Care amiche e cari amici. Dico così perché sento affinità e amicizia, vere tutte e due, da parte di chi, lontano e mai visto se non in qualche sporadica foto (Sari, Loretta) si affaccia qui da me. Qui ancora non nevica, il giardino è in parte infradiciato per tutta l'acqua scesa dal cielo, ma appena esco di casa sento il profumo agrumato della lonicera... consolazione dell'inverno. Il giorno della Befana la mia suocera, che era andata a pranzo da una parente, è caduta. Era sola quando è successo e mio marito è stato avvisato solo dopo qualche ora. Lei si è ritrovata sola all'ospedale e non ricordava neanche i numeri di telefono, lì per lì. Poi si è ricordata quello del fratello, che usa tutti i giorni. Si è rotta solo una costola, per fortuna, ma ha perso i sensi e la memoria dell'accaduto, ed ha ematomi in gran parte del corpo. Ha anche molto dolore e questa cosa proprio non ci voleva. Ora non riesce più a fare neanche quel pochino che faceva finora, e non è grave per ciò che non fa, ma perché rischia di fermarsi e cadere nell'apatia. Avrei molte cose da dire su questo che è successo, ma rischio di creare ulteriori tensioni e screzi, perché ormai in questo blog ci capitano parenti e conoscenti, magari solo per le foto, ma poi leggono qua e là, pensano di riconoscersi e possono offendersi.. Anche se qui la prima a mettersi in discussione sono io . Sapete che sono a volte anche brutale nella descrizione delle cose, perché è così, siamo sempre in preda di emozioni e stati d'animo opposti ed è più difficile armonizzare questi aspetti interiori che "fare le cose". Se potessimo fare le cose come robot senza emozione in questi casi sarebbe molto meglio. Invece ci sono pensieri ed emozioni. I miei li posso raccontare in parte e sono questi:
la pena nel vedere la mia suocera che soffre, si è rotta una costola nella caduta e per questo non si può fare niente, inoltre è ancora più disorientata, sente che sarà difficile riprendersi da questo incidente. A volte, quando ci parlo, vedo che con difficoltà cerca le cose da dire, come se dentro la sua testa i vuoti fossero sempre un pò più grandi. E' molto triste.
la rabbia perché non riesco a togliere questo peso dalle spalle delle mie figlie, che non avrei mai voluto mai che diventassero le badanti della nonna. Sono molto brave, ma sono a contatto con questa lunga "fine vita" e con parti di se stesse non proprio piacevoli da scoprire. Sono grandi e maggiorenni tutte e due, ma io sono la loro mamma. Mi dicevano a volte che sono anaffettiva, o che non esprimo bene l'affetto che provo, ma sono in pena anche per loro e non lo posso evitare. Cerco di non rompere, ma non sempre mi riesce.
altra rabbia diffusa per contatti esterni che non intendo raccontare ma che si aggiunge e peggiora l'insieme
l'amarezza nel vedere nella mia suocera quello che toccherà a noi.
Basta. Questo in soldoni, mi piacerebbe scriverne più in profondità, ma come dicevo rischio di rompere le uova su cui mi trovo per il momento a camminare. Prima, quando non mi leggeva quasi nessuno, ero più libera di indagare nelle profondità dei pensieri, nelle zone oscure e mettere alla luce ciò che in fondo tutti proviamo e ci scandalizza. Ora devo fare più attenzione, ma prima o poi ci metterò mano, qualcuno deve prendersi il carico di dire le sconcertanti verità. .
Se si vuol provare ad ottenere aiuti dal servizio sanitario si deve perdere moltissimo tempo per uffici, e questo adesso tocca a me, è il mio modo di partecipare non alla soluzione, ma alla gestione della cosa. Con risultati pari quasi a zero. Per questo sono assente e silenziosa, per ora. E' una cosa spiacevole, ma c'è da dire che cadere, negli anziani, è cosa frequentissima. Tutto resta nella normalità e non c'è da lamentarsi. Molto più difficile affrontare ciò che succede a Renato e alla sua famiglia, che seguo, ma trovo difficile commentare. Renato è un uomo coraggioso, eroico, che mette in comune la durezza della sua situazione e le sue speranze.
Ora spero che non ci si metta anche la neve!
la pena nel vedere la mia suocera che soffre, si è rotta una costola nella caduta e per questo non si può fare niente, inoltre è ancora più disorientata, sente che sarà difficile riprendersi da questo incidente. A volte, quando ci parlo, vedo che con difficoltà cerca le cose da dire, come se dentro la sua testa i vuoti fossero sempre un pò più grandi. E' molto triste.
la rabbia perché non riesco a togliere questo peso dalle spalle delle mie figlie, che non avrei mai voluto mai che diventassero le badanti della nonna. Sono molto brave, ma sono a contatto con questa lunga "fine vita" e con parti di se stesse non proprio piacevoli da scoprire. Sono grandi e maggiorenni tutte e due, ma io sono la loro mamma. Mi dicevano a volte che sono anaffettiva, o che non esprimo bene l'affetto che provo, ma sono in pena anche per loro e non lo posso evitare. Cerco di non rompere, ma non sempre mi riesce.
altra rabbia diffusa per contatti esterni che non intendo raccontare ma che si aggiunge e peggiora l'insieme
l'amarezza nel vedere nella mia suocera quello che toccherà a noi.
Basta. Questo in soldoni, mi piacerebbe scriverne più in profondità, ma come dicevo rischio di rompere le uova su cui mi trovo per il momento a camminare. Prima, quando non mi leggeva quasi nessuno, ero più libera di indagare nelle profondità dei pensieri, nelle zone oscure e mettere alla luce ciò che in fondo tutti proviamo e ci scandalizza. Ora devo fare più attenzione, ma prima o poi ci metterò mano, qualcuno deve prendersi il carico di dire le sconcertanti verità. .
Se si vuol provare ad ottenere aiuti dal servizio sanitario si deve perdere moltissimo tempo per uffici, e questo adesso tocca a me, è il mio modo di partecipare non alla soluzione, ma alla gestione della cosa. Con risultati pari quasi a zero. Per questo sono assente e silenziosa, per ora. E' una cosa spiacevole, ma c'è da dire che cadere, negli anziani, è cosa frequentissima. Tutto resta nella normalità e non c'è da lamentarsi. Molto più difficile affrontare ciò che succede a Renato e alla sua famiglia, che seguo, ma trovo difficile commentare. Renato è un uomo coraggioso, eroico, che mette in comune la durezza della sua situazione e le sue speranze.
Ora spero che non ci si metta anche la neve!