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Channel: Iris e Libellule
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SYM 42

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MONTAGNE RUSSE




I SYM di Paolo e di Pepe erano eccitati. La grandine, il vento, il suono metallico dei chicchi di ghiaccio e il chiasso della pioggia, il rumore tonante delle scariche che riempiva il cielo, tutto pareva bellissimo ed eccitante al SYM. Era vita! Vita alla massima potenza. Il SYM non dimenticava mai il buio e il gelo dello spazio profondo in cui aveva viaggiato, e le tempeste della Terra erano tutto il contrario! Le particelle si staccarono dai corpi di Paolo e Pepe per volare in alto, come bambini sulle montagne russe. Il SYM sentiva il richiamo dei grandi spazi, del cielo sopra di sé. Ma c'erano le creature da proteggere! Rapide, le particelle tornarono al proprio posto, solo alcune di loro volarono via nel vento. Ma anche qui dalle creature era eccitante! Indurire! Rendere elastico! Impermeabilizzare! Ossigenare! Ogni insieme di particelle si occupava di qualcosa, come un equipaggio su una nave in tempesta e intanto si godeva la discesa delle rapide. UUHH! Paolo e Pepe, incoscienti, scendevano lungo il fiume impazzito come due tronchi abbattuti, sbattendo su legni e sassi, finché, dopo parecchi minuti, la corrente violenta li spinse su una piccola spiaggia.


Intanto il drappello di umani, fradicio di pioggia e di lacrime, se ne stava come paralizzato a fissare la piena della Chianella. Guido esprimeva il meglio di sé nelle crisi. Mentre l'acqua mista a grandine li flagellava gridò: “Via di qui, tutti in casa!”
Salirono verso casa in silenzio, una volta dentro Irene cercò nei suoi armadi panni asciutti per asciugarsi. Tandie fece togliere le scarpe ai bambini e li avvolse in asciugamani e teli. Disse a Chiara: “Bisogna telefonare alla tua mamma e a quella di Lisa, saranno preoccupatissime!”
Guido chiamò la protezione civile.  
"Dottore,- gli risposero- tutti i mezzi sono impegnati, è un disastro, il fiume è uscito dall'argine oltre San Martino, la strada è allagata, ci sono case con i garage pieni d'acqua, stalle allagate, animali affogati, qualunque cosa vi serva dovete aspettare...”
Quest'emergenza è più grave, il dottor Giusti e il cane sono stati portati via dalla piena.”
Chi? Il dottore, il marito della signora Gigliola?”
Proprio lui.”
Porcaccia della...-l'uomo al telefono imprecò- Ma come è successo?”
Non importa, andiamo noi con la Jeep a cercarlo, se lo troviamo vi chiamo.” L'uomo della protezione civile parlò col signor Berti per dargli indicazioni sulle strade ancora percorribili lungo il canale.



Il signor Berti disse che c'era un posto dove il fiume faceva un'ansa e lì, non si sapeva perché, ci si fermava sempre tanta roba trascinata via dall'acqua, la Chianella in piena la buttava lì.
Ho capito- disse Guido. - La buca del Masi.”
Proprio lì. Ci si va con la mia jeep e se si trovano si fa venire il babbo di Gino col trattore. Col trattore, le funi.. si può fare una barella...Intanto lo chiamo così si prepara.”
Andiamo allora.” Irene disse che veniva anche lei, li seguiva con la campagnola, che se avessero trovato anche Pepe, e se fosse stato vivo, lo avrebbe portato lei dal veterinario. Irene piangeva, mentre cercava le chiavi con le mani che tremavano. Uscirono che ancora pioveva, ma meno di prima, perché il temporale si allontanava rapido e devastante verso nord col suo rullio di tuono e già si vedevano in cielo strisce fini di azzurro.
In macchina Guido disse che si era sempre chiesto perché quella spiaggetta veniva chiamata la buca del Masi.
Perché tanti anni fa, prima che nascessi io, una piena ci buttò un uomo del paese, un certo Masi, che era stato travolto dall'acqua e era affogato..-il signor Berti arrossì- Oh Madonna, dottore, non volevo dire che...insomma, mi ha capito.” 
Non lo dica neanche per scherzo.” disse secco Guido.
Percorsero le strade lungo la Chianella fino alla buca del Masi, e in alto sopra l'argine fermarono l'auto. Il canale era gonfio d'acqua giallastra, carica dell'argilla dei campi, e la spiaggetta non si vedeva più, ma a metà del pendio, molto sopra il livello raggiunto dall'acqua normalmente, impigliato fra i rami di un salice semisommerso videro qualcosa che sembrava, ed era, il corpo di Paolo. Poco più in là c'era Pepe, talmente fradicio e infangato da essere quasi indistinguibile dalla mota della riva. Guido corse in basso e gridò al Berti di chiamare un aiuto, ma solo per venire con una fune e gli stivali da pescatore. Come aveva pensato il terreno, lì dov'erano Paolo e il cane, era ancora solido, trattenuto dalle radici forti delle piante. Guido arrivò vicino a Paolo, che era buttato fra i rami come un burattino, e lo toccò con la mano in vari punti. Il suo SYM lo esplorò. Guido sentì che c'erano tante ammaccature, ma niente di rotto. Là intorno, spuntavano dal fango tante cose rotonde simili a patate e Guido lì per lì non le riconobbe, poi si ricordò: erano le dalie di Irene.
Accidenti alle dalie , pensò Guido. Rinfrancati, lui e il signor Berti riuscirono a trascinare Paolo sul terreno piano e più asciutto e Guido cominciò il massaggio. Arrivò l'altro Berti, lo zio di Michele, e insieme a lui l'ambulanza. Intanto avevano tirato fuori dal fango anche Pepe, vivo ma incosciente, e Irene lo portò subito dal veterinario. In appena un quarto d'ora Paolo si trovava in ospedale. Marchino, che ora era assegnato al pronto soccorso, era già informato dell'accaduto. Quando lo vide arrivare, sollevato e pieno d'affetto, gli strizzò l'occhio “ E' andato a pescare, dottore?” poco mancò che Paolo, che si era appena ripreso, col poco fiato che aveva, lo mandasse a quel paese.

Il sindaco va a trovare Paolo

Di nuovo tutta la Chianella passò dall'ospedale per fare una visitina a Paolo. Giulia trascorse alcune ore accanto al letto del padre soffiandosi continuamente il naso. Arrivò Irene, arrivarono i ragazzi del doposcuola con i genitori, buona parte del personale dell'ospedale passò dalla camera e ne ripassarono altri al cambio di turno. Paolo non riuscì a riposare neanche cinque minuti di fila. Alla fine, quando Giulia e Alan erano tornati a casa e pareva che la folla si fosse definitivamente dileguata, Paolo sentì una vocina nota nel corridoio “E' qua mamma, è qua!” 
E una voce adulta ”Ho capito, ma non gridare, è un ospedale! E non correre!”
Erano Chiara e la sua mamma. Avrebbe visto Chiara volentieri, magari domani, ma Anna Maria... Anna Maria lo irritava. Gli ricordava Gigliola da giovane, un turbine di donna, esuberante, apparentemente dura, un po' aggressiva, superficiale, una che “prende decisioni”, buone o cattive, le prende. Altrimenti non faceva il sindaco. Carattere maschile, che recupera la parte femminile con l'esibizione dei caratteri sessuali secondari, mettendosi in mostra con abiti attillati, gonne corte, scolli profondi. C'era anche qualcos'altro che lo irritava, in quella donna, e per esperienza sapeva che doveva essere qualcosa di sé che vedeva riflesso in lei, altrimenti non sarebbe stato tanto infastidito, ma non aveva ancora individuato cosa. 
Chiara piombò sul letto di Paolo e affondò il viso sulla coperta.”Sei vivo!”
Piano, piano, che sono tutto rotto...Sì, sono malandato, ma vivo..”
Ti ho visto portare via dalla piena, pensavo che fossi morto!”
E invece..”
Anna Maria si avvicinò, sembrava non sapesse dove guardare. Aveva l'aria disfatta e gli abiti stazzonati di chi non si è fermato tutto il giorno.
“Dottore, sono venuta per ringraziarla...poi la Chiara non si teneva, voleva vedere con i suoi occhi che era davvero in salvo.”

Di che mi ringrazia, sindaco? Chiunque l'avrebbe fatto.”disse Paolo con voce flebile.
Non è così!..Mi posso sedere? Ho avuto una giornata infernale.” Non lo dica a me.” disse Paolo. Anna Maria parve subito confusa.
Oh certo, non volevo fare paragoni, ma le assicuro.. è cominciato stamani quando si è rimesso a piovere. Metà paese sott'acqua, mi è toccato coordinare le operazioni di emergenza..in alcune case si sono allagate solo le cantine, ma alla fattoria dei Bernini hanno dovuto far uscire di corsa le bestie dalle stalle, e portarle più in alto, dove non c'era rischio di allagamento, e tutto fra acqua a catini e grandine ...in pochi minuti è successo l'inferno..”
Ho sentito che dal Governi sono morti alcuni maiali..”
“Non me lo ricordi. Uno strazio. Non si sapeva come fare, ci voleva la barca per arrivare allo stalletto e quelle bestie chiuse dentro gridavano come cristiani. Il vecchio Governi piangeva. I vigili del fuoco sono arrivati tardi. Non credevo mai di star tanto male per dei maiali. Ancora ho nelle orecchie quegli strilli disperati. Non so se mi riuscirà più di mangiare una salsiccia...Una giornata tremenda. Parecchie strade allagate...Alle undici mi accorgo che la Chiara non è tornata a casa. Telefono a mio marito e lui non sa dove sia..”

Paolo si sorprese “ Allora c'è un marito? -pensò- Mai saputo di un marito! Però è ovvio, c'è una bambina, ci sarà un babbo... eppure mi dava l'idea di una donna separata..”
.. chiamo la Chiara al telefonino. Risponde di nuovo mio marito, questa scemina aveva lasciato il telefono lì!-Anna Maria allungò uno scapaccione alla figlia- Ho lasciato tutto e sono andata a cercarla, i miei collaboratori, quando mi hanno visto andar via, si son messi a gridare che non si prendevano responsabilità, che non potevo lasciarli da soli... sono ancora arrabbiati! Sono venuta prima da lei, a casa sua, ed era tutto chiuso, poi a casa della Lisa, poi dalla signora Di Segni...lì ho trovato i ragazzi tutti fradici, la Chiara scalza, e la signora nera, quella che sta da voi, che li asciugava. Avevano certe facce fra tutti! Io ero molto arrabbiata. Ho detto cose orribili sul conto di tutti, sono stata un mostro, ma mi capirà, mi ero vista, nella mia testa, accadere le cose più spaventose alla Chiara.. e non ero andata mica tanto lontano dalla realtà! La signora nera..”
..Nthanda..” disse Paolo.
Mi ha guardato e non capivo se mi vedesse o no. Doveva essere sotto choc. Ha cominciato a piangere, a goccioloni, poi mi ha detto quello che era successo, che lei era stato portato via dalla piena, che prima aveva tirato fuori la Chiara dal fango...Io ero troppo arrabbiata per scusarmi ...sono venuta via come se avessi il fuoco al sedere...” Anna Maria scoppiò in un pianto dirotto, che impaurì sua figlia. Paolo aveva due ragazze, una più grande e una piccola, che piangevano con la faccia affondata nella coperta.
Alzò le mani, le agitò imbarazzato e poi le posò sulle due teste, una di qua e una di là dalle sue gambe. “Via via, ora è passato..”
Perché la mamma piange?” Chiese Chiara sottovoce.
Piange -disse Paolo- perché ha avuto una gran paura di perderti, che la Chianella ti portasse via. Scommetto che non le avevi detto dove andavi, stamani...”
La bambina annuì. 
“Così sai perché devi sempre dire alla mamma e al babbo dove sei e cosa hai intenzione di fare. Ora poi che ci sono questi diavoli di telefonini..”
L'avevo lasciato a casa...”Mormorò ancora Chiara. In quel momento sulla porta della camera si affacciò un uomo alto, con delle gran basette, i capelli lunghi brillantinati e gli occhiali da sole. Masticava un chewing gum. 
“..sera..” disse a Paolo, appoggiandosi allo stipite con le braccia incrociate.
Anna Maria alzò gli occhi e disse a Paolo. “Questo è mio marito..”
Finito?” Disse l'uomo.
Sì, sì, ora usciamo, ma non torno a casa, devo passare dalle famiglie alluvionate a sentire come va.. farò tardi.”
Te vieni con me, rabuschia?” chiese l'uomo a Chiara.
“No, sto con la mamma..”

Ti pareva. Bè... sera..” fece di nuovo a Paolo e si dileguò.
Questo sarebbe il marito” pensò Paolo “Bel personaggio.”
Sa, dottore.. - fece Anna Maria come si volesse scusare- E' un artista.. Vive nel suo mondo...”
Si vede.” Disse Paolo.
Dopo un attimo di silenzio disse a Chiara: Hai visto che paura hai fatto alla mamma, una paura da morire. Se avesse saputo che eri con tutti noi non si sarebbe spaventata tanto. Obbedirai la prossima volta a chi ti dice di fare o non fare qualcosa, di levarti dal pantano, di lasciar perdere le dalie, come ho fatto io? Ascolterai?”
Chiara fece di sì col capo. 
"Speriamo non ci voglia un'altra piena del torrente per farti obbedire. E lei, Anna Maria, imparerà a dire no qualche volta a questa figliolina?”
Anna Maria lo guardò sorpresa soffiandosi il naso.
Si vede bene che nessuno dà regole a questa bambina.” ribadì Paolo.
Oh! Lei dice?”
Dico, dico. E ora andate, devo riposare. Per oggi basta. Non mi hanno lasciato solo tutto il giorno. Ah! Ti devo dire ancora una cosa, Chiara, da parte di Guido. Le dalie sono alla buca del Masi, dove Guido e Mario Berti hanno trovato me. Quando la Chianella si ritira ci potete andare, con i ragazzi, Tandie, o Irene...ma dovete usare la testa, niente imprudenze.” A Chiara si illuminarono gli occhi.
Anna Maria e Chiara uscirono. Nel corridoio Chiara saltellava accanto alla mamma. Vedere Paolo vivo, di persona, l'aveva messa di buon umore. E anche sapere che la sua mamma ci teneva tanto a lei.
Si va a mangiare un hamburgher a Camucia? Si va al cinema? Si va..” Anna Maria stava per dire, come sempre, con tono conciliante, “Ma no, cocchina, stasera non posso..” e forse avrebbe ceduto, ma si ricordò di quello che aveva appena detto Paolo e ruggì “No! Neanche per idea! Ora vieni con me che si torna dal Governi e dai Bernini a vedere come va, così impari bene anche te che vuol dire la piena della Chianella!” Col passo rapido e deciso del sindaco che era in lei imboccò l'ingresso e Chiara, in silenzio, dovette correrle dietro.


Dall'intervista a Paolo Giusti fatta da Davide :

Cosa ricorda di quel giorno, dottore?”
Ci sono dei giorni della vita che restano indelebili. Quel giorno è indelebile, nelle parti in cui ero cosciente, certo. C'è quel buco di 15, 20 minuti in cui ero travolto dall'acqua, incosciente... Paura? Non saprei dire. Non ebbi neanche il tempo di avere paura. Rassegnazione, sì, forse è la parola giusta. Sembrava la fine. Gigliola in coma, io morto. Pepe morto! L'avevo trovato da poco, ma era diventato subito un grande amico. La fine. Invece poi Guido e il Berti che ci trovano e ci tirano fuori dal fango, me e Pepe. Guido aveva una faccia. Si vedeva che mi vuol bene.
Quel giorno imparai alcune cose, sai quando si impara sulla propria pelle e i pensieri sono così … reali.. che li puoi toccare e sembra di poterli mangiare? Imparai che c'era una comunità che mi voleva bene, ero uno di loro, per loro ero importante, non perché avessi potere, non perché potessi dar loro qualcosa, perché ero io e basta.
Imparai che all'occorrenza potevo superare i miei limiti, perfino esporre la mia vita ad un grave pericolo per salvare qualcuno. L'avevo fatto con naturalezza, senza pensare. Finché non si fa non si sa se ne siamo capaci. Era successo, in tutta semplicità, e anche quando l'acqua mi aveva portato via non avevo avuto rimpianti. Ero abbastanza in pari con tutti. Potevo anche morire, non era così importante. Mia figlia sarebbe sopravvissuta, e Alan e la bambina che sarebbe nata... non so se puoi capire.
Per un po' di tempo mi sono sentito una persona migliore... poi l'effetto è svanito. Ma ci si può ricordare.”

Davide sorrise.
Con la visita del sindaco avevo anche capito perché Anna Maria mi irritava. Avevo visto il marito. Nel marito avevo rivisto me stesso anni prima.“
Davide sorrise di nuovo.
”Non mi fraintendere. Non che io sia mai stato uno che biascica chewing gum e saluta dicendo “..sera..” l'uomo che gli ha tolto la figlia dal fango salvandole la vita, no. Ma mi somigliava quell'indifferenza, quel modo di essere concentrato su se stesso, di non vedere la propria compagna, come se fosse un accessorio della vita, un'appendice...Ero stato così, da più giovane, preso dal lavoro, non sapevo cosa faceva Gigliola, chi erano le sue amiche, che faceva del suo tempo libero.. Giulia la guardavo crescere, cresceva bene, per fortuna, anche senza il mio impegno diretto. Lasciavo fare. Guadagnavo abbastanza per la famiglia e questo, pensavo, doveva bastare. Mi vidi in quell'uomo, che non ero sicuro che fosse così, ma sembrava così, come in uno specchio. Mi sentii male. Mi dissi che se mai Gigliola fosse tornata indietro le avrei detto che l'amavo, le avrei chiesto scusa ...se mai si fosse risvegliata.
Ma la cosa più generale che capii quel giorno è che se questi eventi estremi si ripetevano così spesso voleva dire solo una cosa, che il cambiamento del clima era definitivo ed eravamo davvero nei guai.” 
 

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