AFRICA
I bambini e i loro genitori erano entusiasti dell'uscita che avevano fatto al lago di Chiusi. Avevano trascorso un pomeriggio bellissimo che aveva funzionato perfettamente come laboratorio di biologia. La sera Gigliola, molto stanca, raccontò a Paolo la gita, felice. Paolo ascoltava con un orecchio solo, preso da certi problemi di lavoro da cui non riusciva a distaccarsi. Si ricordò di una cosa da dire urgentemente a Gigliola: “Mi dicevi che ti serviva un aiuto in casa per sostituire l'Isolina che va in pensione?”
“Sì, l'Isolina ci lascia la prossima settimana. Ma se non abbiamo trovato nessuno rimane ancora un po'...”
“La Cristina, la mia caposala...”
“Non c'è bisogno che tu mi dica chi è la Cristina, la conosco benissimo!”
“Insomma, la Cristina è la presidente di un'associazione femminile per l'integrazione delle donne straniere.. non mi chiedere come si chiama che non me lo ricordo. Una delle dieci associazioni di cui fa parte. Ha trovato per noi una donna africana, piuttosto giovane. ““Ecco, africana!, sicuro, perché qui ci mancava solo l'Africa, poi siamo al completo.“
“Ho pensato esattamente la stessa cosa.” disse Paolo sorridendo.
“Perché è questo essere sposati, pensare le stesse cose senza bisogno di dirsi niente.” disse Gigliola mentre si sedevano per la cena.
NTHANDA
Dopo qualche giorno Paolo, a colazione, disse a Gigliola che quella stessa mattina sarebbe venuta la donna africana per parlare con lei. Alle dieci infatti suonò il campanello e Gigliola andò ad aprire la porta. Si trovò davanti una donna nera, ma veramente molto nera, che le sembrò bellissima, con le treccine e un corpo che, sotto gli abiti larghi, comodi e colorati, si indovinava agile e forte.
“Si accomodi...sono la moglie del dottor Giusti...Gigliola. “ Le diede la mano. La stretta era forte e calda. La donna aveva il SYM ma era impenetrabile. “Nthanda, mi chiamo Nthanda.”
“Si accomodi...sono la moglie del dottor Giusti...Gigliola. “ Le diede la mano. La stretta era forte e calda. La donna aveva il SYM ma era impenetrabile. “Nthanda, mi chiamo Nthanda.”
Si sedettero in salotto.
“Mi trovo un po' in imbarazzo, -disse Gigliola- perché abbiamo avuto l'Isolina per le pulizie da quando abitiamo qui, ormai tanti anni, non abbiamo cambiato mai, è di casa...e ora l'Isolina va in pensione … lei vive qui alla Chianella?”
“Sì signora. “
“E dove abita?”
“Tutti conoscono Menchino. La casa vicino a Menchino.”
“Ah.” Fece Gigliola, pensando che era una vera stamberga.
Nthanda parve leggerle nel pensiero e disse che la casa era molto brutta e fredda, ma la stava sistemando: era la prima casa per lei e suo figlio da molto tempo ed era contenta.
“Ha un figlio?”
“Un bambino di nove anni, Abu.”
“Oh! Ma allora potrebbe portarlo qui il pomeriggio, dopo la scuola vengono diversi bambini del paese, di tante nazionalità, ci manca solo l'Africa.”
“Lo so, signora, grazie. Lei è famosa in paese. Ma devo chiedere a lui. Non so se fa piacere vedere la mamma che fa i mestieri, non so...”
“Che strana donna- pensò Gigliola- si vergogna di fare le pulizie?”
“Senta, io ora le faccio vedere cosa c'è da fare in casa, ma non deve considerare di fare tutto di corsa o tutti i giorni, si organizzerà lei, e io non pretendo granché, molte cose le faccio da sola, per esempio il bagno, non mi fa piacere far pulire il bagno da una persona estranea... per lei, sa, non per me. Non ho paura di prendere una malattia o qualcosa dagli altri... - Gigliola arrossì. - Ma che sto dicendo... faccio sempre della gaffes...è che preferisco fare da sola. Non mi piace che una persona che viene a casa mia pulisca il bagno con tutto quello che... penso che ognuno dovrebbe pulirsi il suo di bagno, non crede? Anche la regina di Inghilterra! - La donna nera stava cominciando a reprimere una risata. - Oh, ma sto dicendo delle cose sbagliate, e forse mi fraintende, la metto in imbarazzo.”
La donna sorrise: “No, capisco, anzi la ringrazio.. per l'orario?“
“Non so, può arrivare anche verso le nove e mezzo, così magari prima si occupa di casa sua, accompagna a scuola suo figlio.. poi può mangiare qui con noi, col bambino, lo va a prendere a scuola, o lo fa accompagnare qui col pulmino, tanto portano il bambino dei vicini... il pomeriggio direi fino alle 15, un'ora di stacco pomeridiano, che ne dice? Per il contratto di assunzione andiamo al Patronato..." La donna le prese la mano. Tutta la distanza e la freddezza che aveva sentito si sciolsero. “Grazie signora, lei non sa.. grazie.”
“Giulia- disse Gigliola al telefono- non ti puoi immaginare. Questa donna..”
“Quale donna?”
“L'africana, Giulia!”
“Ah, sì, mamma, quella che doveva venire per il colloquio.”
“ Una vera regina nera, ma molto nera! Bella, Giulia, e regale, sembra di avere in casa una donna nobile, impenetrabile... Parla italiano quasi alla perfezione, con un lievissimo accento francese.. non le ho chiesto da che paese dell'Africa viene, ora che ci penso.”
“Quando comincia a lavorare da voi?”
“Domani. Dirò all'Isolina che può andare in pensione da subito e tornare a trovarci quando le pare. Sarà qui tutte le sere, ci scommetto, si è tanto affezionata ai bambini.”
“Bene. Sono contenta che il problema della collaboratrice familiare sia risolto. Un po' mi dispiace per l'Isolina, quando torneremo andremo a trovarla. Mamma, a proposito, quando torno in Italia, la prossima settimana, vi devo parlare di una cosa.. qui è arrivata notizia di un giovanissimo matematico coreano che sta studiando le probabilità delle crisi, è un po' difficile da spiegare, insomma la probabilità che si verifichino crisi in vari settori, e lui si è concentrato sull'arrivo del SYM, e pare che abbia trovato dei criteri per prevederle... per esempio si verificheranno più facilmente nelle zone periferiche dove il SYM è arrivato inizialmente, come la Chianella, ma ci devo studiare su e quando vengo avrò notizie più dettagliate.”
“Bene, perché così mi allarmeresti soltanto, se fossi il tipo che si fa allarmare. Ma non lo sono. A presto, figliola.”
Gigliola disse all'Isolina che dal giorno seguente poteva restare a casa. “Ci mancherà tanto, Isolina."
“Anche lei signora, mi manca di già ma se non disturbo torno, tanto da casa mia a qui è un attimo, a piedi. Ma che fa, prende quella nera, al posto mio?”
Gigliola sorrise, ci avrebbe scommesso che l'Isolina avrebbe trovato da ridire. “E' difficile sostituire una come lei, Isolina...”
“Se non trova altro la faccia provare, ma la tenga d'occhio, mi raccomando!”