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Capitolo quinto e ultimo : la fine del mondo e l'inizio di un mondo nuovo

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Capitolo quinto.

Paolo e gli altri dormirono qualche ora. Lui e Gigliola furono svegliati bruscamente da Nanni . "Paolo, Paolo!"
"Che succede?" Paolo saltò a sedere sul letto.
" E' Gaia..Gaia ha la febbre...."
Gaia aveva la febbre altissima, il termometro segnava più di 40°. Gli occhi chiusi seguivano le immagini di un sogno, muovendosi rapidissimi dietro le palpebre. Paolo provò a toccarla , ma lei si irrigidì come in preda ad una convulsione.
"Prendi un asciugamano bagnato e mettiglielo sulla fronte,disse Paolo a Sara, io vado ad avvertire i ragazzi." Di là dal vetro Alan, Louis e Giorgia stavano curvi sui loro computer e si scambiavano informazioni.  Sembravano tesi e stanchissimi. "Babbo.."-disse Giorgia.
"Cocca, non hai dormito per niente..."
Non era una domanda, si vedeva che erano stati svegli e la notte era solo a metà.
"La bambina sta attraversando una crisi , ha la febbre altissima e non possiamo toccarla.."
Alan disse, alzando il capo dallo schermo "Sta succedendo anche negli USA e in Inghilterra, a Chicago hanno un ospedale pieno di gente infettata che sta cominciando ad avere la febbre. "
"Anche da noi in Francia- disse Louis , e in Germania ... quasi in tutta Europa."
"E io che pensavo che fossimo gli unici!" - esclamò Paolo.
"Ma no dottore, è una pandemia vera e propria che si sta scatenando... un vero guaio." Louis si passò le mani fra i ricci scuri.
Il dottor Smith fece aprire la porta ed entrò con un pò di strumentazione.
"Non doveva entrare, dottore, potevamo occuparcene io e l'altro medico..." Disse Paolo, ma l'altro scosse il capo e gli posò la mano sulla spalla. "Coraggio, credo che sarà una lunga notte."
Tornarono dalla piccola e la vegliarono per almeno due ore, dopo di che, alle prime luci del giorno, la bambina sembrò riprendersi. Fu allora che sua madre Sara e suo padre cedettero alla febbre a loro volta. Per loro fu anche peggio, la temperatura si alzò accompagnata da delirio e contrazioni muscolari, quasi come se si trattasse di tetano.
Non conoscevano il parassita e non sapevano come intervenire, e il dottor Smith convenne con gli altri medici che si poteva solo osservare il decorso intervenendo per raffreddare la superficie del corpo. Era impossibile inserire gli aghi per idratare i pazienti, la pelle era diventata dura, quasi impenetrabile. Il dottor Smith disse  che in quel caso tutti loro erano cavie... I medici andavano da un letto all'altro, anche Gigliola dovette sdraiarsi , poi Marchino,  il dottor Benedetti del prontosoccorso e l'infermiera Marina. Per ultimi cedettero Paolo e il medico inglese. Solo Gaia, che si era ripresa, vagava fra i letti con un'espressione stranita, aspettando di conoscere la sorte dei suoi genitori e degli altri, e  a Paolo, prima di cadere in un delirio spossante, parve che fosse cresciuta, nel corso della nottata.
Una volta si diceva che i bambini crescono, con la febbre, pensò sorridendo  prima di perdere coscienza e cadere in un sogno tormentoso.

Sognò di essere in un luogo scuro e freddissimo e lui  viaggiava in questo luogo, ed era solo una scintilla di consapevolezza. Viaggiava da moltissimo tempo, forse migliaia o centinaia di migliaia di anni, se il tempo fosse stato misurato con i riferimenti della Terra. All'inizio era stato qualcos'altro, una creatura più complessa con un veicolo che la proteggeva, ma dopo tutto quel tempo c'era rimasta solo una scintilla di coscienza, un progetto, e qualche brandello di ricordo. Viaggiava tenendosi lontano dalle stelle, per non essere catturato dalla loro gravità. Aveva molte mete da raggiungere ed una di queste era  il terzo pianeta di un sistema con una stella nana gialla, e quando vi fosse arrivato forse lì avrebbe trovato la vita. Se non ci fosse stata vita il lunghissimo viaggio sarebbe stato inutile. Sapeva di essere un dono per le creature che avrebbe incontrato ed amava profondamente la vita in ogni sua forma. Non vedeva l'ora di arrivare alla meta,anche se di se era rimasto così poco . Non sapeva più se era stato inviato o se era partito da solo, non sapeva neanche se qualcuno l'aveva creato come macchina biologica o se era nato così . Sapeva che desiderava calore , luce e vita. Entrando nell'atmosfera del pianeta una parte di lui bruciò e solo pochissimi granelli di ciò che era all'inizio arrivarono attivi. Era pieno di gratitudine. Trovò moltissime creature, scoiattoli, gatti, cani , topi , serpenti che dormivano nella terra, uccelli posati sugli alberi e uomini.  Era separato in tante parti minuscole, ma era anche unito come era sempre stato, e Paolo, sognando, sentì l'alienità assoluta dell'essere arrivato dalle stelle e si contorse per integrare  quella visione estranea e ignota. Ma l'essere non voleva spaventarlo, voleva amarlo e stare con lui, con tutti loro .
 Paolo si svegliò dal delirio e dalla febbre intorno a mezzogiorno del 22 dicembre. Sua moglie lo chiamò con dolcezza, carezzandogli la fronte. "E' passata Paolo, sei fresco ora..."
Era ancora in stato confusionale . Chiuse di nuovo gli occhi e lasciò che tutto tornasse normale . "Hai sognato anche te ?" chiese alla moglie . ""Sì, anch'io.." "Lo spazio profondo e l'essere che viaggia..." Gigliola gli toccò di nuovo la fronte e non ci fu bisogno che parlasse.
Gigliola lo aiutò ad alzarsi. Era diventata paziente e dolce, e non era più così da tanto tempo. Tutti gli altri gli si strinsero intorno. "Hei, ma brilliamo tutti!"
Dentro la sua testa  una voce parlò:
non ti ho/abbiamo danneggiato, disse, ma era necessaria la febbre per  completare il contatto. Paolo ondeggiò e dovette sedersi.
Ora siete i primi, insieme ad altri di quasi tutte le parti di questo meraviglioso pianeta. Per voi siamo/sono una nuova pelle, molto efficiente. Vi accorgerete di essere più sani e longevi, più sereni e intelligenti. Noi/io e voi, siamo insieme .
Paolo si stupì del nuovo soggetto Io/noi, nell'italiano non c'era un termine per indicare qualcuno che è molti e uno solo nello stesso tempo. "Ci piace -disse la voce - la vostra molteplicità. Ci piace ed ognuno di me/noi diventa singolo per il contatto con ognuno di voi, ma resta unico, unito a tutte le parti. Ci piace molto, ma anche per me/noi è una novità. " La voce dentro di lui gli fece vedere un altro mondo che arrivava, dove gli uomini comunicavano toccandosi, e anche a distanza, dove alcuni respiravano nell'acqua, e altri vivevano adattati perfettamente alle altezze estreme. Gli fece vedere un pianeta meno abitato e più sano, e una specie umana che sembrava tutta nuova.
"Se possiamo comunicare senza parlare, non useremo più la voce, si atrofizzeranno le corde vocali?" chiese Paolo.
 "Non credo proprio, disse il simbionte, ci/mi piace molto quando  cantate."
E quando mi hai sentito cantare?
 "L'ho trovato nei vostri ricordi . La musica che fate è bellissima. Ora andiamo dai bambini che abbiamo/ho visto ieri, possiamo guarirli. "
Paolo  frastornato dalla voce , che percepiva come voce, ma era altro, e dall'attenzione necessaria all'esterno, andò verso il vetro delle stanze di isolamento insieme agli altri . L'infermiera Marina lo trattenne e lui vide che lei non brillava
."Dottore, ho avuto la febbre , ma non ho sviluppato il contagio! Sono sana !"
"Bene Marina! E' contenta?"
 "No dottore, io no, vedo che voi tutti luccicate, perché io no?"
"Credo sia affinità , Marina... non c'è affinità fra lei e il nostro amico..mi dispiace.."


"Sai che penso, Gigliola? -disse a sua moglie. Ricordi che diceva il Principe di Salina nel Gattopardo? Tutto cambia perché non cambi niente", ma questa volta credo che all'apparenza non è cambiato niente, e invece è cambiato tutto."
Andarono al vetro e sua figlia, Alan e Louis si abbracciavano. Alan e Giorgia con troppo trasporto. Paolo pensò che avrebbe avuto un genero con il nome di un personaggio dei fumetti della sua giovinezza. Meravigliosa la vita.
 "Babbo!-disse Giorgia attraverso l'interfono - Indovina ? Una figlia del presidente Obama è stata contagiata! Ha convinto suo padre a non intervenire! E ora sembra che questo parassita sia una risorsa e non una malattia mortale !"
"Lo so cocca. Aprite questa porta. "
Quando aprirono uscì insieme a loro una nuvola di particelle che si diffuse nel corridoio. Se ne andarono nei reparti e toccarono tutti , personale e malati , tutti sorridevano ed era molto contagioso sia il luccichio che il buonumore. L'essere di polvere luminosa era felice. Paolo e Gigliola uscirono nella gelida mattinata invernale e andarono a casa a piedi: l'essere alieno in loro li proteggeva dal freddo e assorbiva la luce pallida del sole . Dovettero togliere i cappotti. " Credo che farò l'albero di Natale . " Disse Gigliola . L'essere di luce rispose . "Sarà un Natale bellissimo." 

Tutto questo è estratto da Wikipedia dell'anno 2075. Il racconto è stato scritto da Giorgia Giusti e da suo marito Alan Ford , è letto in tutte le scuole  e diventato notissimo in Italia e nel mondo. L'essere di luce, dopo essere stato individuato come parassita, fu chiamato "simbionte", ( simbionte, che vive con l'uomo) e indicato in tutto il mondo con la parola SYM.
Il SYM non attecchì in tutti gli individui, alcuni ne sono rimasti privi . In Italia girò per un pò la storia di un ex presidente del Consiglio, che aspirava all'immortalità e desiderava moltissimo il SYM, ma non era stato contagiato, come si diceva all'inizio. A questo proposito c'è un'intervista a Giorgia GIusti che risale alla fine del 2013, l'anno dopo l'arrivo del SYM.
"E' vero dottoressa, che un ex presidente del Consiglio invitò suo padre a cena dopo l'arrivo del SYM?"
"Certo!" - disse lei ridendo.
"E suo padre ci andò?"
"Oh sì, è sempre stato dotato di senso dell'umorismo e con il suo SYM la cosa è anche più accentuata. Non se la sarebbe persa per niente al mondo, quella cena !"
"Ci può raccontare brevemente?"
"Non c'è molto da dire. Cenarono in modo sfarzoso e il SYM gradì parecchio, poi l'omino chiese a mio padre se poteva passargli il SYM, lui che era stato uno dei primi ad averlo. "
"Perché lo chiama omino?"
" Perché diceva così il babbo. Era un omino piccolo e appariva sempre in televisione velato di una nebbiolina, con i capelli rossicci, tinti, ovviamente, aveva più di 75 anni, credo, all'epoca. ..era proprietario di almeno tre televisioni e aveva una vera dipendenza dal sesso,  insomma, ridicolo. "
"E suo padre che gli disse ?"
"Se la rise sotto i baffi tutto il tempo del colloquio. Lui disse che era disposto ad avere la febbre, pur di prendere il SYM. Ma ormai lo sanno tutti che nessuno ha più avuto la febbre, dopo il primo contatto. Quella volta il SYM aveva fretta di concludere per paura che tutti noi, i primi , fossimo eliminati. Ma dopo il SYM ci conosceva intimamente e non c'è più stato bisogno della febbre... Comunque mio padre gli disse che non dipendeva da lui, che si trattava di affinità, come era stato per Marina, l'infermiera di pediatria. se non c'è affinità il SYM non può venire. Ma l'omino desiderava enormemente il SYM. Mio padre gli disse che forse non lo desiderava abbastanza, perché il SYM non va dove non è desiderato , è un'idea dei Sapiens Sapiens quella che il SYM li rifiuti."
"Approfondisca questo concetto."
" Lo sanno tutti che quel 21 dicembre fu una specie di fine del mondo, no? La specie Homo Sapiens Sapiens  è in via di estinzione , e ora sulla Terra vive la specie Homo Sapiens Sapiens +, il più sta per " più simbionte".
" Certo certo. E dell'omino che ne è stato? "
"Credo che sia morto. Sa che non  ricordo il suo nome? Mi pare cominciasse per B..."
"Bersani?"
"No, Bersani luccica ancora! Anche se non fa più il politico... No guardi , Bertoni. Berloni, neanche il mio SYM  se lo ricorda. "
"Cosa si può dire dell'arrivo del SYM , dottoressa?"
"Credo che negli anni a venire  si scriveranno molti più libri di quelli scritti, pur numerosi , in questo primo anno, ma io le dico due cosine piccole: non siamo più soli  e abbiamo trovato la parte mancante. "
"Grazie dottoressa e auguri per la gravidanza. "
"Grazie a lei, sarà una bambina che nasce con il SYM dalla madre, ci pensa che meraviglia? "


Post scriptum : avendo io fatto una fatica notevole per scrivere questa storia bislacca prima della fine del mondo diffido chiunque, e sapete che non l'ho mai fatto, da usarla senza il mio permesso. E' un regalo per chi segue il blog, ovviamente , con i miei auguri, spero che vi siate divertiti e non annoiati.  Domani vado a fare il torrone dalla zia Mirella, e il giorno dopo andrò a fare ricciarelli e cavallucci dalla Luisa, oltre al lavoro, così auguro ora Buona fine del mondo (spero che vada così) e Buon Natale a tutti.

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