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Channel: Iris e Libellule
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L'erba cipollina e la farfalla

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Mo marito dice che posso usare le sue foto se dichiaro la fonte : le fa lui queste foto bellissime, ha un'animo d'artista . Suggerisco di usarle come sfondo per il desktop , è molto bello accendere il pc e trovarsi in questa situazione, con una farfalla posata su un fiorellino di erba cipollina. Metto qui una serie di immagini, perché una sola è insignificante, mentre tante sono come un documentario e comunque un'immersione nella porzione di mondo dorato della farfalla .
 Non so voi , io sono talmente affaticata che il cervello rifiuta di pensare . Tutti i miei bei pensieri che collegano l'intimo e l'esterno, le riflessioni che qualche volta non sembrano neanche mie , ma attinte da qualcosa di più grande e quasi universale mi hanno per il momento abbandonato. Ciò che accade resta al di là del mio giudizio e delle mia capacità di elaborazione, come si fa a commentare il terremoto ? E' successo anche qui di sentirlo , una volta anche poco tempo fa , in un appartamento al sesto piano che oscillava tutto lentamente, facendo venire il mal di mare, e una volta parecchi anni fa , ci fu una scossa sola , debole ma molto vicina , sotto il monte di Lignano, che significa alle porte della casa in cui vivevamo allora. Il rumore, nel pieno della notte, fu talmente forte che pensai  che fosse caduto l'armadio in camera delle bambine, chissà perché.
Mauro si alzò un attimo prima, lui è sensitivo come la nostra figliola più piccola , e si sveglia sempre in anticipo.
Le torri in mattoni che si sgretolano, le chiese che crollano sono il segno dell'eccezionalità dell'evento, erano lì da secoli, fatte di un materiale sensibile alle scosse. Ora cadono e ricostruirle credo che sia impossibile. Sarebbe bello sostituirle con opere di architettura nuove e di qualità, chissà se ci saranno architetti e ingegneri disposti a lavorare a basso costo per ridare ai paesi edifici e monumenti nuovi ma bellissimi?
Con il blog ho conosciuto delle persone, non tantissime , ma piuttosto bene , attraverso quello che scrivono. Il terremoto si personalizza , non resta una cosa lontana, capitata a degli sconosciuti. Sono vicino a Soffio e alla Civetta Canterina , a Giorgio , alla Loretta che è in zona, ma più lontano ....

Le nigelle e il calabrone

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Mi ci rotolo qua dentro!


Quando si dice impollinare con un certo impegno.

Testa gialla.

Con tutto questo polline mi verrà da starnutire...



Qui dentro ancora non ci ho frugato bene....


Ora  però me me vado!

Esseri volanti

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Una volta sapevo come si chiama quest'esserino frenetico che Mauro è riuscito a fissare in immagini bellissime.





Qui si vede l'occhio! Davvero a volte la macchina fotografica ci fa vedere cose che con i soli occhi ci sfuggono.


E tu chi sei ? Un bombo o un elicotterino?



Perdonate la mancanza di testo, arriverà un momento che i pensieri accumulati esploderanno, per ora formano un magma nella testa che è troppo caotico per uscire fuori in parole. La mia figlia piccola , quando io e il suo babbo parlavamo a tavola si infastidiva , un pò perché erano sempre discussioni animate , un pò perché voleva dire qualcosa anche lei . Esclamava "Mamma ! Non parlare il babbo!" (Ancora non sapeva parlare bene)
"Va bene , allora dimmi che c'è , sentiamo !"
Lei si fermava e non riusciva a spiccicare altre parole . E' rimasto nella storia quel "Non pallare i' babbo!"
Ora io faccio lo stesso , ma se vi racconto cosa è successo mi capite , forse ... Sono venuti a fare il pozzo nuovo . Qualcuno che ci è passato capirà . Per ora non dico altro , troppo magma che si agita, fino dentro la pancia .

Un giardino "scappato di mano"

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Eremurus Stenophillus e Verbena Bonariensis



Le libellule turchesi che si accoppiano in volo, vi riesce a voi?





Le libellule sono indifferenti all'acqua paludosa e alle minacciose (per me ) alghe rossiccie.



Da che si capisce che è iniziata l'estate? Dal caldo, senz'altro. Ma se uno il caldo non lo sentisse? Se non sudasse neanche un pò e fosse indifferente alla temperatura ? Se non sentisse i rivoli di sudore lungo la schiena e sulla pancia , o anzi, se si sentisse fresco come una rosa di maggio?

Vedrebbe ai bordi delle strade masse di fiori viola , gialli , rosa chiarissimo , rosa acceso : sono le appartenenti alla famiglia delle ex leguminose , ora papilionacee, che formano questa chiazze freschissime di fiori buonissimi come fieno per gli animali e qualche volta come medicine per gli umani . La galega , lo dice il nome , è l'erba del latte, che si da alle mamme che allattano per aumentare la "produzione" . Per fare un esempio. Compaiono le cantauree, polverosi fiordalisi rosa , fiorisce l'iperico magico, i cardi dei lanaioli si alzano rapidi e diventano spinosi  e bellissimi monumenti vegetali .  La primavera che, all'inizio era secca, ci ha portato pioggia abbondante e qui da me  ha fatto sì che il giardino mi "scappasse di mano" . La mia amica che non ama essere nominata nel blog dice di essersi quasi impaurita. Ha fatto un viaggio per andare a trovare la sua mamma e al ritorno ha trovato tutti i camminamenti ristretti per le piante che si ingrossate moltissimo , molto più degli altri anni, e hanno invaso e chiuso tutti gli spazi . Un'esplosione di vita incontrollabile che l'ha impaurita, lei che ha un pò il problema del controllo . Io passo in mezzo a muraglie vegetali ed effimere, altee, soprattutto loro , alte parecchio più di due metri , cresciute in breve tempo e tutte fiorite. Quando sono in vena di stupidaggini penso che le altee si chiamino così perché sono alte, molto alte.   Ci sono quantità esagerate di speronelle azzurre , alcune cangianti come le genziane di alta montagna , dal blu al viola, altre rosa pallido , altre, più rare , bianche . Le nigelle sono diventate tutte capsule striate di nero , gli emerocallis , in questo casino, cercano la via per aprire i loro fiori al sole, gli eremurus stenophillus, che hanno accanto una di queste altee abusive più alta di loro, fioriscono facendo finta di niente ma si vede bene che sono infastiditi, vorrebbero che per un pò la scena fosse solo per loro, che sinceramente se la meritano. Quanto dura a fiorire l'Eremurus Stenophillus? Ve lo dico io: pocus , troppus pocus!! Ma il giardiniere , quando lo vede fiorito, lo introietta , lo possiede , cerca di trattenerne la bellezza , di portarsela con se fino alla porta dell'estate futura, quando fiorirà di nuovo .

L'alstromeria ha formato un bouquet esagerato , soffocato in parte dalla menta di Gastone , la piperita invasiva e rompiscatole . Parlerò di Gastone una delle prossime volte, ma per farlo devo essere molto più concentrata. C'è un passaggio per scendere alla vasca dei pesci rossi bordato di lavanda. Ora è " invaso" di lavanda e non si passa più, oppure si passa , ma sembra di aver fatto la doccia nell'acqua di colonia, perché  bisogna passare a forza fra due siepi di lavanda fiorita ormai unite che oppongono una feroce resistenza . Che vi devo dire? Un pò non ho avuto tempo per intervenire, un pò mi dispiace farlo , ora che c'è tutta questa abbondanza mi duole tagliare e limitare , che esploda, almeno il giardino, finché può!  Il caldo fra breve avrà fatto le sue vittime e dovrò ripulire, se ce la farò. Perché intanto c'è stato da fare per il pozzo nuovo , scavare e mettere tubi e gettare cemento, e ancora non possiamo usare l'acqua, manca la pompa ....ma oggi preferisco non parlarne.





Avrete notato che io sono una libellula di un'altra specie, più fine, quasi invisibile-



Nominerò ancora la Gipsofila vicino alla vasca , le dalie bordeau , le numerose piante di partenio (margheritine bianche a centro giallo con forte odore medicinale) che sono diventate siepi . Parecchio di ciò che fiorisce è annuale o biennale, nato da sé e cresciuto solo grazie alle forze dell'acqua e del Sole, grazie!!!
Grazie pioggia , grazie Sole per quest'abbondanza, per tutta questa bellezza!!
Le sporonelle, per dire la sensazione della Gratuità , arrivarono con la Maxi qualche anno fa . La Maxi era venuta a pranzo da noi , non viene mai a mani vuote , e quella volta fra le altre cose aveva portato un cartoccio di carta di giornale con delle piantine seminate nella sua serra . Non le ho perse più fino ad ora, anzi quest'anno le ho viste fiorite fuori del cancello , sul greppo di Enrico .

Anche oggi, come ogni anno, dico  che il prossimo anno cercherò di limitare per lasciare posto alle perenni , quasi soffocate adesso , che ritroveranno spazio solo quando avrò tolto le annuali ormai secche , proverò a farlo , lo giuro . Ma ora è molto bello, caotico, abbondante , esagerato, carnevalesco, perché ci sono troppi fiori e troppi colori che non vanno sempre bene insieme . E' il giardino di una bambina che comincia a disegnare e usa tutti colori della scatola di pastelli . La disciplina è rinviata ad altri momenti o limitata all'ambito del lavoro, domestico e dipendente, che ne richiede parecchia. Una parola sulla buddleia Weyeriana "spighe di palline di fiorellini gialli" : enorme . Ho piantato una talea due anni fa e mi ritrovo un cespuglio che spara rami da tutte le parti alto due metri e mezzo e largo non so ... Le spighe di palline gialle sono finalmente belle, perché le buddleie non sono mediterranee, che significa essere parche , poco esigenti, raffinate come monaci colti, sono "americane", sciatte e voraci , belle solo se supernutrite e super annaffiate ...è difficile resistere e non procurarsele.
In tutto questo abbiamo realizzato anche un pezzo di orto nuovo , dove ho scoperto che si era insediata un erbaccia davvero cattiva che ho cercato subito di eliminare , ma dovrò tenere alta la guardia perché potrebbe ricomparire. E' una graminacea della pianura e dei fossi che avevo colto io , io la colpevole , per godermela in un vaso in casa, poi , quando era diventata gialla , invece di bruciarla o buttarla nella spazzatura da portare al bidone, l'ho messa nel secchio del composto e così l'ho propagata . Scema che non sono altro . Non ho parole per la mia scemaggine . Ho trovato nella terra dei rizomi tipo la gramigna ma dieci volte più grossi . Spero di averli eliminati tutti . O quasi.

La vasca . E' insidiata ai bordi da erbe di ogni tipo , dentro c'è ancora un serpolino, ma non si vede più niente, l'acqua è diventata "zuppa di piselli" e sembra più la palude della donna della birra delle fiabe di Andersen che un gioioso laghetto, i pesci ci saranno ancora? Penso di sì, me lo chiedo tutti gli anni , ma poi col calare delle temperature li rivedo tutti e anche i loro figlioli . Sopra la superficie le libellule continuano le loro danze amorose e i voli di guerra , a loro piace l'acqua tiepida e verdastra e l'affiorare delle masse di erbe ossigenanti . Mio marito guardone fotografa come un matto , deve dire che vorrei mostrare tutte le foto, quasi nessuna è da scartare . A tutti voi che leggete un abbraccio in corsa, vi penso e vi leggo, anche se sembra di  no.

vita segreta delle libellule

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Ciao Iulia,  ciao Adriano che vieni così spesso a trovarmi , con la Loretta ormai ci si sente per telefono , manca solo di vedersi di persona.. E' arrivata una Salamandra Mannara con tante informazioni utili, ora non posso, ma presto andrò a guardare tutti i vari link che mi hai fornito. Visto che salamandra è femminile pensavo fossi una " ragazza", invece sei un uomo! Ti racconto qualcosa sulla vasca . La chiamo vasca, è una buca piccola (un pò più di due metri di diametro)scavata da me nel corso di un paio d'anni (così tanto? Sì se scavi e fai tante altre cose)  c'è voluta  costanza e pazienza ,(pazienza, la prima virtù del giardiniere), d'altra parte la costanza è la pazienza messa in pratica, la pazienza che non si scoraggia, che non smette di sognare e lavora per realizzare.












Fu così: vidi una vasca scavata a mano dalla Margherita, mamma di una compagna di scuola  di mia figlia e capii che era POSSIBILE: possibile fare da soli senza scavatore, possibile realizzare un risultato piacevole, molto più che piacevole, e questo di cominciare a crederci fu il primo passo . L'ho realizzata da sola, con una collaborazione piccolissima di Mauro, non è perfetta , il bordo da una parte è più alto e non è neanche finita. Manca qualcosa in un punto, ma io spesso faccio cose che rimangono non finite, dovrei indagare perché, forse mi piace avere sempre un progetto in sospeso, che rimane aperto. L'avevo fatta soprattutto per avere le piante acquatiche e ripariali, dopo un pò che fai il giardino comincia a mancarti qualcosa e poi scopri, vedendo altri giardini, che è l'acqua e le sue piante. L'avevo fatta anche per vedere il cielo riflesso sulla superficie, lo spettacolo del cielo è sempre  grandioso e in questo modo raddoppia, ma il terzo giorno che avevo messo poca acqua sul fondo sono arrivate le libellule, quelle grosse dalla pancia azzurra (libellula depressa dice il nostro amico Michel ). Le rane sono arrivate con le uova attaccate alle radici delle piante , i primi pesci anche loro sono arrivati così (effetto acqua magica , si diceva noi) alcuni li ho comprati ma poi si sono moderatamente moltiplicati . Il serpente l'ho visto da poco ma mi piacerebbe che non ci fosse . Non credevo, con una piccola buca che potrei chiamare stagno o "laghetto", ma mi pare una parola tanto leziosa e falsa , per questo che ho fatto , non credevo , dicevo, di creare un ecosistema che cambia e si modifica di continuo e ospita e attira così tante creature . Sono un giardiniere e non una biologa , ma ovviamente la vita animale sui fiori e sull'acqua è interessantissima , si starebbe ore a guardare , ad avere tempo . Ma io ho ritrovato da gennaio un lavoro (miracolo! a 57 anni anni compiuti da poco) e devo farci entrare tutto in questo scampolino di vita ed energie . Mio marito quando è libero sta lì a fare il guardone, nel senso che guarda molto attraverso la macchina fotografica e  vede anche accoppiamenti e vita sessuale degli insetti, parecchi dall'inizio dell'anno, cose da guardoni, ma interessanti, nel senso che per me il sesso è cosa privatissima ed coinvolgente al massimo e non mi piacerebbe che mi guardassero mentre lo faccio.  E' affascinante pensare che si accoppiano,  per esempio le cetonie e altri coleotteri, sul letto profumato formato dai pelini arancio della barba degli iris , oppure sul pelo dell'acqua (le libellule) sorvolando leggere i fiori di ninfea e l'acqua verdastra .E' un pò diverso da fare l'amore su un letto in una stanza chiusa, non trovate anche voi? Dentro un iris la luce è del colore del fiore, per non parlare del profumo inebriante che senza dubbio sentono anche gli insetti, probabilmente molto più forte di noi... Una meraviglia.  Sicuramente l'amore è "più amore" fatto così.  E' emozionante guardare il mondo in quest'ottica, Ciao Salamandro , torna presto .
Le foto sono di fine maggio, ora è tutto aumentato di volume.

Article 19

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Oggi è il mio pomeriggio di riposo e fuori fa ancora troppo caldo per tutti i lavori che mi aspettano, ho il tempo per raccontare una piccola storia raccolta in questi giorni . L'avevo raccontata qualche tempo fa , ma poi avevo cancellato il post , troppo scherzoso per gli eventi di quella giornata , in cui scoppiò la bomba che uccise Melissa...
Comincio daccapo . Mi è capitato di conoscere un giovane del sud, provincia di Napoli , che vive ad Arezzo con la moglie e due bambini piccoli . Sul suo stesso pianerottolo abita una signora calabrese , sola, venuta qua per lavoro . La moglie di Pino, chiamiamolo così, che si chiama Carmelina, ha fatto amicizia con questa coinquilina, che è una donna gentile . Tutto è iniziato una sera che Carmelina aveva finito il latte e lo chiese a lei, per il biberon del piccolino prima di dormire . Una volta il latte , una volta lo zucchero, un'altra volta fu Carmelina a preparare la pastiera e a darne una grossa fetta alla vicina. Carmelina vede la vicina che sta sempre in casa, o al massimo  va alla posta per mandare soldi ai figlioli che sono rimasti in Calabria , e una volta le dice che forse sarebbe meglio che tornasse laggiù anche lei, visto che qui di lavoro non ne trova ed ha comunque la spesa dell'affitto. La vicina mette annunci su Internet per trovare lavoro e paga per questo fino a 50 euro per volta . Carmelina, che è brava con il computer, si offre per aiutarla lei , gratuitamente , è sempre tanto gentile, come una nonna con i bambini, come un'altra mamma per loro, e quando vanno a trovare i genitori al sud guarda la casa e annaffia le piante. Pino l'apprezza molto, la trova proprio una donna perbene. Quando Carmelina mette gli annunci per lei , si accorge che un lavoro ce l'ha eccome, molto discretamente , tanto che non se ne sono mai accorti, fa la prostituta in casa. Pino lì per lì si arrabbia, ma la moglie gli fa notare che è sempre la stessa donna gentile, cosa cambia per loro se fa "il mestiere"?
 Io, quando vengo a sapere questa storia , rimango stupita , è una storia umana , di tempi di crisi , una storia che può capitare a chiunque ed ha dei lati sorprendenti . E ora come va ? chiedo a Pino. "Ora- mi dice lui- succede che questa donna ha superato i cinquant'anni e gli annunci su Internet  non mostrano la foto, così quando arrivano i clienti pensano di trovare una ragazza che almeno sia giovane, e vedendola non hanno il coraggio di rifiutare di entrare, ma la seconda volta non tornano . Allora lei , che si trova ad avere sempre meno" lavoro", si è messa ad organizzare le colleghe più giovani. Ora ha anche una brasiliana ." " Ma allora fa la pappona!" esclamo io. Questo è il primo capitolo .
Qualche giorno fa Pino non si è presentato al lavoro, pare che il bambino piccolo si sentisse molto male, aveva avuto la febbre alta e con la febbre sono arrivate le convulsioni , tutta la famiglia era in ospedale . Quando l'ho rivisto ha raccontato la sua storia . Il piccolino aveva la febbre che saliva velocemente , in poco tempo era arrivata a 41 . La mamma aveva cercato di abbassare la temperatura ed era arrivata anche la vicina, che aveva messo una pezza fredda sulla fronte e bagnato i polsi e i piedini, ma la febbre, nonostante la Tachipirina, non scendeva . Il bimbo si lamentava tanto e la mamma lo teneva in braccio , finché ha perso conoscenza , ha rovesciato gli occhi e la lingua rientrata nella gola ha rischiato di soffocarlo. Carmelina gridava e piangeva, ma la vicina, rapida, ha capito cosa stava succedendo, ha messo il bimbo a capo in giù e ha afferrato la lingua . Insomma: gli ha salvato la vita .
 "Non mi importa niente di che mestiere fa , ha detto Pino, se non c'era lei il mio figliolo era morto ."
In ospedale gli hanno spiegato che quando la febbre sale troppo velocemente il cervello non riesce più a gestire lo stress e va in blocco ..più o meno . Questa storia somiglia sempre di più, come dissi l'altra volta , a quelle di Eduardo De Filippo, di Almodovar o di Pennac.   Che titolo si da a questo post ? Non saprei , magari me lo suggerite voi . Nell'etichetta metterò : la febbre e la puttana .

Buddleia Weyeriana e i suoi visitatori

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Buddleia Weyeriana




Buddleia Wyeriana e Macroglossa stellatarum





L'altra sera credo di essermi sentita male per il caldo. Cioè: sono sicura di esser stata male , non sono sicura che il caldo fosse la causa, ma è molto probabile . La sera precedente tornando dal lavoro avevo lasciato la macchina in un parcheggio al sole, perché la mattina sarebbero venuti Italo e l'elettricista a montare la pompa per il pozzo nuovo, così nel nostro piazzale non ci sarebbe stato posto per il loro furgone se ci fosse stata anche la mia auto. Nel pomeriggio presto ho dovuto andare in città e  prendere la macchina che avevo lasciato al sole . Ho pensato: ce la faccio, mi sta a pensiero ma ce la faccio . Il termometro in macchina segnava 41° . Come entrare in un forno acceso, ma quando ho messo la cintura di sicurezza il metallo in mano scottava . "41° col cavolo." ho pensato.  Sono partita e dopo poco ho acceso l'aria condizionata , ma avevo già incamerato tanto calore e ho cominciato a sudare, poi arrivata in città ho fatto, alle 16 circa , un tragitto a piedi cercando ogni ombrina ( tratto di strada in ombra, non pesce) possibile, e sono entrata in un ufficio con l'aria condizionata. Lì ho cominciato di nuovo a emettere liquido . Poi ancora alla macchina e al lavoro. La cucina è calda, non c'è niente da fare . Più tardi mi è venuto mal di testa e quando a mezzanotte sono uscita mi è venuta anche la nausea . Il ritorno in auto è stato difficile, con i finestrini aperti mi si freddava il sudore addosso ma non smettevo lo stesso di sudare e di aver voglia di vomitare. Penso sempre che mi venga un colpo quando succede così, ho la pressione alta e mi viene da pensare ad un ictus o ad un aneurisma, che pure è una cosa che è capitata, in famiglia. Mi capita di pensare alla morte per strada, di notte , e poi penso che forse non sto abbastanza male, ma effettivamente stavo perdendo la lucidità e facevo fatica a tenere gli occhi aperti sulla strada. A casa ho salutato la Holly , mi sono lavata lo strettissimo indispensabile poi sono filata a letto dove il dolore di testa e la nausea si sono attenuati e la stanchezza mi ha fatto presto addormentare . La mattina dopo andava meglio, il mio corpo era come lieto e grato di star bene di nuovo  . Ma per la prima volta nella vita ho capito che non si deve scherzare con questo caldo, non prenderlo sotto gamba.



Abbiamo l'acqua . Italo , che è l'idraulico e il babbo del ragazzo di una delle nostre figlie nonché un amico, ha osservato , guardandola uscire dal rubinetto "Che ricchezza!" Riguardo a quest'acqua ho molti pensieri. Uno riguarda il prezzo altissimo che stiamo pagando , un altro è "Quanto durerà ? Dieci anni , trent'anni , cinquant'anni?" Chiaro che nessuno me lo può dire. Con la mia consueta visione pessimista del futuro mi vien da pensare che non pioverà più e anche questa vena si seccherà. Poi c'è quell'altra voce interiore che dice "Non essere sciocca. Non ti riesce per una volta di essere felice ? No? Bè , dovresti provarci ."  In ogni modo ho annaffiato. Il giardino sta come uno che ha preso una sbronza e si sta rimettendo. Prima tutto quel turgore e abbondanza e ora caldo e secco . Succede tutti gli anni, è il momento di mettere il paraoccchi e tirare dritto , eliminando , quando ho tempo e forza , la vegetazione secca, rimettendola in forma di pacciamatura ai piedi delle piante superstiti . Nell'ultima parte del terreno recintato, in basso , abbiamo ricavato un piccolo orto, molto più grande degli altri anni . Abbiamo piantato pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, zucche, la trombetta di Albenga, insalata, bietole, basilico rosso, genovese e greco... dimentico qualcosa? L'orto sta bene , i pomodori sembrano gradire questo caldo esagerato , c'è tanta erba da zappare, e c'è bisogno del lavoro della Lori. La Lori sarei io nella mia identità di lavoratrice manuale . Nessuno mi ha chiamato Lori in famiglia e fra gli amici, mia madre aveva orrore per i diminutivi, li odiava e del nome che mi aveva messo temeva questa possibilità che diventasse Lori . Ci è diventato solo nei tanti posti di lavoro. I colleghi, pensando di essere confidenziali e affettuosi, mi chiamano Lori. Non mi piace, ma non mi ribello e penso che la Lori sia quella che fa le fatiche, quella che zappa le erbacce estive prima che diventino alberelli . Mi sto dilungando troppo e non racconto niente di essenziale, la prossima volta invece parlerò di un libro ( Farm city, l'educazione di una contadina urbana, qualcuno l'ha letto?) e parlerò della Giusi . Ho qualche difficoltà con li computer, ma le foto di Mauro sono ancora bellissime. mi emoziona pensare che, se uno cerca le immagini di Buddleia Weyeriana  verranno fuori anche queste immagini e forse le vedrà qualcuno che sta dalla parte opposta del pianeta... C'è qualcuno che è capace di dare un nome alle farfalle ? Non fatemi impegnare in questo , datemi i nomi e li inserirò nelle foto, grazie .

Farm City

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Non credo di essere in grado di scrivere recensioni di libri o di film.  Una recensione  deve comprendere un riassunto della trama,  e se la trama non c'è deve mettere in evidenza le cose più importanti che il libro, in questo caso si tratta di un libro, contiene . Deve anche dare un giudizio tecnico , e forse fornire una collocazione storico letteraria... Non sono capace di fare questo, per me  leggere un libro è un incontro e sono capace solo di raccontare cosa quest'incontro ha fatto venire alla luce dentro di me.

Farm city ha per sottotitolo "l'educazione di una contadina urbana "  .
Sul titolo devo dire due cose . La prima è sul concetto di educazione . Di solito penso all'educazione come a qualcosa che ti viene impartito, con le parole o l'esempio, da un altro essere umano, genitore o insegnante . Ma in questo caso l'educatore è l'esperienza stessa che si intraprende . Novella Carpenter, l'autrice di Farm City, ha solo dei ricordi dell'infanzia in campagna , del cibo che mangiavano e che era in parte autoprodotto e comincia da lì, ma non si può dire che  questa sia una base sufficiente per realizzare un orto abbastanza grande e poi allevare degli animali, inoltre c'è il fatto che tutto avviene nella periferia degradata di una città americana , Oakland . Novella legge sempre molto, si procura libri e riviste che possono aiutarla, ma non c'è niente da fare, è l'esperienza sul campo ad educare . Essere disposti ad imparare dai propri errori, mettersi in discussione, ragionare su ciò che si sta facendo, percorrere una strada originale con la testa e col cuore, questo uno dei messaggi.

Contadina urbana . Sembra una contraddizione , un nonsenso mettere insieme queste due parole . Novella ama le sfide e vuole proprio dimostrare che anche in città, occupando spazi abbandonati che nessuno vuole, ma che poi qualcuno finirà per rivendicare, si può ottenere il proprio cibo, buono come se fosse stato coltivato, e allevato, in campagna .

Due parole sul "contadina" . Mi è capitato ogni tanto di incontrare delle persone che avevano fatto, o fatto fare da altri , delle ricerche sul proprio cognome e avevano scoperto immancabilmente di avere origini nobiliari. E' una debolezza  diffusa quella di voler dimostrare di essere più di ciò che appare e poter dire che ora la famiglia è quella che è, ma c'è stato un tempo lontano in cui si era ricchi e onorati da tutti.  Io penso invece che in ogni famiglia, risalendo indietro si trovi sempre un contadino e una puttana, i mestieri che fanno sopravvivere. Tutti in passato hanno lavorato la terra , e sempre c'è stata l'occasione o il bisogno di vendersi. Il contadino resta nel sangue di tutti, chissà, forse anche la puttana, in qualcuno il  germe si sviluppa e  non si può esprimere, perché lavorare la terra, grande idiozia moderna, non rende abbastanza per poterci vivere, ma è un  mestiere bellissimo, più di un mestiere, un modo di vivere. Questo libro di Novella Carpenter  racconta un'esperienza talmente intensa e densa, scusate la rima, che è difficile restituirla e lo considero bello perché mi ha stimolato molti pensieri in moltissime direzioni diverse .Come una bomba di  emozioni e felicità che esplode in testa e fa venire voglia di provarci anche te, e se ci stai già provando, come me, di fare di più, di superarsi .

Dalle prime pagine di Farm city mi sono riconosciuta . Mi veniva una gran tenerezza verso questa giovane donna che, concentrata sull'obbiettivo di curare un orto rigoglioso, riempiva il portabagagli dell'auto di letame, si sporcava tutta, ordinava per posta una scatola di pulcini, li teneva a dormire in salotto sotto una lampada accesa ... eccetera eccetera . Un modello assai diverso dalle ragazze lampadate e griffate che vedo in giro, ma quanto più vera e viva!  La tenerezza dipende dal fatto che in lei rivedo me stessa, tanti anni fa, all'inizio della storia con l'orto, quando anche io ho allevato degli animali, cosa che vorrei riprendere a fare .
Spesso ultimamente mi sono chiesta "Ma io chi sono? Non ho combinato granché di buono, a parte le figliole, non ho una professione come le mie amiche ..." Leggendo Farm City ho esclamato dentro di me "Ecco chi ero , chi sono ancora : una contadina!" Non si può immaginare che gioia abbia provato in questo riconoscimento .
Vedo che ho già scritto una pagina e sono solo al titolo . Già, nonostante la stanchezza e il grande caldo, Farm city mi ha fatto tornare una gran voglia di scrivere.

Offida

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Assolutamente in controtendenza rispetto al resto d'Italia e al nostro passato recente e meno recente io e Mauro siamo andati in vacanza. Avevo deciso di partire nel pomeriggio del mio secondo giorno di ferie, per avere tempo di sistemare un pò la casa per mia figlia che sarebbe stata qui a dormire nei giorni che eravamo lontani.. Avevo preparato una borsa buttandoci dentro poche cose per rendere il fatto di allontanarsi meno importante . Mentre aspettavamo che il pomeriggio scorresse un poco, che facesse meno caldo per non soffocare nell'auto, mi è venuta una punta di inquietudine; ero in poltrona e sulla mia gamba un neo che ha cambiato forma e si è allargato mi è sembrato improvvisamente pericoloso. In realtà non lo è per niente, almeno credo, ma di colpo mi è venuta addosso una paura profonda e mi ci è voluto un attimo a riconoscerla: altro che neo, era la paura della partenza . E' una vecchia nemica, che mi ha disturbato spesso negli anni di gioventù e ora da tanto mi lasciava in pace semplicemente perché non partivo. C'era un unico rimedio. Mi sono alzata svelta dalla poltrona e ho detto a Mauro che ero pronta , andiamo via ! Ho fatto tacere tutte le voci, non le ho ascoltate più, abbiamo lasciato la Holly con un piccolo peso sul cuore, sapendo che la sera  una delle nostre figlie si sarebbe occupata di lei. Quando siamo stati lontani almeno una trentina di km ho detto a Mauro che mi era presa quella paura , e lui ha detto che era presa anche a lui , una specie di scomodità, di inquietudine profonda, che poi passa veloce all'allontanarsi da casa. Ho guardato il mio neo alla luce fortissima del pomeriggio bollente e non era più minaccioso, anzi piuttosto comune. La mia paura di partire è un complesso di sentimenti, partire è un pò morire, si dice, si lascia la casa e poi l'orto che ha bisogno di cure, e il giardino, che è secco e sofferente e deve essere annaffiato. Anche se c'è qualcun altro a fare queste cose si pensa che forse qualcosa andrà storto, che forse la Holly soffrirà perché non ci siamo, che forse si romperà qualcosa e nostra figlia non saprà come fare... Quest'elastico mentale resta fortemente teso per molti chilometri mentre ci allontaniamo, poi all'improvviso molla e ci si trova più o meno liberi , si può  cominciare ad ammirare il paesaggio dell'Umbria calcinato  dal sole, le sagome dei paesi di Spello, Assisi in lontananza, Trevi sulla collina e ci si sente felici di essere in viaggio. Siamo passati al margine della valle alta di Norcia e poi fra i monti rivestiti di boschi che sembrano freschi perché sono verdissimi e mi veniva voglia di fermarmi e andarci in mezzo, sparire dentro la vegetazione . Tutto è bello, viaggiamo di rado e ci piace vedere il mondo anche vicino a casa . La strada passa fra alte rupi rocciose, in alto si annidano piccoli centri abitati e veniva voglia di fermarsi dappertutto per vedere come vive la gente, come parla, mangia e dorme nel fresco di paesi isolati di montagna. Ma siamo corsi via verso la meta che questa volta erano le Marche e in particolare il paese di Offida , fra il mare Adriatico, i monti Sibillini  e il Gran Sasso.
Mi ricordavo che mia figlia grande, quando studiava a Bologna, stava in casa anche con una ragazza marchigiana e che la sua famiglia aveva un agriturismo vicino al mare. Avevo detto a mia figlia se le sembrava una buona idea che io e il babbo ce ne andassimo dall'Alessia, nelle Marche . Lei aveva detto di sì, che ci sarebbe piaciuto. Offida è un paese gioiello in una campagna fatta di colline ripide ma ugualmente rotonde, intensamente coltivate da trattori equilibristi che, visti da lontano, sembrano salire e scendere in verticale dai pendii e si pensa "Ora si ribalta!" ma non succede. Ovviamente. Le colline sono la prima sorpresa di questa terra, disegnate da geometrie create dai contadini che lasciano grandi prati di erba medica ( che era quasi del tutto secca) , distese di girasoli in tutte le fasi di maturazione, campi arati color avana chiaro ( la terra è argilla), vigne verdissime, tratti di oliveto, intervallati da fasce di bosco e interrotti da  formazioni di calanchi. E' tutto molto preciso e ordinato, ricondotto in limiti precisi, mentre i calanchi  all'improvviso rompono le geometrie e le regole.  Una meraviglia che ha alle spalle le catene montuose . Sulle cime delle colline, spesso in cima alle rupi , stanno i paesi che sono quasi tutti segnalati fra i borghi più belli d'Italia.





I paesi nella parte antica sono costruiti in mattoni, che  qui hanno un colore rosato. Foiano, da noi, è anch'essa costruita in mattoni, per l'abbondanza di argille del territorio, ma sono di un rosso piuttosto vivo. Offida, e Ripatransone , e Acquaviva e gli altri della piccola valle del Tesino dove eravamo noi, sono rosa , un pò come i paesi dell'Umbria, che però devono il colore alla pietra da costruzione. Con questi mattoncini di una dimensione omogenea i marchigiani hanno creato, nei secoli , palazzi, chiese, castelli, torrioni e case private molto graziosi, o imponenti, o severi, riuscendo a declinare il materiale che avevano a disposizione in moltissimi modi diversi . C'è omogeneità e fantasia, ordine  e ripetizione, ma anche originalità e spontaneità e molta bellezza in questi centri abitati .

Patty Smith e foto delle Marche.

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Uno di questi giorni mi ha chiamato la Concetta: "Ti va domani di venire a sentire Patty Smith che canta a San Francesco?" Non è che la Concetta sia una vecchia rocker, anzi ! E' una delle mie compagne di scuola con cui ho condiviso 5 anni di liceo,  pensieri, feste, un viaggio memorabile in Grecia e talmente tante cose, alcune dolorose, che non posso nominarle tutte . E' una delle mie amiche più care. Da tanti anni fa parte di una comunità neocatecumenale, ma questa cosa non l'ha limitata . Ha quattro figlioli e, da un anno, ha anche una nipotina . Uno di loro adesso è a Londra dove frequenta una scuola per tecnici del suono,  è proprio da Andrea che lei ha saputo del concerto di Patty Smith ad Arezzo . La notizia ha fatto un giro pesca, ha attraversato la Manica ed è tornata via Skype ad Arezzo. Il giorno del concerto, intorno alle undici , eravamo insieme ad altre 500 persone, di cui molte conosciute, ad aspettare che si aprissero i portoni della chiesa di San Francesco, quella, per capirsi, dove Piero della Francesca dipinse il ciclo della Vera Croce, che ha ispirato le ballate di Patty Smith, in particolare il " sogno di Costantino". Il breve concerto si chiamava proprio così "A proposito del sogno di Costantino". Mentre si aspettava,  la Concetta mi ha detto che si ricordava perfettamente della mia passione per questa cantante e di quella volta che avevo comprato un suo LP. Le ho detto che questa cosa se l'era sognata, che Patty Smith mi piaceva ora che eravamo quasi vecchie tutte e due, e che  nella vita non avevo mai comprato un suo LP, ma si vede che quel giorno dovevo proprio esserci anch'io e che ero contenta che si ricordasse tanto bene cose mai avvenute. Non capisco quale meccanismo psichico porti la Concetta a ricordare cose di questo tipo, se intreccia persone e ricordi o se ha un inconscio particolarmente creativo, d'altra parte da ragazza scriveva bellissime poesie, brevi , concentrate e per niente sdolcinate.
Non è che io entri così spesso in San Francesco. Come tutti quelli che hanno cose belle a disposizione finisce che ne usufruisco poco . Varcare il portone dopo tanto tempo mi ha emozionata . Una volta di più ho rimpianto di non capire l'inglese e di afferrare solo poche parole . Non c'era traduzione e questo mi ha pensare :
A) che gli aretini ormai comprendano tutti l'inglese , che mi sembra improbabile.
B) che facciano finta di capire per non sembrare  arretrati
C) che si siano vergognati di proporre la traduzione per il motivo precedente.
Così, nella completa ignoranza delle parole, mi è rimasto solo il gusto di ascoltare la  voce profonda di Patty e quella degli strumenti che l'accompagnavano ( musicisti bravissimi!) e intanto ammirare la chiesa. In questi casi mi commuovo e mi viene da piangere per l'emozione, per la musica ( sono come la mia figliola più piccola, che da bambina mi diceva con i lacrimoni "Mamma , questa musica mi fa piangere") , per il fatto di ascoltare questa donna generosa, intelligente, impegnata, che si è fatta prendere dai dipinti del famoso Piero, che raccontano storie già lontanissime al momento che lui le ha dipinte . Quanta storia in questa vecchissima chiesa ! La storia della Vera Croce, la storia di Piero, la mia storia personale. San Francesco è stata la prima chiesa che ho frequentato, abitavo, da piccola, poco lontano, nel centro storico, e venivo in chiesa  non con la mamma, che non ci veniva mai,  ma con la zia Lisa, che abitava nel nostro Palazzo . Mi ci portava a giugno, per la processione di Sant'Antonio e c'era il profumo dei gigli bianchi che riempiva l'aria.
 La mamma non aveva tanto piacere che mi portasse in chiesa, diceva che i preti rimbambiscono le persone, ma io con la zia Lisa ci andavo tanto volentieri, e la mamma le voleva molto bene. Non  capivo allora che  sulle pareti dell'abside c'erano dei dipinti importanti, guardavo in alto e nella luce fioca della chiesa mi piaceva guardare i travi disegnati delle capriate, le edicole ricamate con le statue dei santi e della Madonna che davanti a Gesù morto mostrava il proprio cuore trafitto. San Francesco è una chiesa austera e molto semplice, medievale, ad Arezzo pare che il Barocco, di cui sono ricche le Marche, non sia quasi trascorso, sembra che siamo passati direttamente dal Medioevo al diciottesimo secolo. In effetti nel seicento Arezzo era poverissima e battuta da epidemie che decimavano la popolazione. Il centro storico è prevalentemente medievale e molto severo. Quando io ero bambina Arezzo non era una città turistica, e anche a vedere i dipinti di Pier della Francesca ci venivano rari e coltissimi turisti. Erano gli anni del boom economico, della riviera romagnola,  dell' "Italia in miniatura", e  la gente, della cultura,  se ne fregava allegramente o così sembrava a me. Trovarsi ad ascoltare ballate celtiche nella nostra chiesa più nota è stata un'emozione. Ho pensato che la Chiesa , che di solito dorme, abbia esclamato, sentendo questa musica : "Cavolo! Son tornati i barbari!"  Barbari colti, barbari che si incantano davanti alla bellezza e alla storia che per noi che viviamo qua sono quotidiane.

Lascio qua altre foto delle Marche : non è una terra bellissima?

Offida, La valle del sole.

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Nelle Marche siamo stati ospiti di un agriturismo che è una vera azienda agricola, e non un albergo camuffato: si chiama "La valle del sole".   Hanno dieci ettari di vigne e producono vino di quattro diverse qualità , il Rosso Piceno, il rosato, e due  bianchi , la " Passerina" e il "Pecorino". Da noi con questi nomi sarebbero rovinati, perché la passerina è  la "passerina"... ma i vini prendono il nome da due vitigni, la Passerina e il Pecorino, appunto, e quest'ultimo è stato ritrovato nelle montagne vicine e si è provato a vinificare, ottenendo un vino bianco di alta gradazione alcolica, buonissimo. L'azienda è biologica, i vini hanno sapori intensi e puliti, niente chimica e niente aromi accattivanti . Non so se mi capite, ma noi abbiamo prodotto vino, un tempo, e sappiamo riconoscere un prodotto "vero" e oltretutto ottimo. Tutte queste cose ve le spiegheranno, se ci andate, le due fatine, Alessia e Valeria, che gestiscono l'agriturismo insieme con la mamma, mentre il babbo si occupa delle vigne, che corrono a capofitto giù per i pendii e sono tenute alla perfezione, tutte zappate intorno al pedone . Ammiro molto una vigna ben tenuta, come, in generale, un lavoro ben fatto.
Siccome siamo stati proprio bene , abbiamo mangiato e bevuto bene, verdure e carne prodotte in azienda, che di questi tempi è una cosa rara (le olive ascolane fatte in casa !), abbiamo intrecciato un rapporto "vero", come il vino, lascio qui indirizzo e numero di telefono, magari qualcuno potrebbe avere il ghiribizzo di andare...
La valle del sole , Contrada San Lazzaro 46 Offida - 0736 889658-


Potrei intitolare queste foto : "Cosa si può fare con dei mattoncini" .

Per esempio con dei mattoncini si può fare , oltre alla parete, una bella cornice decorata.


Oppure si può fare un bellissimo porticato nella piazza centrale e triangolare del paese.


Si può costruire un palazzo che ospita un teatro...

...o realizzare un palazzo severo eppure tutto ricamato, leggero come se fosse solo disegnato...


Qui i mattoncini sono dipinti sulla facciata e imitano le tante sfumature di rosa del cotto.

 Sui mattoncini il tempo .


Decori di cotto.


Con i mattoncini  ...


Mensole a sostegno del tetto ... di mattoncini.

Andare in vacanza nelle Marche è piacevole, i marchigiani sono gentili, ma non in modo esagerato, la mamma di Alessia e Valeria  ha detto che alla fine, se compri o non compri la loro merce, se vai o non vai nei loro alberghi, gli interessa relativamente, se non ci vai te ci andrà qualcun altro e la vita continua ugualmente . Non ti senti, a girare per le strade, il "turista", non ti guardano come se stessero per attaccarti una flebo e succhiarti fino all'ultima goccia di sangue, sensazione che ebbi una volta ad Alberobello, dove sembrava che tutto fosse predisposto solo in attesa del gitante e il paese non avesse più una vita propria se non in funzione del turismo. Le Marche marciano da sole, i turisti possono non esserci , il paese è ugualmente vivo, affaticato, più lento, come tutta l'Italia in questa fase . Ci hanno detto che i turisti usano le Marche come sosta per scendere a sud, in Puglia soprattutto, ed è un peccato, perché le Marche sono bellissime , ed io ho visto solo una piccola porzione e sono già entusiasta .
Mi fa venire in mente "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" all'inizio, dove parla del viaggio e della scelta di percorrere strade secondarie, da cui si vede la vita delle persone e si deve viaggiare a velocità ridotta, e finisce che il viaggio diventa anche un viaggio  dentro di se e la lentezza permette una visione più profonda che diventa subito affettuosa. Siano stati solo pochi giorni e mi sono subito affezionata ai luoghi, è successo perché siamo rimasti in un piccolo territorio e abbiamo cominciato ad apprezzarlo e vederlo non come una cartolina ma come un posto per vivere . I primi giorni faceva troppo caldo e siamo stati tanto al mare, quando dico al mare intendo proprio dentro, immersi a nuotare e sguazzare per diverse ore al giorno. Ci mancava proprio. Poi il tempo è cambiato ed è arrivata la pioggia, il Tesino, un fiume  asciutto dal letto  invaso dalle erbe estive , in qualche ora è diventato un torrente impetuoso di acqua marrone . I paesaggi sono diventati cupi e fascinosi, ricchi di contrasti  .

LUCA

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Come si fa a raccontare una storia senza invadere la privacy di chi la vive ?  Avrei bisogno di condividere tutti i pezzi di questo puzzle che ho messo insieme, che non formano un disegno compiuto. Compare qualche pezzo di una fotografia per forza incompleta eppure forte e marcata, così tanto da far immaginare  quale sarà la fine della storia.
E la fine è questa: domenica  5, alle due del pomeriggio, di questo agosto rovente del 2012 che toglie il fiato e la voglia di far qualunque cosa, il nostro amico Luca  è salito sul tetto, forse per non essere visto dall'altra persona di famiglia che era in casa in quel momento, forse per essere sicuro di non sopravvivere, e si è buttato di sotto .
Pensavo in questi giorni che mi pare di essermi chiusa in un guscio negli ultimi anni, di essere diventata "anaffettiva", cosa di cui mi hanno accusata le mie figlie un paio di volte, eppure questa notizia, che mi ha comunicato mio marito per telefono mentre ero al lavoro, mi ha sconvolto profondamente, mi ha provocato un grande dolore, pur senza stupirmi.
Un breve articolo sul giornale locale ha messo un sigillo sulla vita di Luca definendolo un depresso .
Sigillato bollato e messo in una bara: archiviato. Anche io, quando leggo "depresso" di qualcuno che non conosco tendo ad archiviare, la depressione sembra tanto diffusa e comune! Eppure dietro la depressione ci sono sempre molte cose, può esserci la perdita del lavoro, o un comportamento imprudente che ti fa cadere in rovina, una dipendenza (gioco, droga, alcool), una malattia, propria o di un familiare. Per noi che conoscevamo Luca è impossibile archiviarlo così . Naturalmente non posso parlare della vicenda complessa che lo riguarda , perché è anche la storia della sua famiglia , che esiste ancora e dovrà sopravvivere, e di sicuro interpreterebbe male ciò che io potrei scrivere . Eppure sarebbe bello poter raccontare tutto ciò che si fa per affrontare una situazione, con le migliori intenzioni, e non si dovrebbe fare, e come si intrecci il passato di due famiglie per convergere in una sola e fare un carico di problemi e dolore grande e invisibile all'esterno, e come una persona se ne faccia carico in solitudine senza cercare aiuti e se ne faccia annullare .
Luca è comparso nella nostra vita forse una quindicina d'anni fa . Mio marito, creatura sensibilissima capace di guardare nel cuore dei suoi amici maschi , lo ha portato a casa nostra ed è diventato suo amico. Luca aveva già una storia dolorosa alle spalle . In seguito sono venuti a cena ogni tanto , lui e la moglie, ma spesso veniva lui solo, mangiava con Mauro e con le ragazze, perché io lavoravo, piaceva tanto al nostro cane Chicco, portava la macchina fotografica e faceva foto molto belle ai fiori del giardino, in quelle fasi esplosive primaverili o autunnali , quando si riempie di vita . Ci ha regalato un suo computer, ha costruito per noi il computer su cui scrivo adesso. Ci ha fatto compagnia, con una presenza discreta e piena di comprensione di cui è capace solo chi soffre o ha sofferto. Piaceva alle nostre figliole, era un uomo mitissimo e gentile, fumava tanto, ma quando accendeva la sigaretta, anche nel pieno dell'inverno, usciva di casa per non disturbare. Non disturbare era una sua regola di vita. Una sera venne a trovarci che io avevo appena ritirato in casa le piante delicate per l'inverno. C'era una pianta grassa, un cactus spinoso, che durante l'estate aveva cacciato fuori due nuove palle finendo per assomigliare ad un fallo. Quando lo vide si mise a ridere e non finiva più. Era raro vederlo ridere così liberamente . Portava un peso esagerato, un peso esistenziale che non  voleva dividere. Quando non stava bene semplicemente spariva, non rispondeva al telefono, si rendeva irreperibile. Poi riappariva , dopo settimane o mesi, col suo sorriso triste . Non dava spiegazioni, non raccontava nulla, era lì e sorrideva. Ultimamente era più di un anno che non si faceva vivo e   Mauro e io avevamo pensato spesso a lui, che stava  chiedendo troppo a se stesso e non poteva resistere a lungo. E' strano come siamo capaci di vedere le cose degli altri dal di fuori e le nostre restino sempre nebulose .
Penso che ognuno di quelli che lo hanno conosciuto abbia una sua immagine e una sua verità su Luca, la moglie, la madre, la suocera , i parenti più lontani , i colleghi . Ognuno vede degli altri solo ciò che è capace di interpretare, ciò che gli rimane familiare , così per esempio un uomo che lavora con fatica perché oppresso da problemi insolubili può sembrare a qualcuno un vagabondo, ma non è così . Ognuno proietta sull'altro parte di sé così l'altro resta alla fine sconosciuto e inconoscibile. E ora se ne è andato in una giornata caldissima di agosto e qualcuno ha detto che è stato il caldo, non lo sopportava . Caldo e depressione, ma la vita non è così semplice. Fa comodo pensare che il caldo e la depressione l'abbiamo ucciso, è semplice e lineare, permette una rapida archiviazione. Allora perché mi sento un pò responsabile di questa morte , io ed altri che l'abbiamo conosciuto? Il confine fra la libertà personale e l'autodistruzione , a volte, è fine come un capello. La cosa più vera l'ha detta mio marito , che a volte la vita ci regala degli incontri speciali con persone taciturne, che non appaiono all'esterno per le creature preziose e delicate che sono e si deve ringraziare la vita per avercele regalate, anche se per un tempo breve.

La lepre e la notte

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La notte scorsa tornavo a casa dal lavoro e sono passata dalla superstrada . Passo di lì il sabato, quando è più facile sulla strada statale trovare la polizia e io sono stanchissima e soprapensiero , e qualche volta, nonostante normalmente sia una lumaca, vado un pò troppo veloce. Una volta mi hanno fermato  e da allora passo dalla superstrada dove ci sono meno controlli .
Ieri sera andavo piano altrimenti avrei investito la lepre che mi è apparsa alla luce dei fari in mezzo alla carreggiata . Ho rallentato tanto e lei, o forse lui per le dimensioni, ero seduto là in mezzo, all'arrivo della macchina ha cominciato a correre e andava un pò di qua e un pò di là . Era un leprone molto veloce. Sono situazioni irreali , guardavo nello specchietto retrovisore che non arrivassero altre auto da dietro e intanto cercavo di indirizzare la bestiola verso il campo sulla destra, ma lei tornava a sinistra verso lo spartitraffico di cemento, alto circa un metro, alla fine mi sono fermata,  pericoloso in quella strada a senso unico di marcia, e le ho gridato di andarsene verso il campo, ho aperto la portiera della macchina e guardato ancora dietro. Quando ho guardato di nuovo la strada non c'era più. Sparita. O sparito. Che abbia saltato il garderail? Evidentemente voleva proprio andare dall'altra parte.  O forse se ne è tornato indietro veloce sparendo dalla zona illuminata dai fari? Con le sua zampe lunghe sono possibili molte cose. Ero  troppo stanca , era l'una e mezzo di notte e l'incontro con la lepre mi ha svegliato. Sono ripartita pian piano, sperando che si fosse messa in salvo dal prossimo automobilista . Questi incontri notturni sono Meravigliosi, la meraviglia che è a disposizione di tutti, basta esserci al momento giusto.
Comunque a volte non si può fare niente per salvare qualcuno, si prova ma non si può fare niente. Così mi è  tornato in mente Luca, per l'ennesima volta in questi giorni . Dopo la prima forte impressione della notizia del suo suicidio non avevo provato più nulla. Ora mi ritrovo spesso sul tetto accanto a lui gli istanti prima che si butti di sotto e guardo il caos dei suoi pensieri ,senza conoscerli tutti , senza sapere quale catena l'abbia portato fin lì , provando un'enorme amarezza.

Offida, Santa Maria della Rocca

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Cosa si vede da Santa Maria della Rocca.


La cripta.


L'ingresso anteriore della chiesa, in realtà appare come fosse di dietro e meno importante.


L'ingresso posteriore di Santa Maria della Rocca.


Gli affreschi del Maestro di Offida.



La chiesa superiore, l'aria dentro era soffocante.
Avvicinandosi a Offida di lontano si vede l'immagine suggestiva di un edificio in cima ad un dirupo,  la chiesa di Santa Maria della Rocca . E' una chiesa scatola, che ne contiene un'altra e i resti di una terza più antica . Non è insolito , anche ad Arezzo San Francesco e Santa Maria della Pieve hanno una cripta, un'altra chiesa sotterranea. Santa Maria della Rocca si trova  in cima ad un calanco naturale e avvicinandosi a piedi si sale verso il portone in alto,  che si immagina sia   l'ingresso principale, ma in realtà si entra nel retro della Chiesa, nell'abside  e nella cripta, che qui non è sottoterra, ma molto rialzata rispetto al terreno intorno all'edificio. Davanti all'ingresso c'è una scala che non è né una scala né una rampa, scomoda e ripida, come se per entrare ci fosse un ostacolo, se si volesse sfavorire l'accesso. Si rimane stupiti perchè tutta la costruzione è enorme, ma si entra invece in un ambiente basso e molto suggestivo , col soffitto a volte, tanto che viene da abbassare il capo,  senza alcun ornamento, a parte degli affreschi molto belli di un certo Maestro di Offida, che si riconosce perché dipinge sempre Gesù con un uccellino in mano.  Gli affreschi sono nelle due cappelline laterali alla porta e sembrano isolati e slegati da tutto il resto. Nella cripta  una signora che fa da guida e da custode spiegava  la storia della chiesa, costruita intorno ad una chiesetta povera e antichissima di cui restano le mura laterali che mostrano ancora le finestrelle, ma sono avvolte e incapsulate dal nuovo edificio . La signora ci ha spiegato che la chiesa, durante le pestilenze, diventava un rifugio e il luogo di sepoltura dei morti, tanto che  nello spazio fra le mura più antiche e quelle più recenti furono ritrovati innumerevoli cadaveri, ormai divenuti scheletri, accatastati , e ancora se ne vedono le ossa attraverso un vetro posto sul pavimento. La chiesa della Madonna accoglieva innumerevoli moribondi e li salvava, in quei tempi di terrore,  dalla perdizione e dall'oblio, accogliendoli nell'Amore Eterno.  Questa "chiesa scatola dei morti" ha qualcosa di sinistro e soffocante, la cripta  dovrebbe trovarsi sottoterra, e invece si deve salire per entrare, sembra una costruzione sbagliata . La guida ci ha detto che potevamo salire al piano superiore, quello della chiesa più recente, per una scala che si trova in fondo e sul lato della cripta, invisibile dall'ingresso e a me pareva di cercare una normalità che non avevo trovato, ma sono rimasta delusa, perché la chiesa superiore é uno stanzone col soffitto altissimo, senza garbo e ornamenti, e dentro c'era tanto caldo . Santa Maria della Rocca è il monumento più importante a Offida, una chiesa dedicata alla Madonna in un paese dedicato ad un dio Serpente, una divinità dei Piceni che abitavano il luogo prima di tutti, prima dei Cristiani e  se ci si pensa non è strano che la chiesa risulti tutta sbagliata, la Vergine e il Serpente sono nemici da tempo immemorabile . Mi ha dato una sensazione di non omogeneità, di mancanza di un progetto unitario o forse di una doppia anima della Chiesa .Ha comunque un fascino tutto speciale con la sua disomogeneità , quasi che restasse un tempio in parte pagano.  Le foto sono sempre, manco a dirsi, di Mauro. Bisogna che lo scriva ogni volta, è il prezzo per pubblicarle.


Post scriptum : non scrivo mai post scriptum, ma questa volta faccio un'eccezione, siccome vedo che a leggere i post capitano le persone più disparate, voglio ringraziare qui la guida della chiesa di Offida che ci ha spiegato tanto bene alcune cose , offrendo un'immagine non convenzionale e richiamando il totem del dio serpente , che mi ha acceso la fantasia. Se capiterà per caso qua saprà che apprezzato il suo lavoro.
Ho già scritto tre post sulla vacanza nelle Marche, ma deve essere perché viaggiamo pochissimo e così ogni viaggetto è una cosa che assaporiamo in tutti i particolari. Già, Sari, un libro di viaggi... chissà?

Uccidere

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In questi giorni sono stata tanto tappata in casa per il caldo. Ne ho parlato con la Loretta del Roseto in Via Cerreto e vedo che siamo in sintonia, siamo nauseate dal caldo e dalle sue attuali compagne , le zanzare diurne. La situazione è al limite della disperazione, io reggo, mi rendo conto, perché devo andare a lavorare e  sento la responsabilità di essere, la sera,  se non fresca almeno disposta a sei/ sette ore di lavoro fisico costante con cervello acceso, quindi per il resto mi risparmio un pò e aspetto a gloria la fine di questo "Lucifero" davvero infernale. Non vi dico che aspetto hanno i boschi e la campagna intorno, molti lo sapranno perché vivono anche loro in queste zone che diventano predesertiche, è inutile far finta di no. Qualche giorno fa scendendo per la scaletta alla vasca dei pesci per annaffiare ho sentito un fruscio , come lo produce l'acqua che esce da una fessura del tubo. I nostri tubi son molto rotti e riparati con il nastro adesivo. Mi son chiesta se era possibile che il giorno prima avessimo lasciato la cannella aperta, perché comunque il motore del pozzo lo spengiamo con un interruttore in casa, ma mentre mi ponevo questa inutile domanda ho visto che il rumore lieve era prodotto da qualcuno che s muoveva lento verso il muretto, un serpente . E' l'anno dei serpenti, questo, ne vidi uno piccolo che nuotava nella vasca, prima che si riempisse di erbe ossigenanti come un'insalatiera, ma questo qui era bello grosso. Sono tornata piano in casa e ho detto a mio marito che venisse a vedere anche lui, non sia mai che sia una vipera! Ho detto. Ma lui quando sente serpente si scoccia subito, non ha mai del tutto superato l'orrore che provava da più giovane. Poi c'è stata una telefonata opportuna che gli ha impedito di venire con me . Io sono tornata di sotto e il serpe era ancora là, fra l'erba secca , grosso, grigiastro, corto, con delle macchie più scure alternate, e la testa in vista , ma non abbastanza . Insomma , alla fine se ne è andato, o perlomeno è andato dove io non potevo vederlo, e non l'ho ucciso, ma avrei dovuto farlo certamente . Per vari motivi . Molto probabilmente era una vipera. Ci sono vipere qua intorno, anni fa il vecchio Goffredo fu morso nell'orto da una vipera che stava fra i sassi di un muretto, stette in ospedale un sacco di tempo. Qui da me ci sono diversi gatti e un cane e di solito sono un deterrente forte per i serpenti , ma ora è così caldo e la vasca è una piccola oasi con acqua, pesci e rane , cioè cibo . Chi rinuncerebbe ad una proprietà con piscina e cibo in abbondanza?
Quindi : se era una vipera, cosa controllata con le foto di Internet , che lasciano qualche dubbio , ma non tanti, è pericolosa per noi e per il cane, per i gatti di meno , sono più esperti.
Se non era una vipera era comunque una minaccia per i pesci, non voglio mica fare un vivaio di serpi, vorrei una vasca di pesciolini , libellule e anfibi, e devo difendere il progetto!
Quindi dovrò uccidere. Chi mi segue, non tanti ormai, sa che ho letto di recente "Farm city" . Anche lì si parla di uccidere, in realtà la vita in campagna , o comunque la realizzazione di una piccola fattoria anche urbana, sono scelte che ti pongono prima o poi davanti alla necessità di uccidere, per non essere ucciso, per mangiare, per conservare quello che hai . Uccidere te , in prima persona, senza affidare il compito alla chimica o ad altre diavolerie. Per noi essere umani moderni, per alcuni di noi , quelli che non girano armati , che vivono nel tentativo di essere in pace, è difficile pensare di uccidere , eppure qualche volta necessario .
Nelle case di campagna dell'uccisione degli animali da mangiare se ne occupano spesso le donne, da loro passa la vita e la morte . Così torno a Farm city, qualcuno l'ha letto e trovato " carino". No, non è carino, a volte fa ridere, e non è condivisibile al 100%, ma pone all'attenzione questioni reali , come procurarsi del buon cibo, come uccidere gli animali che si allevano, come proteggere il luogo che si coltiva , questioni che , comprando il petto di pollo al supermercato, ma anche il tofu, si ignorano. Questo non fa di noi persone migliori, fa di noi esseri piuttosto artificiali, che a volte teorizzano pace sociale , non violenza e altre robe del genere senza aver mai toccato niente con mano , non so se mi spiego . Novella Carpenter ha sviluppato l'idea di allevare e coltivare da sola il proprio cibo e ha voluto essere responsabile anche della morte dei propri animali. Anche chi compra le fettine al supermercato , ma perfino le carote, si ciba perché qualcos'altro muore . Le cose che ho scritto ora dipendono dalla presenza del serpente, sempre "disturbante", dal paese di Offida, col suo serpente aureo, fino a Ciggiano , casa mia. Prima o poi col serpente bisogna averci a che fare, me lo disse anni fa una sciamana e in fondo me l'aspettavo, d'altra parte è matematica : Laghetto, libellule, pesciolini, ranocchie, e alla fine , serpente .
Farò sapere gli sviluppi, se lui non sarà più veloce di me .

Le grotte di Montecucco

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Campanule coraggiose.


L'ultima parte del camino di ingresso.









Qui si vedono nelle rocce le creature che abitavano questi luoghi quando c'era il mare, prima che le zolle continentali spingessero l'una contro l'altra facendo alzare il suolo e creando gli Appennini. O qualcosa del genere.




Drappeggi di roccia.

Come funghi del legno.



Mercoledì scorso siamo stati alle grotte di Montecucco. Se ci ripenso mi pare di esser matta. Che mi ha preso di andare a Montecucco nel giorno più caldo dell'estate 2012 sinceramente non lo so. Con la Giusi della pizzeria dove lavoro si era detto di andare, una volta o l'altra, ed è possibile solo il mercoledì, che è il giorno di chiusura . La Giusi se qualcuno le dice "Vieni? Vado all'Inferno. " va di corsa anche lì, per dire il tipo.  A me per schiodarmi da casa mi ci vuole il solvente per le colle potenti e a Mauro un solvente più forte ancora . L'idea era di  fare un'escursione più lunghina, non il percorso "scoperta" , come lo chiamano gli organizzatori , che dura circa 3 ore, e nemmeno quello speleologico detto "avventura", che forse non saremmo stati in grado. Quello medio, che prevede 4/5 ore di cammino e si chiama la "traversata", perché si entra dentro il monte da una parte e si esce da un'altra .Si percorre quasi un chilometro nella pancia della montagna. Si può fare solo prenotando e si deve formare un gruppo di almeno sette o otto persone mentre noi eravamo in tre, quindi ho detto alla ragazza del punto informazioni che mi chiamasse se il gruppo si formava, pensando che di sicuro sarebbe stato un  tranquillo, benché caldo, mercoledì di riposo a casa .
Oh non  mi ha chiamato per davvero?
Io quasi speravo che non lo facesse . Insomma, la mattina di mercoledì alle 9 eravamo a Gubbio, anzi a Costacciaro,  dove parte il pulmino che porta al pianoro da cui si involano i deltaplani, che era il punto di partenza dell'escursione. Eravamo sedici, con due ragazzi , fratelli, speleologi, come guide. Avevo il pensiero segreto di non farcela, il caldo mi ha costretto all'inattività, salvo i lavori di casa, e sono completamente fuori allenamento. Tralascio il primo tratto di strada in una montagna pelata e asciutta con prati gialli in cui spiccavano ciuffi di eringio azzurrissimo che di solito risponde al colore del cielo, ma quel giorno non tanto perché c'era sul panorama vastissimo e meraviglioso una notevole foschia dovuta all'umidità che l'aria secca e il sole continuano ad estrarre dalla terra . Qua e là macchie fittissime di faggi praticamente nani, di un verde scuro, quasi nero,  un colore che esprime un messaggio chiaro: Resisto.
Lungo il sentiero c'era un ciuffo coraggioso di campanule, piante endemiche di alta quota, anche loro azzurre, non so come fanno a fiorire in quelle condizioni , un vero inno alla vita. Cammina cammina, sempre in salita , abbiamo raggiunto una quota di 1200 metri circa dove si trova una piattaforma di metallo, affacciata su uno strapiombo, e ad un cancello dello stesso materiale : l'ingresso alla grotta . Mi è venuto in mente il cancello di Moria del Signore degli Anelli dove stava scritto " Dite : Amici, ed entrate" e loro stanno tante ore a scervellarsi sul significato e poi capiscono che dovevano solo dire amici in lingua elfica cioè "Mellon" e allora possono entrare, finalmente, e sfuggire ai mostri che si stanno risvegliando nel lago davanti a loro.
Come dire? Mi è venuta una strana eccitazione e mi sono sentita nel posto giusto. Dalla grata veniva un'aria fredda come se fosse acceso al massimo un condizionatore, ma lo sapevamo, dentro le grotte c'è una temperatura, estate e inverno,  di 6°, ed eravamo attrezzati . Siamo scesi all' indietro per una serie di scale reggendosi con le mani  e questo è stato il primo piccolo ostacolo quanto meno mentale, camminare all'indietro è un esercizio insolito e scendere per un "camino " naturale, seppure attrezzato, non capita tutti i giorni . Come calarsi da un palazzo di 9 piani, ha detto Mauro. Con noi c'era un uomo giovane con un I Pad che ha fatto delle foto più belle di Mauro, questi aggeggi diabolici ( Steve eri e rimani un genio) vedono nella penombra meglio dell'occhio umano e del'obbiettivo della macchina fotografica, acchiappano tutta la luce che c'è .
Andare alle grotte di Montecucco non è una visita , è un'esperienza, come ha detto la Giusi , niente di trascendentale, ma ci devi mettere del tuo e questo ti fa sentire bene. Potete vedere che avevamo un casco, e all'inizio sembrava inutile, ma alla fine del percorso abbiamo capito a che serviva . Abbiamo camminato in vaste sale, su passerelle d'acciaio che mi pare un miracolo siano riusciti a costruire là dentro modificando l'ambiente meno possibile, ma anche sulle pietre e sulle concrezioni  e si deve fare attenzione, perché è tutto lasciato molto naturale, sono solo predisposte delle ringhiere in corda d'acciaio. Una sala raggiunge i 40 metri d'altezza, ma non te ne accorgi . Più in là si passa in pertugi stretti, a contatto con le formazioni plastiche che sembrano fatte di argilla fresca o pongo .
E' bellissimo.
Nella sala Margherita, Luca, il giovane che ci guidava, ha chiesto a tutti di spegnere le luci dei caschi e di fare silenzio poi ha spento tutta l'illuminazione, per far assaporare l'ambiente della grotta come è in natura. Buio assoluto e lo sgocciolio dell'acqua, nonostante che siano tre mesi che non piov . Un buio così è impossibile anche nella notte più scura.
Anche lì vivono rari animali, insetti privi di occhi e di pigmento e nelle zone vicine agli ingressi, numerosi e non tutti conosciuti, ci sono i pipistrelli. Ognuno ha pensato delle cose nel chiuso della sua testa, o ha lasciato cadere un seme per pensieri futuri;  io per me ho pensato che anche questo luogo è di Dio, e gli uomini l'hanno scoperto per caso, ci sono delle iscrizioni dell'800, ma solo dopo il 1967 si sono percorsi per intero i 20 km finora conosciuti. Per passaggi angusti si arriva, ci hanno detto, ad una serie di ambienti ad un livello inferiore, sotto quell'enorme sala di pietra ricoperta di merletti fatti anche loro di pietra resa liquida e poi di nuovo solida dallo scorrere dell'acqua, lentissimo, attraverso i millenni.  Montecucco riserva ancora caverne e cunicoli inesplorati, alcuni forse percorribili, altri senza ingresso, o con ingressi franati e nessuno li vedrà mai. Lì entra solo l'acqua e, al buio e nella quiete, crescono da sole, senza badare al tempo che ci vuole, meravigliose strutture di pietra.  Mi fa l'effetto delle piante fiorite in mezzo ai boschi, dove le vedono solo gli animali che passano di lì.
Dio non ha bisogno di esser visto dall'uomo, mi vien da dire ...
L'ambiente delle grotte è una specie di ultima frontiera in un mondo quasi tutto conosciuto, in questi luoghi a loro modo estremi, dove perfino il concetto di "alto" e " basso" perde in parte significato, si impara ancora qualcosa su di noi , anche sul fatto che non siamo così "centrali" e importanti nella creazione.
Siamo usciti per un altro camino, salendo una scala fissa e tenendosi con le mani, praticamente in verticale,  ho dovuto mettere lo zaino davanti , ma poi ho dovuto toglierlo perché il passaggio era troppo stretto. Non ho avuto paura neanche una volta , anche se il canale di uscita era davvero stretto. Penso che fosse la compagnia di tanti altri esseri umani a farmi sentire sicura.
Ora mi immagino Mariolino se passa di qui dirà : ma questa stava sempre in casa a pensare al passato... che gli è preso di andar tanto in giro ?
Mi sa che invecchio, perché nonostante la fatica e la stanchezza ( al ritorno sul sentiero sono stata proprio l'ultima ) assaporo queste esperienze come da giovane non avrei saputo fare .

Article 8

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Non so da dove cominciare . Mi frullano in testa tanti pensieri e il fatto che gli ultimi post parlino di viaggio e di cose contingenti non significa che abbia smesso di pensare, solo che tutto ribolle nel calderone senza trovare una forma compiuta ,  poi il vapore preme sul coperchio e sbuffa fuori una di quelle pensate complesse e variegate , difficili da raccontare .
Queste ultime notti sono state turbolente, una è trascorsa quasi insonne, quella successiva ho sognato tanto, ritrovandomi nella casa dei miei genitori in contrasto con loro, molto arrabbiata, e la notte scorsa lo stesso, molti sogni e molto arrabbiati , dove dico che non voglio più saperne di certe persone e di certe situazioni .

 Nella vita di tutti i giorni non mi arrabbio mai, ultimamente . Non ho occasione, le mie figlie sono lontane, con mio marito esercitiamo la pazienza l'uno con l'altro e ho patito così tanto il caldo che non ho avuto energia altro che per l'essenziale. Ieri sera però, nella pausa del pasto, al lavoro, parlavo col giovane che fa il cameriere ( tre sere a settimana). Dicevo che ho sentito di una nuova tassa introdotta dal ministro della salute sulle bevande gassate, una serie di nuove tasse, veramente, che dovrebbero castigare la tendenza a mangiar troppo e male, quindi sono contro l'obesità . Avevo recepito l'informazione senza scandalizzarmi tanto, si diceva con mio marito che non ci tocca, non beviamo bibite dolci gassate, né superalcolici, non fumiamo ... Il giovane cameriere ha cominciato a far dell'ironia sull'acqua gassata, che costerà di più. Non riguarda l'acqua, ho detto, ma lui capisce a modo suo e me non mi ascolta pensando che non abbia da dire niente di interessante. Poi ha detto che tanto rivoterà Forza Italia . Conosco la sua condizione e per certi versi c'è da ammirarlo, fa due lavori , mantiene la sua piccola famiglia senza avere genitori o suoceri vicino, è un meridionale emigrato per lavorare. Gli piace avere cose costose e per averle si sacrifica, la macchina grossa , le scarpe firmate, una volta mi disse che mi ero fatta fregare perché avevo pagato trenta euro delle scarpe da ginnastica e e neanche erano firmate. E qui siamo già su due lunghezze d'onda diverse, come dire?,incommensurabili. Ieri sera sono sbottata, non mi ero accorta di aver superato un limite interiore, gli ho detto: di queste cose non ne parliamo più , parliamo del tempo, della pizza , ma di questo no, ti devi essere bevuto il cervello, oppure l'hai buttato direttamente nel cesso e hai tirato lo sciacquone. Mi rendo conto che sono cose un pò forti da dire , ma mi è scappato.
Perché tu per chi voteresti ? Mi ha detto aggressivo. Per il PD?
Non certo per un partito che ha per nome uno slogan calcistico, dove sono quasi tutti indagati e che hanno combinato quello che è sotto gli occhi di tutti.
Ma tu non capisci, questo qua ( Monti) non ci fa più fare il nero, l'economia del sud  va avanti così, la gente tira su la famiglia lavorando al nero, e ora come si fa? Tu ragioni così perché vivi qua, dove ti pagano in bianco, coi contributi, ma a me in fabbrica( l'altro suo lavoro) gli straordinari al nero non me li fanno più fare, e poi alla fine che ti importa  a te? Tu sei vecchia, tu e tuo marito siete privilegiati, avrete la pensione , ma noi giovani siamo messi male !
Ho ribattuto che anche io, vecchia come sono, ho due figlie più giovani di lui e sono assai preoccupata per la loro vita futura, ma non credo che la soluzione sia avere al governo una banda di grassatori (non ho usato questa parola, non l'avrebbe capita) e che con loro saremmo stati come stanno i greci adesso, che Monti sta togliendo le castagne dal fuoco e svolgendo compiti che gli altri non avrebbero svolto per non scontentare il proprio elettorato e difatti qualunque cosa faccia  alzano la voce mezza mattinata , ma la riabbassano subito, perché non solo sanno che fa cose impopolari e le fa lui prendendosene la responsabilità e i malumori, ma loro al posto suo non avrebbero saputo neanche COSA fare .
Mi dici una cosa, gli ho detto, ma perché voti Forza Italia ? Perché fanno girare i soldi , ha risposto.
Non ha neanche capito, per esempio, la storia dei mutui "subprime" (si scriverà così?) con cui si finanziavano negli USA i poveri che compravano casa e poi hanno avvelenato l'economia di tutto il mondo, perché giravano fondi di investimento con dentro questi finanziamenti, cioè  vuoti .
L'ignoranza delle cose è una brutta bestia, e lo dice una che è  ignorantissima di economia , ma orecchia qua e là. si sforza di capite e di avere memoria. Ma lasciamolo andare per la sua strada, lui e il suo quasi SUV sempre lucido, il materasso che vuol comprare da 1000 euro, forse ne ha trovato da 800, il condizionatore... e via così. Insegnerà questo ai bambini, materassi, auto, orologi e scarpe firmate . Onestà, dignità, amicizia , fiducia non sono di moda nella famiglia dei post berlusconiani. D'altra parte non hanno un prezzo.

Tuttavia pensavo anche che è difficile per me dire per chi voterò e alla fine sarà un altro voto di ripiego, perché non votare sarebbe sostenere Silvio, e dico Silvio per identificare una parte avversa,  e non voglio farlo . Forse voterei Monti il fustigatore, se si presentasse, ma è chiaro che per noi che siamo due lavoratori dipendenti sarebbe un voto da masochisti: non ha fatto che rimettere il peso del paese sulle nostre spalle già cariche, facendoci sentire ancora una volta degli stupidi muli . Saremmo contenti se risolvesse qualcosa, ma la sensazione è che gli strumenti degli economisti siano insufficienti ad interpretare la realtà di questo momento, il debito che continua ad aumentare, la svendita del patrimonio dello stato, e noi che diventiamo servi della mafia russa e cinese che vengono ad investire qua, non ci bastavano i nostri, di delinquenti. Pensieri da qualunquista, mi rendo conto, ma lasciatemeli esprimere. Sinceramente di essere  povera e anche sempre pura non mi va tanto, stamani.
Ci vuole qualche buona idea nuova, e invece tutti aspettano la ripresa economica . Lara ha pubblicato un post qui, giorni fa , molto bello . Leggetelo, che fa bene al cervello. Pare che non vogliamo vedere le conseguenze del sistema adottato fin qui, eppure sono sotto gli occhi di tutti . Quest'estate rovente ne è una prova . A proposito, se nei canali di Berlusconi quelli del meteo dicono ancora "un'altra bella giornata di sole sulla nostra penisola " do di matto . Ma come si fa a dire cose simili quando sono a secco tutte le dighe d'Italia ?
Il pianeta ha bisogno di un altro passo e di un'altra consapevolezza che ancora non arrivano, forse ce ne sono i germi, ma non è sbocciato niente . O meglio : il pianeta ce la farà comunque nella sua complessa evoluzione, ma la pulce uomo, se vuol continuare  a viverci sopra, deve cambiar sistema.
Tutti aspettiamo che riparta l'economia per ricominciare a spendere in beni spazzatura, cibo inquinato, bisogni indotti.
Giorni fa sentivo in televisione della riscoperta del baratto come grande segnale di un'economia alternativa. Parlavano del sito internet Zerorelativo e sono andata e vedere cosa si scambia la gente . Stronzate. La gente si scambia stronzate . Capite che finché non ci scambia qualcosa che abbia un valore, qualcosa di vitale , ma ci si limita ad offrire roba di scarto come in uno dei più tristi mercatini dell'usato non cambia nulla.
Pensieri che si affollano, capisco che sono disordinati , ma che vi aspettate da un'operaia che è stata un'intera estate davanti ai fornelli ?
Di questi pensieri fatene un pò che vi pare ....

Pazienza e fatica

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Ebbene, il grande caldo è finito ed è venuta la prima vera pioggia dissetante dopo mesi . Dieci centimetri circa nei miei pluviometri ( le ciotole dove bevono i gatti sparse qua e là) e poi una fila di giorni freschi e poco piovosi. Dopo tantissimo tempo ho lavorato all'aperto, tagliando , sradicando , rivoltando la terra, che è tornata terra e non è più la cenere secca e sterile dell'agosto.  Il giardino è tale solo per evocazione , per il segno di un progetto minimo che ancora si vede, ogni pianta è ancora incredula che la lunga tortura estiva sia finita , la " piccola morte", come la chiamo io , rimandata al prossimo anno .Le foglie si allargano e si stendono , il secco lo sto togliendo io, si apre qualche fiore timido sugli astri settembrini,sulle gaure . Pochi colori , ma si respira e subito viene voglia di fare . Le zanzare ancora ronzano fini intorno alle orecchie, si attaccano a succhiare sangue in ogni punto scoperto e diventano moleste anche le mosche, come ogni anno a fine estate. Si suda , adesso non per il caldo, ma per l'umidità dell'aria . I pomodori, le melanzane e i peperoni hanno attraversato piuttosto bene l'estate, ora sono minacciati dalle cimici, ma Mauro per la prima volta da quando siamo qui  ha usato un pò di piretro. Tardissimo, comincio a piantare un pò di orto invernale, quando ero più giovane si faceva già a fine luglio, ma con queste temperature lo trovo quasi impossibile, piantare cavoli porri finocchi  quando per loro è troppo caldo mi sembra uno spreco di tutto, acqua, energie personali , e perfino le piantine che, o muoiono, o stanno ferme finché non rinfresca . Nei boschi il marrone delle piante bruciate, quasi la metà,  adesso si vede di meno, quelle sopravvissute sono bellissime, o così pare a me. Mi viene tanta malinconia per parecchie cose, per questa bastarda stagione che ci ha stremato nel corpo e nell'anima, per le nubi sul futuro delle mie figliole e dei figli di tutti , per la morte di Luca che non dimentichiamo ...
Stamani per la prima volta sulla vasca mia figlia ha avvistato una libellula rossa .Siamo state lì  a guardarla qualche minuto.
 Di solito a settembre, a parte l'orto che è anche sopravvivenza,  viene di nuovo voglia di piantare : fiori,  bulbi, alberi, fare progetti.  Ma quest'anno sinceramente mi pare di svolta: se le prossime estati saranno così non ha tanto senso piantare . Già è dura conservare quello che c'è.  Per dare un'idea qui da me certe piante restano bloccate per tutto il periodo caldo, poi , pianino, come convalescenti, riprendono a vegetare . Il miscanthus sinensis, per esempio. Se ne sta immobile, anche se annaffiato bene , e poi col fresco , dalle sue dimensioni ridotte , che in altri giardini lo vedo gigantesco, emette i suoi fiori tardivi color bronzo. Il solanum Rantonettii, lui sopporta bene il caldo ed uno dei pochi a crescere, ma di fiorire se ne parla solo ora. Si è aperto il primo fiore . Mi piacerebbe chiacchierare di tutto questo con altri giardinieri e con qualche paesaggista , magari col mio amato Perazzi, ma non posso andare neanche a Murabilia perché l'unica che in pizzeria poteva sostituirmi si è fatta male ed è in malattia. Pazienza. La vita, oggi mi pare così, è fatta per un terzo di pazienza e per due terzi di fatica.

Article 6

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Proprio nell'orario in cui il pomeriggio vado al lavoro, alla radio , sul terzo canale della RAI , c'è Fahreneit , un programma che parla di libri, notissimo , e dentro questo programma c'è "Ad alta voce" , in cui un'attrice o un attore legge un libro .  Nei mesi scorsi durante il breve viaggio ho ascoltato diversi libri , mi tornano in mente " l'Isola di Arturo" , "Revolutionary road", "La tregua" e la vita del cane Flash, di Virginia Wolf... In questi ultimi giorni Maria Pajato ha letto "La storia" , anche questo di Elsa Morante. L'avevo letto quando uscì, lo scelsero per me  i miei, fu un libro molto  discusso , all'epoca. Ero giovanissima , quando lo lessi , e lo conservo nella libreria come un oggetto pericoloso, sempre con l'intenzione di liberarmene, perché contiene tanto dolore,  impotenza contro il male, sporcizia, malattie e umori corporali . Il libro racconta una storia di povera gente, con cui è difficile identificarsi, nessuno vorrebbe assomigliare a Ida, a Ninnuzzo o avere un bambino malato come Useppe. Da ragazzina leggevo tanto e sentivo il dovere di arrivare in fondo al testo, ma qualche volta, quando le storie erano troppo drammatiche e dolorose, saltavo dei pezzi , per evitare di patire anch'io i guai dei protagonisti . La Storia, che racconta una storia minima, di gente che non conta niente e non ha nessun potere, incastonata nella storia più grande degli anni della guerra e del primo dopoguerra , ci fa però identificare ugualmente scoprendo che assomigliamo a questi personaggi fragili e indifesi, e si finisce per soffrire molto quando si legge .  Quando ho sentito che "Ad alta voce " affrontava la Storia, mi si è chiuso lo stomaco e volevo cambiare canale, poi mi sono decisa ad ascoltare la bella voce di Maria Pajato che leggeva e sono caduta nel tragico  racconto .  Stavo per scrivere bellissimo, ma la Storia è bella come certi quadri che descrivono le guerre, e di più come alcune musiche struggenti che fanno dolere il cuore . Bella come il dolore. Sentirsela raccontare è stato molto  più "forte" che leggerlo da sola ,e quindi  grazie a Maria Pajato che deve aver fatto una gran fatica a calarsi nel racconto . L'ascolto del pomeriggio , nel breve percorso fino alla pizzeria , ha fatto sì che riprendessi in mano il libro per rileggerne alcune parti, ma adesso è di nuovo nella libreria, oggetto pericoloso.
Dimenticavo di dire che nella Storia c'è anche un cane , Bella, l'altra mamma di Useppe , e non me lo ricordavo , la presenza del cane rende il racconto più caro al mio cuore.

Aggiornamento sul giardino: nel mio similprato, fra i fili di gramigna si sono aperti miriadi di semini piccolissimi  e l'erba sta tornando  verde, non il verde grigio azzurro dell'estate. Fioriscono anche le salvie rosse e nella vasca ci sono tre ninfee aperte.
Caro Adriano che mi segui con affetto : è la prima volta che arriva una libellula rossa.
Lara: la tua ammirazione mi stupisce , ti assicuro che sono solo una donnina che fa tanta fatica ed ha una vita piccola come un soldino da un centesimo.

Article 5

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Ieri prima di entrare in pizzeria mi sono fermata dalla mia suocera per lasciare delle cose per una delle mie figliole, che praticamente ormai abitano lì. Un uomo mi ha fermato, aveva un accento straniero e la faccia di un disperato . Mi ha mostrato un foglio con scritti i nomi di due o tre medicinali, ho fatto in tempo a leggere  Lisomucil, mi ha chiesto se parlavo italiano e se lo aiutavo . Non posso fermarmi , ho detto, sono in orario di lavoro. Confusamente ha detto che dormiva alla stazione e doveva procurarsi le medicine per il suo bambino, fra poco la farmacia avrebbe chiuso e non aveva soldi, potevo aiutarlo?
D'impulso ho aperto il borsello, sapevo di avere 20 euro interi per il pieno di gas, la macchina era in rosso . Ho tirato fuori gli spiccioli, non sapevo quanto avevo , tante monetine, forse anche una o due da un euro, ma 20 euro non glieli potevo dare . Glieli ho messi in mano mentre camminavo verso il portone del palazzo. L'uomo mi ha aggredito, cosa faccio con questo, non è un aiuto, non compro neanche il pane ! Mi sono sentita una merda e insieme infuriata . Non posso darle altro, ho detto. Quello si è arrabbiato forte. Ho detto che il resto gliel'avrebbe dato qualcun altro e sono entrata nel portone. La cosa mi ha disturbato parecchio. Non credo che ci fosse un bambino malato . Il Lisomucil è un mucolitico, avrei potuto dargli un mucolitico che avevo in casa ... Il cervello ha cominciato a macinare pensieri sconnessi , sulla base del senso di colpa su cui queste persone fanno perno . In generale quando mi chiedono qualcosa, o vedo che c'è una necessità, intervengo da sola, mi è capitato, pur col mio magro stipendio, di dare dei soldi a gente che aveva bisogno, anche cifre di qualche importanza, l'ho fatto e non ci ho pensato più. Sono dell'idea che a volte sia, come dire, Dio in persona a presentarsi dietro le spoglie dello straniero.E una volta che i soldi li hai dati, non ha senso chiedersi che uso ne farà chi la ha ricevuti, a volte i soldi fanno complicati giri che hanno poi conclusioni inattese, impreviste e provvidenziali.
  Vivo in campagna in un paesino piccolo piccolo, non ci sono mendicanti , quando vado in città resto sempre impressionata dalle folle di nullafacenti che stazionano nelle piazze, gente senza storia, quasi senza nome, come animali bradi in luoghi che non sopportano, che non sono fatti per questa umanità persa o che sembra tale.  Questa gente può essere guardata con una visione distaccata , fenomenologica, che non si fa toccare . Oppure l'occhio può essere partecipe e cercare di conoscere , e per conoscere non si può fare a meno di farsi contaminare da quell'altro che osservi. Un pò la trasposizione nelle scienze umane del principio di indeterminazione di Heisemberg, per cui è impossibile osservare un oggetto senza modificarlo , o senza che lui modifichi te . Sono attaccata alla mia piccola vita e resto minimamente in equilibrio, minimamente , perché conservo la mia piccola vita abbastanza stabile, e questo mi da sicurezza. Quando vedo tutta questa umanità che sopravvive con espedienti e mendicando mi sento male. So cosa significa essere senza lavoro e aver paura del giorno che viene.Comunque l'uomo di ieri, con al sua violenza verbale mi ha fatto arrabbiare, mi ha anche turbato, ma di più mi ha fatto arrabbiare . Sono andata lavorare che non ero pentita di non avergli dato i 20 euro . Mi sono chiesta se, alla veneranda età di 57 anni , sono diventata finalmente adulta o solo stronza.
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