Pazienza, credo che questa sia la penultima puntata, d'altra parte l'argomento merita e domani, il 20 dicembre, sarà la vigilia della fine del mondo... Loretta non mangiare troppo per l'ansia!
Capitolo quarto: un'autopsia, una nuova interprete, bruttissime notizie.
Capitolo quarto: un'autopsia, una nuova interprete, bruttissime notizie.
L'anatomo patologo parlava italiano abbastanza bene e fece parecchie osservazioni che Paolo dovette scrivere. Incise la carne con un bisturi, dichiarando che c'era qualcosa di diverso dal solito, la pelle opponeva una nuova resistenza e sembrava di tagliare della seta. Appena inciso il tessuto dell'addome fu chiaro che la polvere, che pareva avesse fatto tutt'uno con la pelle, era penetrata all'interno del corpo e aveva cominciato a diffondersi in sottili filamenti luminosi. Non era più solo polvere, disse Paolo preoccupato, si comportava proprio come un parassita. L'altro medico esaminò gli organi interni e in particolare il cuore. Fu impressionante vedere che il cuore della vecchia signora, che mostrava chiaramente i segni della necrosi causata dall'infarto, era stato in parte riparato dalla polvere, cioè dai filamenti da essa prodotti. Doveva essere avvenuto prima dell'infarto,e poi c'era stata quella grossa paura che aveva interrotto la riparazione...
“Sembra proprio, disse il patologo, che questo parassita abbia cercato di far sopravvivere il proprio ospite...”
Paolo non aveva a che fare con i cadaveri, per il suo lavoro, e non era un chirurgo, quindi tutta la procedura dell'autopsia l'aveva piuttosto stravolto, ma era necessario che desse una mano.
Quando ebbero finito, e il dottor Smith fu uscito dalla stanza e si fu liberato dalla tuta, si trovarono tutti insieme davanti all'interfono. Ma l'interprete non c'era.
“Dov'è finita la ragazza?” chiesero sia Paolo che Alan Ford, dalle due parti del vetro.
Un uomo della sicurezza disse: “ Ha ceduto.”
“Che vuol dire ha ceduto?”
“Si è impaurita, con la morte della vecchietta. Non se la sente più di continuare, per ora è di sotto, in medicina, in stato di shock. Hei! Non è mica uno scherzo vedere una morire in diretta! Con tutta quella messa in scena! Anche a me, devo dire, ha fatto una certa impressione...”
I due agenti speciali non riuscivano a seguire il discorso, tutto in italiano.
Nel corridoio avanzò correndo una figurina familiare. Paolo la riconobbe e gli si allargò il cuore, ma subito si preoccupò, pensando al rischio che correva.
“Babbino!” esclamò piangendo sua figlia Giorgia, una bella ragazza di ventinove anni.
“Giorgia, cocca, come mai sei venuta?”
“Babbino, mi hanno licenziata...”“Dal call center? Te l'avevo detto che non ti ci dovevi confondere...”
“Ma mica piango per quello, che vuoi che me ne freghi di quegli stronzi! Ho sentito alla radio che c'è un'emergenza e hanno fatto il tuo nome..” piangeva a dirotto.
Di fianco a Paolo arrivò anche Gigliola.
“Mamma! Ci sei anche te? O che succede?”
“Cocca -disse Paolo- sarebbe meglio che te ne andassi subito da qui, c'è un rischio reale di epidemia.”
“Epidemia?”
“Sì, ora non ti posso spiegare, e meno ne sai meglio è, così ti lasceranno andare senza problemi, vai ora, ti prego...”
“Sì Giorgina, ti prego anch'io, vai a casa del babbo, e stai chiusa lì, vedrai che ti daranno nostre notizie ..” disse Gigliola.
“Sì Giorgina, ti prego anch'io, vai a casa del babbo, e stai chiusa lì, vedrai che ti daranno nostre notizie ..” disse Gigliola.
Sottovoce disse a Paolo “Quanti anni sono che non ti chiama babbino?” “Dalla quarta elementare, mi pare.”
Alan Ford chiese in inglese “Ma questa chi diavolo è?”
Giorgia era laureata in lingue. Si voltò verso di lui e gli disse, anche lei in inglese : “Sia più educato, per piacere. Sono la loro figlia.”
“Lei capisce la mia lingua?”
“Evidentemente.”
“ Et le français aussi ?” disse Louis De Funes.
“Certainement.”
“Nous avons trouvé l'interpréte. Voilà.”
Paolo aveva capito bene e disse: “No, assolutamente no!”
Giorgia invece disse sì, che lo poteva fare, si tolse il cappotto, tirò fuori dalla borsa un blocco di carta, una penna, un vocabolario piccolissimo e il suo portatile.
“Englais?” chiese Louis accennando al vocabolario.
“Oui, mais pour le francais ce n'est pas necessaire.”
“Très bien, très bien..” fece il giovane fregandosi le mani.
“Mettiamoci al lavoro.” disse Alan e si tolse finalmente gli occhiali da sole. Aveva dei bellissimi occhi azzurri e senza occhiali scuri il suo aspetto era molto meno minaccioso. Si tolse anche la giacca nera e si infilò un maglione, trovato in una delle sue borse.
Paolo pensò che quanto a testardaggine aveva preso tutto da Gigliola, quella benedetta figliola. E via, se dovevano morire, alla fine sarebbero morti insieme. Ma non lo disse a Gigliola. Bisognava trovare il verso di non rimetterci le penne. Nel corridoio arrivò un'altra figura familiare. Paolo salutò con la mano la caposala di pediatria, Cristina, la sua collaboratrice preferita. Era una donna robusta e materna, e aveva con sé tre ragazzini, piccoli pazienti di Paolo. Uno senza capelli per le terapie che stava facendo, uno con una gamba ingessata, uno pallidissimo per un'anemia. Paolo li salutò con la mano.
“Dottore, non sapevamo dove fosse finito.. poi ci hanno detto e eccoci qua... questi tre la cercano da stamattina presto...” I bambini parlarono con Paolo affettuosamente. Poi lui disse alla Cristina : “ Di lei mi posso fidare, ho alcune incombenze, può fare qualcosa per noi?”
Alan Ford e Louis De Funes osservavano la scena come se tutti gli altri fossero fuori di testa. Alan osservò sottovoce:”Questi non hanno ancora capito che il mondo intero è in pericolo.”
“Tutto quello che vuole, dottore.”disse Cristina che cominciava a piangere anche lei.
“Su su, Cristina, ho bisogno di lei, ora. Sara! Sara !” chiamò ad alta voce. Subito arrivarono Sara, Gaia e Nanni.
“Che mi dicevate del cane?...”
“Se non è troppo disturbo bisognerebbe telefonare ai miei perché vadano a casa a dar da mangiare a Rambo e alle galline... Rambo da solo ci sta malvolentieri.. e siamo usciti di corsa ... potrebbe dire alla mamma che stiamo bene? ” Erano stati ritirati tutti i telefonini e non potevano comunicare con le famiglie.
“Certo, prendo appunti.” Disse Cristina. Giorgia le passò un foglio. Si accordarono e Cristina chiese se c'era altro.
“Sì, Cristina. Cibo, siamo senza mangiare da parecchie ore, ormai. Strano che non abbiamo fame! Avete fame voialtri? “
Tutti dissero che cominciavano solo ora ad avvertire un certo appetito.
Tutti dissero che cominciavano solo ora ad avvertire un certo appetito.
“Insomma Cristina, se ci considerate non appestati in punto di morte, ma gente che deve essere normalmente nutrita ci fa piacere.. e soprattutto niente panini! ”
“Ma che dice dottore!” disse Cristina tirando su col naso . “Vado subito nelle cucine a fare un risciacquone!”
“Ma che dice dottore!” disse Cristina tirando su col naso . “Vado subito nelle cucine a fare un risciacquone!”
Alan e Louis osservavano la scena irritati. Alan disse “ Non c'è verso di concludere qualcosa, siamo proprio in Italia...”
“Voleva lasciarli senza mangiare?”disse Giorgia gelida.
Alan la ignorò.
“ Se siete comodi facciamo il punto della situazione, o qualcuno deve fare pipì?” Si guardò intorno :” Bene, riassumiamo.
A) nella notte fra il 20 e il 21 dicembre è caduta dal cielo una pioggia di particelle luminose
B) alcuni individui, pochi per fortuna, ci sono venuti a contatto: Gaia, la bambina qui presente, una donna cinese di età indefinibile, un'anziana donna che ha chiamato soccorso, sentendosi male, ma non sappiamo se il suo malessere sia stato causato dalla polvere o se già lei si trovava in difficoltà, fatto sta che quando sono arrivati i soccorritori la donna era coperta di una corazza dura e calda, come uno strato di terra rappresa, che le permetteva di respirare. Abbiamo delle foto fatte da quel ragazzo laggiù, fatele vedere al dottor Giusti, prego.. “ Giorgia girò verso di lui lo schermo del computer. Le foto erano impressionanti.
“ C) Caricata in ambulanza la corazza si è riformata sulla barella, si è modificata e poi è esplosa, o qualcosa del genere. Giornata di esplosioni di polvere, questa, mi pare. Il cadavere però è scomparso, lasciando solo una traccia di cenere. Analizzata in effetti è cenere. Comune cenere.
D)Questa mattina, alcune ore fa, i genitori di Gaia l'hanno portata qua in ospedale, per far vedere al suo pediatra, (indicò il dottor Giusti) la luminosità della pelle e la bambina ha modificato la superficie del suo corpo, anche degli abiti, se non sbaglio, e l'infermiera è rimasta ferita superficialmente... “
Paolo chiamò Marina. Lei arrivò con un'aria mortificata, priva della baldanza arrogante di qualche ora prima. Raccontò cosa era successo.
Alan riprese l'elenco. “ E) la polvere luccicante è contagiosa. La bambina l'ha attaccata alla madre e alla moglie del dottor Giusti, come vedo...
Poi c'è lo show di figure di polvere fra tutti voi. Vi siete divertiti, là dentro? Poi è morta la vecchia cinese. Dimenticavo che la bambina pare parlasse cinese ...Roba da matti, se qualcuno ci trova un senso lo pago.”
Paolo disse: “ Dimentica l'autopsia. E' evidente che questa forma di vita è entrata in profondità nel corpo della signora Huang, fino a riparare il suo cuore, prima dell'infarto, poi c'è stato quel terribile spavento e lei è morta nonostante le riparazioni, che erano appena iniziate... Abbiamo trovato filamenti luminosi negli organi interni, come l'inizio di una mutazione.” Tutti intorno rabbrividirono. Paolo continuò.
“Supponiamo che sia davvero una forma di vita sconosciuta, un parassita che vuol far sopravvivere l'ospite … forse dovremmo davvero aspettare degli sviluppi...”
Louis disse : “Aspettare gli sviluppi non dipende da noi, dottore. Se dipendeva da noi avremmo già in mano i piani per l'eliminazione totale. Il dottor Smith sta studiando il modo più efficace, trattandosi di polvere viva e in qualche modo intelligente, di pianificare la distruzione evitando di diffonderla, altrimenti il nostro sacrificio sarebbe inutile...”
Giorgia tradusse, ma si interruppe e disse “ Nostro? “
“Certamente signora. Come quando si affronta un cancro, bisogna essere certi di aver sterminato fino all'ultima cellula. Di solito si elimina molta roba sana.” Giorgia sbiancò. Tutti quelli che erano chiusi nella stanze isolate si guardarono, ma, a parte Marina che piangeva a dirotto, ed era l'unica, insieme a Paolo, a non mostrare traccia del contagio, gli altri erano molto sereni, non rassegnati, ma sereni.
Paolo disse : “Credo che questo parassita abbia proprio un'azione sul sistema nervoso, troppa calma, qua dentro. Perfino mia moglie sembra un'altra persona! Ora che mi ricordo, anni fa, in occasione di una guerra, gli americani avevano creato in laboratorio una polvere intelligente, che veniva lanciata dagli aerei sui paesi e rimandava moltissime informazioni, come dotata di microsensori..“
“Sì, ci abbiamo avuto a che fare .” Disse Louis. “Ma non è il nostro caso. Siamo in contatto con un laboratorio statunitense, l'hanno esaminata, questa polvere è una cosa molto più raffinata, è un organismo che prende vita e si risveglia a contatto con un altro essere vivente... come una spora, direi.
Guardate, pare sia arrivata la vostra cena...mangiate in pace, spero ci sia qualcosa anche per noi, le nostre razioni speciali sterilizzate non sono più necessarie, ormai siamo tutti nella stessa barca. Sinceramente poi, hanno un sapore schifoso.”
Alan alzò gli occhi dal computer e disse : “ ...e dottore, quanto alle decisioni, aspettiamo solo il via libera degli altri governi, poi, purtroppo...” Il resto si capiva anche troppo bene.
Era già tardo pomeriggio ed erano tutti stanchissimi. Mangiarono, parlarono un po', si lavarono nei bagni dell'ospedale e si sistemarono nei letti per la notte. Non c'era televisione ed erano tutti sfiniti. C'erano abbastanza letti per tutti e Paolo e Gigliola poterono prendere una stanza per se. Paolo chiuse la porta e si sdraiò sul letto. Pensava e ripensava. Secondo l'idea che gli frullava in testa da un momento all'altro, se si trattava di un parassita, avrebbe dovuto esserci una crisi, di che genere non sapeva, ma la bestia doveva manifestarsi prima o poi con violenza. Come fa la malaria, per esempio. Gigliola gli si strinse accanto. In quella situazione di fine del mondo, almeno per loro, gli tornò in mente la profezia Maya. Era oggi il giorno della fine annunciata, eppure il sole era tramontato e non era finito niente, il mondo era ancora lì. Ma si sorprese a pensare che forse era il parassita, la fine. Provò un senso di leggerezza e abbandono e baciò sua moglie. Si trovarono a fare l'amore dopo alcuni anni che non capitava più, anche gli ultimi tempi che vivevano insieme erano stati lontani … Loro non potevano vedersi, nel buio della stanza, e si erano già abituati alla luminosità che li accompagnava fin dalla tarda mattinata, ma la polvere cominciò a turbinare intorno a loro e li avvolse. Entrarono uno nell'altra come non era mai avvenuto, i pensieri si fusero, e poi non ci furono più pensieri, ma solo loro due che si amavano, come all'inizio, come se fosse per sempre. Insieme pensarono “E' meraviglioso..” E Paolo pensò che quest'effetto neuro tossico, come una droga, era bellissimo da sperimentare, che non era mai stato così prima con sua moglie. Doveva capitargli a quasi sessant'anni, e poco prima di morire. La vita era proprio strana. La stanchezza ebbe il sopravvento sui pensieri, si addormentò profondamente e la polvere, dal corpo di Gigliola, passò su di lui e lo contagiò. Entrò dappertutto e lo esplorò in profondità. Gaia intanto, fra i due genitori addormentati , uniti come in un bozzolo dalla polvere e felici, esplorava anche lei col suo nuovo senso là attorno a se. Tutti dormivano in pace. Paolo e Gigliola, lei li sentiva, erano felici. Si addormentò tranquilla.