare Le Celle. Le Celle è un monastero fondato da San Francesco che si trova poco sopra Cortona, un luogo sorprendente, ma nonostante sia vicino alla Chianella, molti bambini non c'erano mai stati. Arrivandoci sembra di trovarsi all'improvviso in Tibet o in Ladakh. Le casette dei frati sono costruite intorno ad una forra di grandi rocce in cui, nella stagione favorevole, scorre un piccolo torrente. Alle Celle in quel periodo viveva un giovane frate con la passione della pittura che era stato a scuola con Giulia, da ragazzo: padre Giulio, che ricevette con gioia i bambini. Li guidò nella visita, parlò con loro e poi, quando si sparpagliarono a giocare lungo il ruscello, si sedette con Gigliola.
"Allora, Giulio, sei felice qui?” gli chiese lei.
A Gigliola, forse perché aveva il nome e l'età di sua figlia, pareva di parlare con un nipote o un figlio. Il viso di frate Giulio si oscurò.
“Sì, certo, ma c'è una cosa che mi turba tanto...che però vedo che voi accettate così serenamente..ne parlo con lei perché ci conosciamo da tempo e qui, non so con chi confrontarmi...”
“E cioè?” fece Gigliola curiosa.
“Questo parassita...mi spaventa.”
“Oh...ma perché? Non fa niente di male, non vedi, ce l'abbiamo quasi tutti, alla Chianella, e...come posso dirti? Tutto è migliorato, la salute, e anche i rapporti fra le persone. Insomma; non voglio dire che sia una cosa miracolosa...restano tanti problemi, anzi.. sono quasi tutti aperti. Ma c'è tanta speranza di risolverli. E' come se avessimo cancellato dal vocabolario la parola rassegnazione.”
Intanto Paolo si era seduto sulla panca, accanto a loro, al limitare del prato.
“Disturbo?” chiese.
”No, no, dottore, anzi.. stavo dicendo a Gigliola della mia difficoltà ad accettare la presenza del parassita..”
“Che tipo di difficoltà?” chiese Paolo interessato.
“Ah, ehm..di tipo..religioso, intellettuale, teorico..insomma: le Scritture non hanno mai previsto l'arrivo di una creatura dallo spazio!
Ed è una creatura che interviene nel modo di approccio alla realtà, che fa sentire amati, fa emergere le parti migliori, le qualità; favorisce, come diceva lei, Gigliola, le relazioni umane e perfino la correttezza delle relazioni...”
“E il problema dove sta?” domandò Gigliola.
“Proprio qui! - esclamò Paolo- Nel fatto che padre Giulio considera il parassita come uno scivolo verso la santità...- Paolo rise - una facilitazione immeritata, che non ci siamo guadagnati, che non trova collocazione e sistemazione nella dottrina...o sbaglio?”
“Qualcosa del genere. - il giovane si sforzava di spiegarsi – La sua presenza cambia le carte in tavola, modifica certi presupposti della fede, o forse no, forse semplicemente è una novità che disorienta, che ...sposta i punti di riferimento...Questo da un punto di vista generale, ma poi c'è l'aspetto personale..”
“Capisco- disse Paolo- perché tu hai il SYM, vero?”
“Oh... – il fraticello arrossì. -Si vede tanto?” Chiese guardandosi intorno come se qualcuno potesse scoprire il suo segreto.
“Non preoccuparti, lo nascondi molto bene. Ma non dimenticare che sono un medico, sono abituato a valutare i segni. Noi due, mia moglie e io, siamo stati fra i primi a prenderlo. E poi il mio SYM se ne è accorto subito.” Paolo era intenerito dal giovane.
“Con voi sento di poter parlare. - Padre Giulio abbassò la voce - Mi sembra quasi come se fossi fidanzato.”
Sembrava una cosa buffa, ma negli occhi gli si leggeva la paura. Gigliola lo guardò con curiosità affettuosa.
“Immaginate, vero?, che per un frate giovane sia possibile provare attrazione verso le ragazze, altrimenti non saremmo umani...ma io ho fatto voto di castità e non ho difficoltà a tenergli fede. Però sono stato contagiato. Da quando è successo mi sento amato, coccolato e curato, come se mi fossi innamorato e fossi ricambiato, ma non potessi dirlo a nessuno. Ho questa creatura con cui ho un rapporto amoroso e devo far finta di niente, mi capite?”
“Perché, qual è la posizione ufficiale della Chiesa su questa faccenda?”
“Lo sapete anche voi, la Chiesa prima di assumere una posizione, giustamente, osserva...prende molto tempo e ora sta osservando l'evoluzione. Una posizione ufficiale non c'è, direi che ce n'è una ufficiosa.. secondo loro si tratta di un contagio che ha delle conseguenze sul sistema nervoso e produce effetti di benessere quasi come una droga..”
“Lo sapete anche voi, la Chiesa prima di assumere una posizione, giustamente, osserva...prende molto tempo e ora sta osservando l'evoluzione. Una posizione ufficiale non c'è, direi che ce n'è una ufficiosa.. secondo loro si tratta di un contagio che ha delle conseguenze sul sistema nervoso e produce effetti di benessere quasi come una droga..”
“L'ho pensato anch'io, i primi giorni.” Disse Paolo sorridendo.
“Io sono preparato all'eventualità di innamorarmi, so come reagire, mi metterebbe in difficoltà, ma la saprei gestire...questa cosa qui, invece, non son stato capace di rifiutarla, di allontanarla da me! E' arrivata e l'ho ...subita, e accettata, forse. Il nostro padre superiore prima ha detto che si trattava di un contagio, come un virus, una malattia, poi però considera chi l'ha preso responsabile, come se si fosse infettato volontariamente, e non è così! Disapprova chi ha il SYM! Ma se fossimo malati di lebbra, che colpa ne avremmo? E' la stessa cosa. Per questo cerco di non farmene accorgere. Mi sono inventato di averne preso una forma lieve...”
Paolo scoppiò a ridere.
“Non esistono forme lievi di SYM!”
“Ecco, infatti io, da quando ce l'ho, dico anche tante bugie e non è una bella cosa!”
Paolo scosse la testa “Direi che hai ragione: ci sono questi due aspetti che dicevi tu. Quello generale, per cui forse conviene regolarsi ricordando gli altri casi in cui la dottrina della Chiesa fu messa in discussione. Per esempio mi viene in mente il passaggio dalla visione geocentrica a quella eliocentrica che ha portato a rendersi conto che non siamo al centro dell'universo, ma al margine di una delle tantissime galassie...Anche quell'aggiustamento culturale fu doloroso. Ora quelle nozioni sono state integrate, anche se è rimasta una certa diffidenza nei confronti della scienza senza briglie..senza limiti etici. Diffidenza spesso condivisibile. E in fondo per la chiesa non è cambiato granché: Gesù viene sempre per salvare il mondo, ma ora sappiamo che potrebbero esserci molti mondi come il nostro...che racconteremmo agli abitanti degli altri mondi se li potessimo incontrare? Ecco che arriva davvero qualcuno da un altro mondo, questo essere di scaglie che ci si attacca addosso come un'altra pelle...cosa gli raccontiamo, qual è il succo della buona novella di Gesù? Forse è questo che la Chiesa dovrebbe chiedersi? E non dimenticare che la cosa vale per tutte le religioni. D'altra parte questo essere sembra sappia molto più di noi riguardo all'amore universale...Poi c'è l'aspetto personale. Ma, benedetto frate, che responsabilità hai tu se hai preso il SYM? E' come hai detto, in fondo è un innamoramento, se conosci il concetto di Affinità..”
“Affinità? Certo che lo conosco..”
“Ma non conosci l'Affinità SYM. L'Affinità SYM è una specie di superconcetto che comprende molte cose...Ti suggerisco una cosa: lasciati andare, parla col tuo SYM. Capirai presto che non è una fidanzata, è un essere che ti ama, che ama ogni creatura vivente con cui viene a contatto, che sceglie per Affinità, e ama l'umanità in generale, anche se questo mi resta a volte difficile da capire.. è un essere razionale e ti farà capire molte cose, troverete insieme soluzioni e modi di comportamento. Non lasciarlo in silenzio; lui, la creatura, ha pazienza, ha tutto il tempo del mondo, ha fatto un viaggio di migliaia o centinaia di migliaia di anni terrestri, non lo sappiamo, e può aspettare, ma tu no! Tu hai bisogno di aiuto ORA e lui, il tuo SYM, te lo può dare: insieme ce la farete, da solo sarebbe molto difficile. Affidati, abbi fede, prova a pensare che se il tuo Dio ha permesso che il SYM arrivasse da te ci sarà pure qualcosa di buono ...”
Si stava avvicinando un frate più anziano e Giulio arrossì, si alzò subito in piedi e gli presentò Paolo e Gigliola. “Questi signori sono i genitori di una cara amica che fu mia compagna di scuola al liceo... parlavamo di quei tempi lontani..”
“Oh bene, bene..”
Il frate si allontanò con una benedizione e Giulio disse “Sentite quante bugie dico? Un pessimo segno!”
“Ma no!- disse Gigliola - E' solo uno smarrimento temporaneo.”
Padre Giulio sorrise: “Vi devo ringraziare tanto! Credo che oggi Dio mi abbia mandato voi come un dono...mi avete parlato con una dolcezza che non trovo fra i confratelli, sono tutti piuttosto impauriti dal SYM e non sanno darmi aiuto, anche se mi vogliono bene.” Si abbracciarono e i loro SYM si fusero e tornarono sui propri ospiti, che era un modo tipico del SYM di incontrare i propri simili.
In auto, tornando, Paolo e Gigliola erano soli, i ragazzi erano saliti sui due pulmini per stare insieme. Paolo disse che gli dispiaceva aver trovato Giulio così disorientato: certo che la chiesa non aiutava chi aveva preso il SYM. La chiesa era composta, in teoria, da uomini di fede, eppure in casi come questi si arroccavano su vecchie posizioni per paura del nuovo. Ma se avessero davvero fede penserebbero che anche queste novità vengono dal loro Dio onnipotente e sarebbero sereni e fiduciosi. Invece manifestano solo la paura di vedere crollare l'edificio teorico che sostiene la struttura. Gigliola lo guardò con affetto:
“Ma come sei bravo, Paolo! Ogni tanto, da quando abbiamo il SYM, scopro nuove cose di te che mi fanno sentire più fortunata per essere tua moglie...sei stato così gentile con Giulio, così capace di entrare in sintonia!”
Paolo brontolò qualcosa.
”Non capisco cosa dici..” disse Gigliola.
“Ho detto che non mi piacciono i complimenti.. Chi credevi di aver sposato, lo Yeti?”
“Ma no! Solo che oggi eri tanto diverso dall'altro giorno quando gridavi col Benedetti!”
“E te che ne sai?! “ Fece Paolo sorpreso.
Gigliola si sarebbe mangiata la lingua.
”Ho sentito per caso la conversazione in ospedale..non avevi spento il cellulare!”
“Ah. Con quello lì l'empatia non serve. Ero certo che nessuno avesse ascoltato e invece no. Mi sono fregato da solo...non avevo spento il cellulare, dici? Per fortuna che c'eri tu al telefono...era un colloquio molto privato. E' che sono stufo di stronzate. Sì sono proprio stufo di discorsi su ciò che è opportuno...questo è opportuno, questo non lo è. Significa solo che una cosa fa comodo o scomodo a qualcuno che ha potere e a me, a noi gente normale, non resta che abbassare la testa.”