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Channel: Iris e Libellule
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Article 4

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Questo è l'aster Rosa Sieger, che comprai dai ragazzi dell'Erbaio della Gorra, se passeranno di qui sapranno che sta bene . Non è bellissimo?

Ci sono. Sono viva, ma la mia carriera di lavapiatti , unita a quella di casalinga , con l'aggiunta del lavoro di giardortolano mi hanno completamente assorbito . E pensare che Lara (Estate incantata) mi aveva dato un premio come blog affidabile ! Feu feu! ohi ohi! Poi c'è questa macchina , il computer, che svina e io che non ho il tempo di imparare ad usare quello nuovo. Capirete. Ma mi scappa di dire una cosa :le primarie del PD sono una gran cavolata! Va a finire, e state a vedere se non è vero, che andranno a votare quelli di destra per scegliersi l'avversario che gli fa comodo ! Mesi fa scrissi che era inutile che la sinistra facesse continuamente mea culpa perché non vince le elezioni, i voti vengono comprati e venduti , e le idee, per chi vota al prezzo modico di dieci , venti o cinquanta euro fuori del seggio, non contano un tubo. Oltre tutto i soldi sono guadagnati rubando, vendendo droga o con la prostituzione , se ne può spendere un pò se ci si assicura il controllo di una regione come la Lombardia, un bell'investimento , non vi pare? Ha ragione quel mastino della Cancellieri, una delle prime cose è combattere la criminalità . E le primarie del PD sono un'emerita .....Capito vero?  Mi mancate tutti molto e non riesco neanche a leggere i blog, perché oltretutto sto scrivendo una cosa lunga e se non la pubblico , che mi sembra ipotesi remotissima ormai, la mando a chiunque abbia voglia di leggerla fra i miei amici blogger. Scappo, vi voglio bene , alla prossima!!!

24 ottobre

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La canna indica che fiorisce in ritardo

Luci e riflessi d'autunno


Orazio


Caesalpinia o Poinciana Gillesii




Ceratostigma di Griffith


Dunque dunque: mi fa piacere vedere che il mio blog viene usato come salotto per discussioni fra Sari e Gianni, che ho letto con gusto, mi dispiace che non c'ero per il tè, in ogni modo avete detto tutto voi.. Mauro, cara Sari, è lusingato dal tuo apprezzamento , usa pure le foto, basta dire che il fotografo è Mauro Giovacchini , quello di Ciggiano, non quello di Arezzo, ( ci sono altri Mauro Giovacchini).




A parte la situazione generale che ci fa inguastire tutti l'autunno ha recuperato parecchio rispetto a quell'estate infernale che abbiamo alle spalle: sono rimaste solo le zanzare, per gradire . Di quelle ormai non ce ne liberiamo più. Nelle foto vedete l'ultimo arrivo in giardino, la faraona di lamiera . Vedete anche il gatto Orazio. che la mattina dopo che avevo piazzato l'uccello è sceso per la scaletta , l'ha visto e si è appiattito tutto, tirando indietro le orecchie. Si è avvicinato con estrema cautela, ha fatto un salto indietro, un passo avanti, un altro salto indietro  e alla fine , realizzando il fatto che l'uccello non era vivo, se ne è andato tranquillo per la sua strada. Che devo dire? Tutto fiorisce di nuovo, anche il ceanothus si prepara per una seconda esplosione, ed è la prima volta che lo fa.  Pare che a fine settimana arrivi il freddo e forse tutto finirà all'improvviso . Ma intanto ecco qua...

Arriva il freddo!

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Zinnie in miniatura.

Gianni mi prende in giro per il Ceratostigma di Griffith... Eh già, perchè il Griffithii è un piccolo arbusto legnoso, mentre il Plumbaginoides è erbaceo,  in inverno sparisce, e quando rispunta a primavera è difficile togliergli le erbacce senza strappare anche lui. Capito, Gianni? Il cerachee...?


L'anemone Honorine Jobert


La cassia. Ma che cassio di cassia sarà questa qui?


Il ceratostigma è una piantina adatta a stare da me, con quel sole assassino dell'estate. E mi voglio rovinare: ti faccio vedere anche l'anemone japonica, o anemone hupehensis, e non mi chiedere perché ha due nomi, io me li ricordo e basta, che come nome della varietà si chiama Honorine Jobert.
Chissà chi era questa signora o signorina, ma ce la ricorderemo finché faremo giardini e coltiveremo l'anemone del Giappone a lei dedicato. Le zinnie mini arrivano dal giardino della mia amica "chenonvuoleesserenominata". Non la nominerò. Mi portò un paio di vasini in estate ed ecco qua un cespuglione effimero , che finirà ora che fa più freddo, ma intanto che spettacolo!

La nicandra, una solanacea annuale.



Ceratostigma e farfalla.


C'è anche la cassia, che varietà sia non lo so di preciso, penso che sia "cassia  corimbosa", voi laggiù  dovreste averne tanta  di cassia, che con quel terreno vulcanico ci cresce di tutto e piove più che da noi, e  non trovate altro da fare che buttarci rifiuti velenosi, così  quel ben di Dio non è più buono a niente. Che razza di idee vi vengono!
E' notte fonda, sono tornata da poco dal lavoro, fuori la temperatura è vicina alla zero e c'è la luna piena.
Le piante in vaso, quelle freddolose, sono ancora fuori, spero che domattina siano vive per metterle in casa e fargli superare l'inverno davanti al finestrone, non credevo che il freddo arrivasse così presto. Veramente non sarebbe presto, ma è troppo piccola la distanza fra quando faceva tanto caldo e ora che siamo d'un botto sotto zero.  D'altra parte ieri  ho colto una ciotola di fragole rosse!
Andando al lavoro ho "visto una foto" fantastica stasera, intorno alle 17,30. La luna piena si stava alzando e sembrava appoggiata sopra l'Alpe di Poti , dove ci sono i ripetitori delle televisioni. Le sagome dei ripetitori si stagliavano contro il bianco latteo della luna e intorno il cielo  si scuriva. Un'immagine di un momento, peccato non avere la macchina fotografica. Per il resto penso che diventerò un prosciutto cotto, mai visti e maneggiati tanti prosciutti cotti come da gennaio a ora.

Article 1

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La sera del 31 ottobre la pizzeria doveva essere chiusa, ma abbiamo scambiato il riposo pensando di lavorare di più in occasione di Halloween, invece è stata una serata come le altre. C'erano come sempre delle famiglie con  bambini piccoli: una piccolissima, nel passeggino, aveva in testa un cappellino con due piccole antenne e in cima due zucche arancioni in miniatura.  Poi c'era una banda di piccolo teppisti e uno di questi, poteva avere 5 o 6 anni,  brandiva la falce fienaia della morte, ovviamente di plastica. Un giocattolo. Mi ha fatto una grande impressione. Faceva ridere vedere un bambino con la falce della morte, un simbolo così forte e tetro nelle mani di un altro simbolo, questo vivente, della vita e dell'innocenza. Mi ha fatto subito pensare e sorridere, perché credo che la morte possa davvero arrivare come un bimbo, o nella testa di un bimbo, come il bambino che si è impiccato in casa dei nonni . Questa celebrazione di Halloween, a parte i festeggiamenti folli in cui le persone cercano l'ennesima occasione di sballo o di far soldi ( la controparte) non è per niente scema. La festa dei morti,  pagana e antica, che viene prima delle feste cristiane ed è da esse cancellata, vale la pena di essere ripresa e celebrata, secondo me. Con tutti questi segni, la falce, le ombre, i teschi. Anche per i bambini, sì, che da troppi anni si fa finta con loro che il mondo sia bellissimo salvo poi tradirli o non proteggerli. Il mondo è bellissimo, in effetti, si vede anche da queste foto di fine stagione, ma ci sono molto lati oscuri che forse rendono la parte luminosa ancora più desiderabile.


Le foto sono sempre di Mauro , di questi giorni umidi e freddini.

ritorno su blogger

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Eccomi qua. Ci sono. E dove volete che vada? Solo che mi si è ristretta la vita, come una magliettina di cotone del mercato. Scrivere richiede tanto tempo, bisogna anche pensare, prima di farlo e così la Lori, la mia identità attuale, quella che scucinicchia e lava parecchi piatti in pizzeria,  trova difficile tenere aperto un blog. Fatto non secondario i pensieri di ora sono per lo più amari, come i grossi cespi di radicchio cresciuti nell'orto: fanno tanto bene al fegato, ma sono amari.
Dice mio marito che sono fortunata, perché ho trovato un lavoro che mi lascia libera fino alle cinque del pomeriggio.
Vero! Ma lavoro fino a mezzanotte e corro parecchio. Da gennaio ho perso 8 kg! Vorrà dire qualcosa ! Per tornare a casa  mi ci vuole un'altra mezz'ora. Ieri sera ho lasciato la macchina al parcheggio nel caso nevicasse: da lì si esce molto meglio che da casa nostra con la neve. Ho fatto un pezzo di strada a piedi che era già l'una meno venti. L'ultimo pezzo è al buio completo e da qualche tempo mi inquieta. Non riesco a far a meno di immaginare qualcuno che nel buio mi salta addosso e mi fa del male ...Poi arrivo al cancello di casa e passa tutto.  Prima non avevo questi brutti pensieri, la notte era sempre amichevole.
Se tanti anni fa mi avessero che sarebbe andata così non ci avrei creduto. Di ritrovare un lavoro a 57 anni, per esempio. Di riscuotere un magro stipendio di cui uso, per me, quasi nulla, come sempre. Tutto finisce nelle esigenze della famiglia. Siamo in 5 e abbiamo due case aperte. La mia suocera nella sua, con la sua pensione e la sua demenza, ancora in fase iniziale e già scassa così tanto... le mie figlie con lei, per propria comodità, all'inizio. Ora non tanto. La più grande mi telefona per sfogarsi ed evitare di uccidere la nonna. Le telefonate sono molto comiche, l'altro giorno ha detto che di salute la nonna sta benissimo, a parte una tosse che nega di avere, sapete quando uno tossisce tutto il giorno e te lo senti sempre nelle orecchie?
La nonna ha un'energia devastante, è attaccata ad una pila atomica, ha detto. Difficile non ridere, ma mi devo trattenere, perché la mia figliola si arrabbia. Si sta fra il riso e la disperazione, la nonna è ancora attiva, fa molte cose, ma senza gran risultato, pulisce con stracci sudici , spazza ma non raccatta la spazzatura, mette i panni puliti a lavare e stira quelli sporchi..
Si sono procurate qualche aggeggio elettrico per cucinare, tipo minipimer e qualcos'altro. La nonna li ha buttati via. Spariti. Non le erano familiari, non sapeva a che servono, perché da qui a lì dimentica facilmente tutto ciò che non riguarda le due parole chiave: SALUTE e DOTTORE.
.Probabilmente gli aggeggi elettrici le fanno anche un pò rabbia: in casa sua non sono mai stati usati, montava le chiare a mano con la forchetta, neanche la frusta aveva!  Mentre il "dottore" e le "visite" sono molto presenti nella sua testa, ogni volta che ci vado mi chiede se deve "passare qualche visita". L'ultima volta ho detto che ora la dovevo passare io qualche visita, che se poi mi fermo siamo nei guai.  Se le ragazze le  fanno notare che ha buttato via una cosa nuova o l'ha fatta sparire, ( a volte le cose scomparse tornano magicamente, chissà dove le aveva infilate) si arrabbia parecchio e  minaccia di cacciarle di casa sua, che lei può stare benissimo da sola... E' venuta un'assistente sociale. Non ce la voleva , ma poi ci ha chiacchierato. Ha dato per scontato che le nipoti le facessero da badanti, che lei un'estranea in casa non ce la vuole. Per aiutarla a lavarsi, che ora lo fa di rado e malvolentieri. Se queste citte sono stressate faranno un pò per uno, ha detto.(Citte è ragazze)  D'altra parte da più giovane quando mi dava una mano con le bambine me lo diceva chiaro: faccio queste cose per te perché tu le faccia per me quando sarò vecchia. La mia figliola grande era incavolatissima per l'egoismo, tutto incentrato su di se. Anche questo è parte della "malattia":

 La mia suocera conosce la parola assegno, ma non ha idea dell'uso dell'assegno. Non ora, non l'ha mai avuta. Come di moltissime altre cose. Resta ancorata ad una visione del mondo praticamente altomedievale di campagna. In cui c'è sempre qualcuno, che ci capisce, che fa le cose per te, il vicino di casa , il capocondominio. Il marito, quando c'era. In queste persone ha totale fiducia, mentre di noi di famiglia mette in dubbio che ci capiamo qualcosa. A causa di questa mentalità servile sono sorti alcuni problemini . Di lei dovremmo occuparci io o mio marito, ma andiamo a lavorare. Le ragazze invece non trovano un lavoretto neanche a morire. Lei vuole stare lì, in casa sua. La nostra casa le fa tristezza perché nel soffitto vede i travi e le piane, che le ricordano la povertà della sua vita di bambina , quando pativa la fame. La fame non la patisce più da sessant'anni almeno, ma è rimasta in cima ai suoi pensieri. La seconda guerra mondiale, in questa visione, è finita ieri l'altro. Dicono di non toglierla da casa sua perché si disorienta. C'è tutta una teoria su come tenere gli anziani come principi. Per tenere un anziano come un principe però gli altri devono fare una vitaccia. Ho un paio di amiche che danno consigli. Ne ho molte altre che non lo fanno, grazie a Dio. Queste che danno consigli mai nella loro vita hanno avuto a che fare con un'anziano full time o pulire la cacca, per dirne una. Invitano alla pazienza, si scandalizzano della brutalità delle mie parole,  e spiegano perché e per come gli anziani con la demenza fanno così. Le strozzeresti.
C'è il caso in cui ci sono  tanti soldi e si può delegare l'opera ad una persona pagata. Un mio amico mi ha detto tempo fa che non sapeva come era stata gestita la demenza di sua madre prima che morisse , lui aveva pagato un filippino, perché non poteva occuparsene. Faceva una supervisione ... Vi assicuro che  fra la supervisione ed esserci, stare sul campo, ci corre una gran differenza. Il mio amico d'altra parte aveva altre malattie in casa di cui occuparsi.
Qualche giorno fa ho portato la mia suocera da una neurologa per farle fare un certificato per richiedere l'invalidità. Non l'ho fatta entrare con me, le ho chiesto di aspettare fuori un momento per spiegare alla dottoressa di cosa avevo bisogno. Non potevo entrare e dichiarare davanti a lei di chiedere una visita per l'invalidità a causa di un "deterioramento patologico delle facoltà cognitive". Ne sarebbe nata una discussione infinita, per spiegare di che si trattava e lei avrebbe negato come sempre di aver bisogno di assistenza. E' difficile muoversi in queste situazioni, avrebbe dovuto andarci il suo figliolo, ma  non poteva chiedere il permesso.
La neurologa mi ha trattato come se volessi imbrogliare la mia suocera o costringerla a fare qualcosa contro la sua volontà. E' stata molto maleducata e veramente ha fatto di tutto per mettermi in imbarazzo. Alla fine però ha fatto un sorriso tirato e ha detto che ora, dopo essersi comportata male per un quarto d'ora, aveva capito : aveva capito che non ero in malafede, che non agivo alle spalle di nessuno, che tentavo di trovare una strada per gestire la cosa nel migliore e più indolore dei modi.

Su questa cosa del diventare anziani avevo, anni fa,  delle vaghe opinioni e molte paure. Ora, dopo l'esperienza della morte del mio suocero vissuta full immersion e questi prodromi della malattia della mia suocera, mi sto facendo delle idee tutte nuove.
Pare che nella nostra società attuale la parola buonsenso abbia perso tutto il suo significato. E' certamente buonsenso prendersi cura di persone in età avanzata che non possono farlo da sole, è buonsenso assicurare a tutti gli anziani di che vivere dignitosamente. Non è sensato però far passare avanti le loro esigenze a quelle di persone giovani che hanno una vita davanti a se. Non è sensato che una vecchia donna, ora parlo in generale, viva come una regina spendendo per tenere se stessa nel migliore dei modi cifre che ci vanno avanti due famiglie. Non è sensato ma è così.
E' una società estremamente ingiusta perfino in questi rapporti intergenerazionali, figuriamoci per il resto .
Però oggi è una bellissima giornata, della neve annunciata non c'è neanche l'odore, per fortuna, lo dico per me che viaggio di notte e non ne posso più di spendere per riparare la macchina. A volte penso di essere andata a lavorare, tutti gli anni che ci sono andata, per mantenermi la macchina per andare a lavorare per mantenermi la macchina... continuate pure un altro pò. Oggi viene a pranzo la mia figlia grande, senza la nonna, per una volta. Credo che la nonna si cucinerà della pappa col pane vecchio. Dice: io cucino ! Ma le cucinano le ragazze, lei mangerebbe solo pappa di pane. Le piace, oltretutto. Le ragazze le fanno mangiare cucina fusion stile Antonella Clerici, lei mangia, ma apprezza poco, la sua  pappa è più buona e le ricorda la sua mamma. La nonna è anche simpatica e meglio di moltissime vecchiette che conosciamo. Non voglio pensare come sarebbe andata se fosse stata antipatica....

Ora si aprirebbe il discorso sulla mia /nostra vecchiaia. La Fiamma, mia figlia, dice che bisogna procurarsi una capsula di veleno come quelle di James Bond per usarla quando ci si accorge di non capire più niente. Ma poi bisogna avere la testa buona per ricordarsi di usarla. Spero che fra una nube grigia e l'altra vi siate fatti due risate. Vado a preparare qualcosina da mangiare. So che La Grazia passerà di qui : Buon compleanno e un grosso abbraccio!

vecchiaia 2

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Dicembre . Questa foto della vasca dei miei amati pesciolini , fatta da Mauro, mi sembra quasi un dipinto Alcuni dei miei pesci sono bianco/rosa , uno è tutto nero, con le scaglie dorate, molti sono nati nella vasca. In estate avevo visto un serpe nuotare e credo che abbia mangiato le uova, così adesso non ho pesciolini piccoli, solo questi adulti e piuttosto grossi. . Nell'altra foto c'è una ragnatela resa visibile dalle pesanti gocce di pioggia che l'hanno  in parte stracciata. Considerate queste foto un regalo di Natale per tutti voi che passate di qui. 
Ho molti pensieri amari in questi giorni, tutti girano intorno al tema della vecchiaia  e ho provato a scrivere qualcosa di sensato, ma ho dovuto cancellare tutto. Credo che riuscirò ad elaborare qualcosa  che abbia senso ma ci vorrà del tempo.
Stiamo cercando di gestire l'invecchiamento della mia suocera e la situazione è come sempre ingarbugliata a causa delle esigenze e dei punti di vista di tutte le persone della famiglia coinvolte. Stasera ne abbiamo parlato  insieme e siamo riusciti a parlare e a non gridare, e abbiamo tentato di capirci. E' già qualcosa. Fra poco sarà Natale ed è la festa della famiglia, ma le famiglie di fronte a queste difficoltà sembra che si dissolvano. Gli affetti, i valori, le sicurezze interiori sono messi a dura prova e sembra di camminare nel buio, al quale si aggiunge l'altro buio, della politica, dell'economia, della mancanza di soluzioni e dell'incapacità di leggere le situazioni che stiamo vivendo, in cui ancora c'è chi cerca di salvarsi da solo e fregare tutti.  Sono piena di amarezza, stracolma. Mauro oggi compie sessant'anni e come regalo di compleanno abbiamo dovuto affrontare questi argomenti così difficili, ma d'altra parte non ci sono molte occasioni, dati gli orari di lavoro, di incontrarsi con le nostre figlie. Dobbiamo essere ancora e sempre genitori, più solidi e concreti possibile, senza farsi travolgere dalle debolezze che pure affliggono anche noi. Mi rendo conto che vivo  sognando che accada qualcosa di risolutivo, che ci renda le cose più facili, che ci dia più tempo libero e ci aiuti, in qualche modo. In certi momenti sono proprio come il bambino ottimista di una vecchia barzelletta, che è pieno di eccitazione per la cosa bella che sta per accadere, non sa cos'è , ma è di certo bellissima! Come se tornassi bambina cerco di avere fiducia in un futuro più roseo e felice . Mentre lavoravo in queste ultime serate mi veniva da cantare sottovoce le canzoni di Natale e mi vedevo in un gruppo di cantanti di strada ...Have yourself a merry little Christmas....



Una ragnatela coperta di perle d'acqua, dopo la pioggia, sul fico.

vecchiaia 3

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In questi momenti le persone che si affacciano sul mio blog sono un grande conforto con le parole e le esperienze che lasciano. Provo a dire cos'è che mi disturba tanto .
Le mie figlie sono in città con la nonna. Tentano di acquisire un pochino di autonomia, anche se sanno che finché non guadagneranno abbastanza da sole e faranno conto solo su se stesse non saranno davvero autonome. Questa cosa adesso ha un prezzo che non possono non pagare, la presenza della nonna, perché la casa è la sua. Il prezzo comincia a diventare salato, con la nonna si scontrano spesso, lei ripete anche dieci volte di seguito le stesse domande , le si fissano in testa dei pensieri ossessivi e li rimanda fuori per essere rassicurata. D'altra parte la nostra famiglia si permette già con difficoltà di tenere due case aperte, la nostra e quella della mia suocera, e affittarne un'altra per le ragazze, e tenere una persona pagata con la mia suocera non ce lo possiamo di certo permettere.

Per moltissimi anni ha vissuto sola col marito che in casa ci stava poco. Lei era sola e faceva quello che le pareva, una vita piccola nei contenuti , limitata, ma dentro quei limiti che lei stessa non avrebbe voluto e saputo superare era completamente libera. Girava con la bicicletta per la città e al ritorno a casa era carica di borse della spesa, se la cavava anche nel traffico convulso, cosa che io non avrei avuto il coraggio di fare. Quando avevo il negozio veniva a volte a fare la spesa. Era un modo anche quello di aiutarci, io lo dicevo anche allora che dire "Bravi! Che bel negozino di prodotto biologici!" non serve a niente se non compri qualcosa. Lei comprava e invece la mia mamma non l'ha mai fatto, ci sarà entrata due volte in dieci anni. Mi ricordo che ogni volta che veniva, sempre di mattina, che era il suo tempo di star fuori casa, era una scenetta: entrava in negozio con parecchie borse che spargeva in gran parte per terra convinta che se portava le borse da casa io risparmiavo sugli imballaggi. Mi chiedeva le patate e mi dava un sacchetto di carta da riempire, ma spesso ero sfondato e le patate ruzzolavano fuori, sul banco o per terra. Me ne dava un altro dopo aver controllato questa volta che fosse sano. Se c'era un altro cliente mi diceva a gran voce, "Servi questo qui, servi questo qui! Io tanto unn'ho fretta!"

La mia suocera è sempre stata profondamente e istintivamente indipendente, si è appoggiata al marito che le garantiva questa libertà, anche economica, e lui si è appoggiato a lei che lo sopportava. Lei faceva la sarta in casa , ma credo che guadagnasse pochino, comunque era un modo per sentirsi indipendente e dire che  lavorava, anche se non subiva controlli di un datore di lavoro e non sottostava quasi a nessuna disciplina. Quando era in ospedale alla fine il mio suocero diceva che la Marietta, sua moglie, era l'unica che avrebbe potuto sposare, che gli piaceva una bionda, da giovane, gli piaceva molto, ma se l'era levata dalla testa, perché sapeva che ci avrebbe leticato, era troppo autonoma. Invece la Marietta ci aveva combattuto ma l'aveva sopportato. La Marietta era il tipo di persona con cui poteva vivere. Avevano una loro vita ed hanno aiutato tanta gente, parenti e vicini di casa, ma la Marietta diceva sempre di non fidarsi degli amici, dei nostri, naturalmente, non dei suoi. Ora bisogna ricordarsi tutte  le cose buone, in questo periodo oscuro, perchè la Marietta che c'era fino a qualche anno fa non c'è più.

Ora si lava malvolentieri , qualche volta manda cattivo odore  e le mie figlie mi dicono che ogni volta che vado lì devo dirglielo io di lavarsi, che a loro non riconosce nessuna autorità . Ora spesso ha i vestiti impataccati e porta lo stesso golf per un mese di seguito .Mi dispiace doverglielo dire io, che spesso sono impataccata per me e non ci trovo niente di strano, ma vivo anche in campagna in una casa isolata. Cos'è che mi disturba ?
A) che le mie figlie si sorbiscano la vecchiaia della nonna con quest'aspetto estremamente disorientante dell'andare fuori di testa.
B) che io e Mauro non possiamo farcene carico, finché le ragazze vogliono restare lì.
C) che tutta questa cosa non è che un assaggio di ciò che vivremo noi fra poco
D) che anch'io perdo la pazienza e mi sento in colpa con la mia suocera e con le ragazze.
E) che il tempo della vita si esaurisca fra queste cose e il lavoro; il giardino per ora, che mi cura i mali dell'anima, me lo sono dimenticato. Non sono riuscita neanche a mettere in terra una decina di bulbi di tulipani e giacinti comprati a ottobre, ma le fritillaria Imperialis , quelle sì, le ho piantate e se saremo fortunati le vedremo tutti insieme a primavera.

Ieri ho parlato con un'amica carissima che lavora in ospedale come medico degli alcolisti. Lei non sta bene di salute ed ha vari problemi, ma è sempre pronta ad ascoltare. E' una persona rustica , o forse ruvida rende meglio l'idea, ma generosissima . Ieri mi ha consolato lei e dopo averci parlato mi era più chiaro che davvero la mia suocera è malata, anche se non sembra ancora tanto, e come tale va presa e quindi bisogna esser disponibili, ma anche un pò chiudersi e difendersi, prima che la situazione ci annienti. Bisogna dominare e non essere schiacciati.

Alla fine mi tornava in mente la sua nonna che, molti anni, affetta anche lei da demenza precoce, una sera aveva preparato il tè nella teiera d'argento e si era vestita molto bene, con una gonna scozzese. La mia amica le disse, sorpresa: "Oh nonna! Che fai con le tazze buone e la teiera d'argento? "
La nonna rispose " Aspetto il re Costantino di Grecia, che viene per il tè!"

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Fra pochi giorni è il famoso 21 dicembre 2012,  mi sento piuttosto giù, non perché il mondo finisce, ma perché, come ha detto una mia conterranea al TG regione, ho paura che continui così com'è, e  mi difendo rifugiandomi in una visione fantastica delle cose. Nei viaggi in macchina per andare e tornare dal lavoro, e anche durante il lavoro, che, pur svolto con attenzione , lascia la testa libera, mi è venuta in mente una storia. Un  regalo virtuale di Natale per chi passa di qui. Chissà se riuscirò a finire di scriverla prima che il mondo finisca? Spero di sì, sarebbe un peccato perdersi il finale che ho in mente. Credo che la mia cara amica Paola si arrabbierà, vedendo come ho impiegato il tempo di scrittura, ma mi perdonerà, sarà bene che mi perdoni, perché se tutto finisce è bene andarsene in pace con tutti, se non finisce  avremo tutto il tempo per completare quell'altro progetto. Il racconto si intitola" il Parassita"e ci troverete riferimenti e motivi di cose già lette, ma lo riconosco subito, non ho inventato niente , ho solo rielaborato.


Il Parassita

Capitolo primo: la bambina, la vecchia, gli ubriachi.

La bambina

Era la notte del 20 dicembre 2012 senza nuvole e senza luna. In una casa isolata nella campagna toscana si stava svolgendo una festa a cui erano presenti alcune coppie di giovani e una sola bambina intorno ai quattro anni, figlia dei padroni di casa. Da molto tempo si parlava di una profezia del popolo Maya che riguardava la fine del mondo, che doveva avvenire proprio il giorno dopo. In realtà si trattava di un complesso computo del tempo contenuto in un antico calendario scolpito nella pietra, e probabilmente era solo la fine di un ciclo calcolato sul movimento dei pianeti, ma si era montato intorno a questa cosa un gran polverone a cui i più fragili avevano creduto, e c'era gente davvero impaurita, grazie anche a Internet e alla diffusione delle notizie, anche le più stupide. I giovani che quella notte si erano riuniti e avevano cenato in allegria avevano trovato in quella data solo un'altra occasione di stare insieme, che aveva per tema “la fine del mondo è domani”. La bimba scappò dal lettino richiamata da un messaggio silenzioso e riuscì a sgattaiolare fuori da un finestrone socchiuso, in giardino. Si guardò intorno ma era buio pesto, solo il cielo era luminoso. Le piaceva molto guardare il cielo e le stelle quella notte parevano più numerose e luccicanti del solito. Poco prima, quando era ancora in casa, c'era stato un rumore, ma nessuno lo aveva sentito per la musica e le chiacchiere. Un bolide era precipitato sulla terra e si era rotto nel contatto con l'atmosfera. Ora dall'alto cadeva sfrigolando leggermente una pioggia di particelle luminose. La bambina alzò le manine per toccarle. Le aderirono alla mano senza produrre effetto di calore o di freddo. La bambina disse “Le fate!” E cominciò a ballare nella pioggia luminosa. Dalla casa si sentì la voce della madre, che si era affacciata nella camerina e non l'aveva trovata : “Gaia? Dove sei? Quante volte ti ho detto di non uscire senza dirlo? E poi fa freddo ...” Sara uscì e vide sua figlia che danzava nella pioggia di luce. “Vieni dentro !” gridò allarmata. Poi chiamò gli altri : “Venite a vedere che succede! Che può essere?” Tutti si affacciarono ai vetri. 
“ A Firenze, molti anni fa, ci fu una pioggia di un materiale che si presentava in fiocchi bianchi, come la lana di vetro...”
Ma questo è diverso … sembra solo luce ..” 
Forse è caduto un meteorite e ha rilasciato dei composti del fosforo..”
Gaia era entrata in casa controvoglia. 
“Le fate. “ dichiarò.
Lei pensa sempre alle fate, vede fate e cose strane, ogni tanto.”
La mamma la guardò per bene, sulla pelle delle mani e del viso era rimasta una leggera luminosità, come un velo .
Provò a toglierlo con la mano, ma non se ne andava. 
“Sarà meglio andare a lavarsi e poi a letto di corsa, disse inquieta. 
Gaia sorrise. “Non è niente, mammina, ti dico che sono le fate !”
La luminosità leggera non scomparve neanche con il bagno e la mamma resistette alla tentazione di portare la bimba all'ospedale. Era un viaggio piuttosto lungo e poi era notte fonda, e la bambina stava bene, potevano andarci il giorno dopo. Gaia diede un bacino alla mamma, al babbo, ad ognuno degli ospiti e presto si addormentò. Fece dei sogni bellissimi.

La donna anziana

Distante da quella casa almeno un chilometro ce n'era un'altra, abitata da una donna sola e molto anziana. Da parecchio tempo ormai viveva in tre stanze del pianoterra, per non dover salire le scale. La casa aveva un aspetto trasandato ed era poco pulita, ma la donna anziana era del tutto sola e poteva contare solo su scarsi aiuti dei servizi sociali. 
Da qualche giorno le sue condizioni erano peggiorate, ma quando sentì un miagolio disperato nel bosco vicino alla casa si alzò dalla sua poltrona, mise un cappotto che teneva sulla sedia lì accanto e uscì in ciabatte per cercare il gatto che continuava a chiamarla. Dal cielo scendeva fra gli alberi spogli una pioggia leggera di scintille luminose. Non aveva mai visto una cosa simile. Alzò la torcia verso l'alto. Il gatto aveva smesso di miagolare e lei restò, stordita e rallentata dal freddo, a guardare il fenomeno delle piccole luci fredde. Le fece un po' paura. Fra gli arbusti il suo gatto Nino si mosse e le venne incontro facendo le fusa. Lei si riscosse e si avviò verso casa brontolando col gatto che l'aveva costretta ad uscire nella notte, d'altra parte era l'unica creatura che le fosse rimasta vicino, l'unico a cui importasse qualcosa di lei e non poteva perderlo. Intorno continuava a scendere silenziosa la pioggia di scintilline fredde e le venne in mente che era curioso vedere una cosa del genere poco prima di morire. Forse fu il freddo, ma appena entrata in casa sentì di perdere la coscienza e scivolò a terra. Aveva un piccolo apparecchio che, premuto, lanciava un segnale di richiesta di aiuto, una di quelle diavolerie per anziani soli. Riuscì ad attivarlo prima di perdere i sensi, poi scivolò in un gradevole torpore. Piccole scintille luminose si erano posate sulla sua pelle, sul viso e sulle mani. Cominciarono ad esplorarla e a moltiplicarsi su di lei, entrando negli orefizi del naso, della bocca semiaperta, delle orecchie. Dalla porta entrava il freddo pungente della notte e la donna si trovava sdraiata proprio in mezzo all'ingresso, si raffreddò sempre più e restò immobile, mentre il gatto si accucciava nell'incavo formato dalle gambe piegate facendo le fusa. Lentamente e senza dolore la donna si inoltrò nella morte, restando sospesa sull'orlo.

Gli ubriachi

In una strada al margine del bosco, nel paesino vicino, un uomo solo e molto ubriaco camminava e sbandava. Cadde e restò a sedere con la bocca aperta. Non si accorse della pioggia di luce che gli cadeva addosso finché non riaprì gli occhi, si riscosse e si spaventò a morte. Gli parve una spaventosa pioggia di fuoco. Aveva in tasca un coltello. Prese a correre per la stradina e si trovò faccia a faccia con un altro ubriaco uscito da poco dall'osteria del paese. Tutti e due si spaventarono molto, l'uno già impaurito, l'altro si vide arrivare addosso il primo e gridò, in un attimo quello tirò fuori, per istinto, il coltello … La polvere di luce li copriva entrambi e l'intera scena, se ci fosse stato qualcuno a vederla, sarebbe parsa surreale. Quando il primo uomo affondò il coltello nel corpo dell'altro attraverso la lama gli arrivò in un lampo, con la rapidità del pensiero, il flusso delle emozioni della sua vittima. Paura, terrore, incredulità, sorpresa e moltissimo dolore.Terrorizzato e inferocito ritirò la lama e tornò a colpire molte altre volte, ma le emozioni che lo assalivano ad ogni colpo erano sempre più potenti e lo invadevano, finché l'altro non cessò di vivere e lui sentì di non sopportare più e rivolse il coltello contro di sé. La polvere di luce che li copriva entrambi d'improvviso si spense e cadde a terra in fiocchi grigi di cenere. I due uomini restarono, uno morto e l'altro agonizzante, sul selciato della strada. Dalle case sentirono un unico grido e poi il silenzio.

Le persone che quella notte fecero il loro incontro con la pioggia di luce furono davvero poche, in altri luoghi del pianeta il fenomeno avvenne di giorno e quasi nessuno se ne accorse, lì per lì, salvo poi ritrovarsi la pelle soffusa di una luminosità leggera, come un fondotinta luccicante.


Spero fin qui di averci incuriosito. A me piace molto sentir raccontare storie, e ancora di più raccontarle io stessa. Domani il secondo capitolo.

Post scriptum : siccome l'avevo scritto in un altro posto e l'ho copiato qua, viene fuori in questo modo curioso con due caratteri diversi, abbiate pazienza.
 

Capitolo secondo: l'ospedale.

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Quando eravamo bambini, io un pò più grande degli altri, e andavamo a cena dagli zii, al momento di andare a letto raccontavo una fiaba alle mie cuginine. Loro eccitate in pigiama sul letto, io che le lasciavo scegliere fra tre titoli , e dal titolo mi imbarcavo in una storia che con difficoltà portavo alla fine, ma tanto la mamma ci chiamava per andare a casa sempre prima che avessi finito. Succedeva più spesso durante le vacanze di Natale.... quindi: secondo capitolo.

L'OSPEDALE

La mattina dopo Sara andò a svegliare sua figlia, si affacciò nella piccola camera e sobbalzò nel vedere che la piccola dormiva profondamente circondata da un alone luminoso che pulsava al ritmo del suo respiro, o del suo cuore. Aveva buttato via le coperte e sembrava non sentisse freddo. Resisté all'impulso di scrollarla e svegliarla di colpo, chiamò Nanni e lo fece venire a vedere: tutti e due respiravano piano sopra la piccola immersa nel sonno, le loro teste si toccavano. 
"Che sarà, secondo te?" 
"E' la cosa di stanotte." 
"Dio mio." 
"Dorme così bene. Chiama Paolo."
Paolo era il pediatra della piccola Gaia, amico fin da ragazzo dei genitori di Sara. In ospedale Paolo esaminò Gaia in modo approfondito.
Non c'è niente che non vada, la bambina sta bene.” disse accarezzandola. 
“Ma certo è almeno curioso.”
Cosa è curioso ?” Chiese Gaia.
“Il luccichio, il luccichio è curioso.” disse Paolo.
Ma vi dico che sono le fatine !” Esclamò la piccola.
“Proverò a prendere un campione ed esaminarlo. “Disse Paolo.
Sara lo prese da parte. “Dovrai farle male?”
Ma no ! Provo a strofinare la pelle con un cotton fioc, aspetta, lo facciamo subito. E le facciamo un prelievo di sangue per sicurezza”

 Altrove nella notte un'auto si era fermata davanti alla casa della vecchia signora, poi era arrivata un'ambulanza. I due, medico e paramedico, erano sconvolti. Avevano trovato il bosco spoglio intorno alla casa ancora vagamente luminoso. Ma ciò che li aveva terrorizzati era la donna, a terra, raggomitolata sul pavimento dell'ingresso, coperta di una specie di sottile corazza dura e calda che lasciava a malapena aperti gli orifizi del naso. Sotto questa corazza di un materiale come terra e luce che la teneva incollata al pavimento la donna era quasi in animazione sospesa, respirava ad intervalli assolutamente impossibili ed era ancora tiepida. I due erano sinceramente spaventati. Quando arrivò l'ambulanza parlarono tutti insieme di ciò che si doveva fare. 
“Intanto facciamo delle foto col telefonino.” 
“Ce l'hai il flash?” 
“I guanti, mi raccomando, non sappiamo cosa sia questa roba.” “Chiamate il pronto soccorso, allertateli su questa.. questa cosa.” 
 La caricarono sulla barella e sull'ambulanza. I guanti si coprirono di polvere luminosa. In ambulanza la corazza cambiò sotto i loro occhi, adattandosi alla barella e ricomponendosi sulla pelle della donna. I due che stavano con lei erano eccitati e spaventati a morte. 
“Fai altre foto, svelto!” 
La corazza crebbe e sembrò attirare la polvere presente nell'abitacolo, si gonfiò e prese la forma quasi della pelle di un rettile, poi improvvisamente tutto si disfece sotto i loro occhi, si alzò una nuvola di polvere luccicante e non restò nulla, nulla neanche del corpo della donna, solo un sottile strato di cenere che segnava il posto occupato dal corpo sulla barella. 
Fu impossibile non respirare la polvere all'interno dell'abitacolo anche se si coprirono il viso. Nel momento che respirarono la polvere uno dei due, il paramedico, seppe cosa aveva vissuto l'anziana signora e rivisse in un attimo i minuti prima della sua morte. Quando scesero dall'ambulanza trovarono difficile raccontare l'esperienza appena vissuta. Il paramedico, un ragazzo di 23 anni che si chiamava Marco, disse che c'era un gatto con la donna, un gatto nero che si chiamava Nino. 
“Come fai a saperlo?”
Sinceramente non so.” disse lui. Si guardò le mani, avevano cominciato a luccicare debolmente come se avesse maneggiato della porporina.

Nel reparto di pediatria dello stesso ospedale intanto Paolo aveva preso un cotton fioc e una lente d'ingrandimento. Dolcemente passò il bastoncino sulla pelle di Gaia. Gli sembrò che qualche particella luminosa fosse passata sul cotone. Bagnò un altro bastoncino e lo passò di nuovo sul dorso della manina della bimba. Questa volta il bastoncino restò macchiato e lasciò una traccia su un vetrino da microscopio. Poi ne prese un altro e lo passò sulla mucosa della bocca della bimba.
E' proprio curioso...anche la mucosa brilla ..”
Ed è preoccupante, vero? “ disse Sara con la voce piena d'ansia.
Davvero non so che dirti, ma la bimba sta benissimo ed è inutile allarmarsi, ora chiamo il laboratorio di analisi, ci dovrebbe essere di turno il dottor Disegni … aspetta..”
Prese il telefonino dalla giacca, cercò il numero e parlò col collega.
Sì, sono Paolo. Ti mando un paio di campioni da analizzare, ma devi farmi un piacere, non deve risultare niente, per ora, ho bisogno di assoluta discrezione … sì, certo, appena fatto sali da me per piacere, se possibile... no, non scrivere niente ...ci vediamo dopo. “
Gaia era insolitamente tranquilla e guardava fuori dalla finestra come se non avesse mai visto il mondo fuori.
Andiamo a fare una passeggiata?”chiese alla mamma.
Ma se non vuoi mai uscire in questi giorni? Ora che ti prende?”
E' una giornata proprio bellissima, mammina!”
Paolo aveva chiamato un'infermiera e aveva chiuso la porta.
“Venga Marina, dobbiamo fare un prelievo a questa signorina, ti facciamo un buchino piccolissimo, sentirai un pizzico, ma tu sei una bambina coraggiosa, no? La mamma mi ha detto che stanotte sei uscita da sola in giardino ...”
Sì, perché arrivavano le fatine e io le ho sentite..”
“Le fatine?”
Sì e ora sono con me. “
Con te dove?”
Qui con me, ora. “
Ma io non le vedo queste fatine.”
“Sono nella mia testa, mi parlano. Ora forse vanno anche dalla mamma e dal babbo, e anche da te. “
L'infermiera aveva guardato con sorpresa la bambina che sembrava coperta, sulle manine e sul viso, di un fondotinta luccicante, ma alle sue parole sorrise e strofinò un batuffolo di cotone imbevuto d'alcol sulla pelle dell'incavo del gomito della bimba.
“Mi fai il solletico!” Rise lei. 
Sotto gli occhi degli adulti la pellicola luminosa si era ritratta. L'infermiera si bloccò incredula. Il medico disse,  attento: 
“Continui, con cautela. “
 L'infermiera accostò l'ago alla pelle e subito la pellicola si allontanò, poi si riavvicinò rapidamente all'ago e lo serrò in una morsa. 
“Dottore, non mi fa entrare !”
Dio mio!” Mormorò Sara.
Calma, restiamo calmi, disse Paolo. Per favore, provi ancora.”
L'infermiera provò di nuovo. La pellicola di luce risalì rapidissima l'ago in superficie, superò il guanto e arrivò al polso dell'infermiera, poi lasciò la presa e lei poté fare il prelievo.
Ma che sta succedendo?” mormorò Nanni .
Sono le fatine. -Dichiarò di nuovo Gaia.- Vogliono essere sicure che non mi facciate male.“ Nanni guardò la figlia stupefatto.

Nell'astanteria al piano di sotto un gruppo di persone stentava a rendersi conto di quanto era successo. Ciò che era meno comprensibile di tutta la faccenda era la dissoluzione del corpo della signora anziana che erano andati a soccorrere, perché, per il resto, poteva forse spiegarsi come un'allucinazione collettiva, chissà cosa si erano fumati quelli la notte di Capodanno, si chiedeva il medico del pronto soccorso, anche se avevano spergiurato di non essere sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Fra le varie spiegazioni, di fronte ad un fatto inspiegabile, è sempre quella più probabile ad essere vera. Lui non aveva mai visto un corpo dissolversi, ma di giovani strafatti ne aveva visti parecchi. Poi c'era il ragazzo che diceva di avere sentito le emozioni della vecchia signora prima che morisse, quello era proprio scemo.
Fatemi le analisi, disse il ragazzo, vedrete che non ho preso niente, che sono assolutamente sobrio.”
Gli fecero un prelievo del sangue e anche sulla sua pelle la pellicola intorno all'ago si ritirò, ma il prelievo poté essere effettuato regolarmente. “Chiamate il dottor Disegni, assoluta precedenza di questa analisi, e portategli anche un campione della ...cenere.. direi, che è rimasta del corpo della signora. Infermiera, chiami malattie infettive, abbiamo bisogno di un paio di stanze per isolare un po' di gente, faccia venire chi è di servizio oggi, medico e caposala, ci trasferiamo tutti là, e chiamate tutti i reparti, se hanno qualcuno che presenta questa specie di membrana luminosa, svelti!”
La notizia rapidamente si diffuse in tutto l'ospedale. Paolo guardava i due giovani che si erano rivolti a lui, spaventati ma fiduciosi. Prese una decisione. 
“Tornate a casa con la bambina, di corsa e non uscite in paese, non la portate fuori, non fatela vedere a nessuno... Dio buono, Sara, cominci a luccicare anche tu ... Ah, non so che fare! Ma se restate qui per forza sottoporranno Gaia a mille analisi, possiamo aspettare per questo. Però state attenti, sapete che le persone si trasformano in mostri quando hanno paura.”
Dottore, ma se fosse contagioso?” disse Marina.
Contagioso lo è di sicuro, non vede che anche la madre luccica?”
Gli scappò un risolino nervoso.
Bhè, diciamo che mi prendo la responsabilità io, benché non so se faccio bene.. ma Gaia l'ho vista nascere e anche Sara ho visto nascere, andate a casa, ragazzi, e che Dio ci aiuti, ci serve il suo aiuto, adesso!” 

Il dottor Disegni, in laboratorio, aveva ricevuto campioni da analizzare riferiti a due situazioni diverse. Aveva due campioni di sangue, uno di Gaia l'altro del paramedico, due campioni di polvere presa dalla pelle, uno di cenere. I due campioni di polvere erano palesemente uguali. Un suo collaboratore li esaminò al microscopio . “Scaglie, dottore. Tutte uguali o quasi. Come scaglie luminose, penso che sia in gran parte silicio, però, dottore, se avvicino la mano si muovono... non vorrei mi fraintendesse, ma sembrano vive, o rispondere alla presenza di vita vicino a loro..”

Nanni e Sara si avviarono nel corridoio tenendo la bambina involtata in una copertina, lei rideva e si divertiva come se fosse un gioco, ma loro erano entrambi molto preoccupati. All'uscita dell'ascensore trovarono l'infermiera Marina, con due persone della sicurezza. 
“Mi dispiace tanto, ma è impossibile farvi uscire... in casi del genere, con una epidemia di origine sconosciuta, capite...”
Sara la guardò con odio. 
“Seguitemi per piacere, per di qua, se vuol dare a me la bambina..”
Neanche per sogno!” disse Sara. 
“Eppure dovrà farlo, signora, dobbiamo farle delle analisi più approfondite.- fece un risolino- Proprio come le ha detto il dottor Giusti.” Tese le braccia e tentò di strappare la bimba alla madre, ma lei gridò e quando l'infermiera la toccò gridò anche lei perché la piccola “pungeva”. Sembrava impossibile toccarla, tutta la superficie esposta del corpo, abiti compresi, era coperta di aghi minuscoli che ferirono le mani di Marina. “Ma che diavolo...!”Gridò lei. 
“E' peggio di quanto pensassi, per di qua , per favore. Lui no.” disse indicando Nanni. 
“Io no? Si vedrà se potete dividerci!” La piccola Gaia ora piangeva e Sara le disse di controllarsi, stava facendo male anche a lei. 
“Scusa mammina, ma ora ho tanta paura.”
 

Capitolo terzo

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Vedo che il racconto appassiona le folle. Si fa per dire! Per me funziona come un rifugio, mentre pulisco i piatti e carico la lavastoviglie in pizzeria  ascolto, nella mia testa, i dialoghi fra il dottor Paolo Giusti e tutti gli altri personaggi, che ormai hanno preso vita propria e procedono per conto loro...Ma mi devo sbrigare prima che il mondo finisca ! Quindi cercherò di bruciare le tappe e semmai, se la storia avrà successo, ci attaccherò tutte le cose che mi stanno venendo in mente in un secondo tempo. A proposito, ho chiamato interfono l'aggeggio che usano per comunicare fra le stanze isolate e l'esterno, ma credo ci sia un nome più appropriato, che ora non mi viene in testa .

LA SIGNORA HUANG


Chiusero Paolo, Sara, Nanni e la bambina in alcune stanze del reparto di malattie infettive, insieme all'infermiera traditrice. Dopo poco arrivarono il giovane paramedico ed altre persone, anche un'anziana donna cinese che era stata esposta alla pioggia luminosa nei dintorni del paese. La signora entrò nella stanza e Gaia si voltò verso di lei.. fu come se si riconoscessero, intorno a loro si formarono due piccole nubi luminose che si congiunsero attraverso la stanza, poi la piccola si svincolò dall'abbraccio della madre per correre incontro alla vecchia cinese. Si presero le mani e si sorrisero. Per un po' tacquero guardandosi negli occhi, poi la piccola disse “Mamma Huang!” e cominciò a parlare in una lingua che doveva essere cinese a giudicare dall'espressione estasiata della donna anziana. ”Ma come cavolo fanno a capirsi ?” disse Sara a Nanni.

Nel piazzale davanti all'ospedale atterrò un elicottero. Ne scesero dei soldati che scaricarono delle casse e un paio di uomini vestiti di nero, Entrarono nell'ingresso e l'elicottero si rialzò subito in volo. Dopo poco erano davanti al vetro delle stanze di isolamento, accompagnati da un interprete. Nel corridoio arrivò una donna bionda sui cinquant'anni. Avanzava a passi lunghi e decisi, ma uno della sicurezza la fermò.
Devo parlare col dottor Giusti.” 
“E' impossibile, signora.”
Come è impossibile?-tentò di sottrarsi alla mano dell'uomo che la tratteneva con decisione -
”Impossibile signora, c'è un'emergenza in corso...”
Che tipo di emergenza?-disse la donna .
Si avvicinarono i due uomini in nero. “Com'è entrata questa?” Tradusse l'interprete.
Dall'ingresso principale: non ci è stato detto di chiuderlo, l'ospedale è ancora aperto, è funzionante … non possiamo certamente evacuarlo.”
L'uomo in nero guardò attraverso gli occhiali scuri . Rispose in inglese. ”Bisogna farlo.”
Ma è impossibile. È l'unico ospedale in un raggio di cinquanta chilometri, abbiamo moltissime persone ricoverate.”
Non vi rendete conto della situazione? Andiamo dentro e lei, portatela con noi.”
La donna bionda , sempre trattenuta per un braccio dall'uomo della sicurezza , arrivò davanti al vetro della stanza di isolamento e chiamò a voce alta “Paolo! Paolo!” Riuscì a battere con la mano sul vetro e Paolo si voltò. 
“Tò , è arrivata la Gigliola!”
La Gigliola? - disse Sara – Ciao Gigliola !” fece salutando con la mano.
Chi è questa Gigliola?”chiese Nanni.
E' sua moglie. Ex moglie, veramente. Simpatica, ma un po' stramba.”
Intanto Gigliola discuteva animatamente con i due uomini in nero.
“Che succede, sono ammalati?”
Forse. Potrebbe essere un contagio pericoloso, ancora non lo sappiamo.”
Ma se vedo che stanno tutti bene!”
Una donna è morta .” disse un'infermiere. E un altro:
Sì ma era molto anziana e malata, viveva sola, pare sia caduta sulla porta di casa dopo essere uscita, nel colmo della notte, per soccorrere un gatto...”
Questa del gatto l'ha detta quel ragazzetto che ora è nella stanza, contagiato anche lui, dice che ha sentito i pensieri della donna..”
Si comunicarono alcune informazioni davanti al vetro, e Gigliola disse agli uomini in nero: “Io comunque voglio entrare.”
Ma lei chi è?”
Sono la moglie del dottor Giusti. “
Ex moglie.” disse un'infermiera .
Lei si faccia gli affari suoi. Fatemici parlare.”
Fu aperto l'interfono.
Gigliola.” fece Paolo.
Paolo...” La donna piangeva. “E' vero che siete tutti contagiati?”
Forse. Ancora non ci ho capito niente. Ma stiamo bene. C'è Sara, vedi? E Nanni, suo marito, e la bambina. “
Cos'è quella polvere luccicante?” Disse Gigliola.
E' quello il contagio .” Disse Paolo.
Ma dicono che una donna è morta ..”
Non solo è morta, si è dissolto il...”
L'interfono fu spento immediatamente.
Voglio sentire cosa mi sta dicendo mio marito!”
Notizie riservate.”Tradusse l'interprete.
Riservate un corno! Io chiamo la stampa Ho qui il mio cellulare! Faccio venire i giornalisti...” 
L'uomo in nero fece un segnale, e l'altro uomo in nero, veloce, le strappò di mano il cellulare, aprì la porta e la spinse dentro con gli altri. “Almeno una cosina l'abbiamo risolta.”disse l'uomo in nero in inglese. Paolo da dentro aveva visto che succedeva e faceva no, con forza, con la mano, ma non poté impedire che la moglie fosse introdotta nella stanza.
Ecco, come al solito! Non ne potevi fare a meno?”
Di far che?” piangeva Gigliola.
Di fare il solito casino!” disse Paolo sottovoce .
Se c'è un vero rischio, e ti assicuro che ci sono parecchie cose perturbanti in questa faccenda, almeno nostra figlia avrebbe avuto te, per quanto non so se sia un vantaggio nella vita, invece eccoti qua..”
Perché, che ci succederà?”
Paolo abbassò la voce “Se viene fuori che si tratta di un contagio sconosciuto può saltargli in mente di eliminarci tutti...”
Ma no! Non ce l'avranno il coraggio. Mica siamo in un film americano, siamo in Italia, nella provincia toscana!”
E dove credi che prendano le idee quelli che scrivono i film, dalla realtà, evidentemente..” 
Sara si era avvicinata ed abbracciò Gigliola. Si salutarono con affetto e Sara riuscì a strappare Gaia alla signora cinese per farla vedere a Gigliola. 
“Ma come è cresciuta! E come siete carine con quel brilluccichio addosso!” Si guardò le mani e vide che stava cominciando a brillare anche lei. “Oddio, Paolo, guarda qua! E come mai te non luccichi?”
E che vuoi che ne sappia! Se lo sapessi avremmo fatto un passo avanti! Bisogna affrontare la cosa con un po' di razionalità, ma ora sei arrivata te e perdo del tutto la speranza, in questo senso...”
Ma Paolo, sono venuta appena ho saputo e ora te mi tratti così... mi sono accorta che sei tanto importante per me, che il posto dove volevo essere era proprio qui con te e te mi tratti in questo modo..”
Paolo le sorrise. “Va bene, ora calmati , lasciami parlare con questa gente vestita di nero.”
Gli uomini in nero erano due, uno biondo e uno con i capelli scuri e ricci. Tutti e due con gli occhiali scuri. Quello biondo accese di nuovo l'interfono. 
“ Lei è il dottor Paolo Giusti.- era un'affermazione, l'interprete tradusse- Faccia andare tutti gli altri nell'altra stanza per favore, lasci la porta aperta per controllare, grazie.”
Paolo eseguì rassicurando tutti e tornò davanti all'interfono.
Siamo di fronte, dottore, ad una situazione che non comprendiamo e dobbiamo studiare. Abbiamo qua un medico specializzato nella gestione di queste crisi...( si avvicinò un uomo alto vestito di una tuta bianca e salutò con un cenno del capo) il dottor Smith. Credo che avremo bisogno di esaminare alcuni soggetti, almeno quelli che hanno avuto contatto per primi col contagio sconosciuto. Per la verità dovremmo fare delle biopsie..” “ No! Non sulla bambina, per cominciare, che siano almeno adulti informati! Ma non potete lasciare che passi semplicemente un po' di tempo per vedere come si sviluppano le cose? Mi pare che la cosa evolva rapidamente.. La bambina e la donna cinese, per esempio, stanno comunicando in un modo che non ho mai visto, sembra telepatia..” L'uomo di là dal vetro ebbe un sussulto .
Dio mio, disse, lei dottore non è al corrente, ma ci sono molti altri casi sul pianeta e non sappiamo se alcuni siano sfuggiti al nostro controllo, pensi solo ai deserti dell'Asia o a certe zone dell'Amazzonia...Potrebbe essere un parassita che ha delle strategie per insediarsi, anche gradevoli per l'ospite e poi se ne impadronisce e lo uccide o lo annienta... capisce il rischio? Potrebbe essere un'arma creata in laboratorio.” 
L'altro uomo disse, in francese. "..o potrebbe diventare un'arma...anche se crediamo che questa "cosa" venga dallo spazio cosmico."
Sì- disse Paolo ironico- l'invasione degli ultracorpi.”
L'interprete imbarazzata non sapeva come tradurre. 
“Un vecchio film di fantascienza , disse Paolo, Ma, per pura praticità, potreste dirmi i vostri nomi?”
Certo, mi scusi, sono l'agente Ford, Alan Ford.”
Paolo restò un attimo spiazzato e gli venne da ridere. “Alan Ford? Ma è vero?”
Certo, che ci trova di strano?-disse il giovane impassibile dietro le lenti scure.
E' il nome di un personaggio dei fumetti della mia giovinezza.. che stramberia, questa cosa ha degli aspetti davvero comici..e l'altro chi é, James Bond, magari?”
Non, je m'appelle Louis de Funes”
No. Non ci credo. E' un vecchio comico francese, Louis De Funes. Ditemi che sto sognando. Mi faceva ridere come un matto.”
I due lo guardarono come se parlasse una sconosciuta lingua galattica.
Intanto Gigliola, silenziosa, gli era venuta vicino. 
“I signori chi sono?” chiese.
Ti presento Alan Ford e Louis De Funes.”
Gigliola restò un attimo sospesa, come se non avesse capito bene, poi fece un gesto con la mano per indicare il passato dietro le proprie spalle. “Ma Alan Ford non era un fumetto di Bonvi, quello delle Sturmtruppen? E Louis De Funes quell'omino indiavolato, francese, che faceva morir dal ridere?...”
Già, proprio loro...” Per l'interprete era difficile tradurre la conversazione. Ora però i due giovani agenti avevano ricevuto una telefonata e chiesero silenzio, facendo segno con la mano che avrebbero continuato a parlare più tardi. 
Intanto Gaia e la signora cinese avevano cominciato a ridere. Ridevano come matte e il loro riso era contagioso più della polvere luccicante. Gaia si fermò, diventò seria e fece segno a mamma Huang di guardare il palmo della sua manina. Sopra di esso la polvere luminosa si raggrumò e poi si espanse. La bambina aveva lo sguardo concentrato di chi fa un lavoro difficile. La polvere aveva perso il suo colore e sembrava sabbia, ed ora stava assumendo una forma. Una lumachina, un pochino storta, come disegnata col lapis da una bambina. Gaia la mostrò a mamma Huang che battè le mani eccitata. Poi Gaia fece gonfiare la lumachina ed essa esplose in una nuvolina di polvere di nuovo luminosa. Ora toccava alla vecchia cinese. Aprì il palmo della mano rugosa e la polvere si riunì nella figura di un gatto con lunghe vibrisse. La donna si concentrò molto e il gatto aprì la bocca per miagolare, senza che ne uscisse alcun suono, e mosse le vibrisse e la coda, poi si espanse e svanì. Tutti intorno battevano le mani estasiati. Il dottor Giusti tornò verso il vetro, picchiò con la mano per attirare l'attenzione e indicò quello che stava accadendo. I due giovani mollarono i telefoni e restarono a guardare con le bocche spalancate. Ora anche il paramedico, Marchino, stava provando a far apparire qualcosa. Sul pavimento apparve un cane, lui disse che era Lampo, il cane del nonno, che scodinzolava felice. Dopo un po' tutti provavano il nuovo gioco, ridevano e saltavano per la stanza fra molte figure effimere di polvere che si formavano fra di loro.
La signora Huang fece apparire un grosso drago, animale totem cinese, che volò attraverso la stanza prima di scoppiare, poi, presa come da un raptus, fece apparire una creatura inimmaginabile, con corna e squame, alta sugli arti inferiori, ma quando la vide fu colta da una gran paura, un vero terrore e corse a pararsi di fronte alla piccola Gaia che si divertiva un mondo, ma la creatura di sabbia da lei stessa partorita avanzò verso di loro, lei gridò e cadde a terra. Tutta la polvere tornò polvere e cadde sul pavimento, poi tornò ad alzarsi e a luccicare debolmente. Tutti nella stanza corsero verso mamma Huang, compreso Paolo, che fece allontanare gli altri. 
Gaia gridava “Mamma Huang, Mamma Huang!” 
Paolo fece largo intorno alla donna, si chinò su di lei e gli ci volle un attimo a capire che il cuore si era fermato.
La signora è morta ..” disse Paolo. 
Gigliola disse “Lo so. Un infarto. Per la paura. L'ha spaventata quella figura, credo che non venisse da lei, ma fosse... un ricordo della polvere... Lei è morta per difendere noi e la piccola...Io l'ho sentito...” Gigliola di nuovo piangeva.
I due agenti, di là dal vetro, erano in grande agitazione. Paolo si avvicinò “ E' morta.” 
“Un'altra vittima della polvere.” tradusse la ragazza.
Non direi, mia moglie dice che ha avuto paura, un infarto. Comunque avevate bisogno di un cadavere.. ora ce l'avete”
Tutti nella stanza erano affranti e spaventati. I due agenti fuori, concordavano col medico come trasportare all'esterno delle stanze di isolamento il cadavere di mamma Huang, che però non si era dissolto, come era accaduto per la donna morta nel bosco, ma restava un normale cadavere e continuava a luccicare debolmente. Paolo pensò che nella disgrazia erano stati fortunati: c'era davvero bisogno di capirci di più in questa faccenda e l'esame di un cadavere era un'occasione irripetibile...finché non fosse venuto in mente a qualcuno di eliminarli. C'era una camera stagna prima del reparto di isolamento e lì fu messo il corpo dell'anziana signora. Alla fine si decise che era meglio fare l'autopsia nelle stanze isolate e per questo entrò il dottor Smith, il medico specializzato, con una tuta speciale e gli strumenti necessari, e chiese a Paolo e all'altro medico presente di assisterlo. Fecero spostare di nuovo gli altri in un altro locale adiacente e si occuparono della signora Huang.
 

Capitolo quarto

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 Pazienza, credo che  questa sia la penultima puntata, d'altra parte l'argomento merita e domani, il 20 dicembre, sarà  la vigilia della fine del mondo... Loretta non mangiare troppo per l'ansia!

Capitolo quarto: un'autopsia, una nuova interprete, bruttissime notizie.


L'anatomo patologo parlava italiano abbastanza bene e fece parecchie osservazioni che Paolo dovette scrivere. Incise la carne con un bisturi, dichiarando che c'era qualcosa di diverso dal solito, la pelle opponeva una nuova resistenza e sembrava di tagliare della seta. Appena inciso il tessuto dell'addome fu chiaro che la polvere, che pareva avesse fatto tutt'uno con la pelle, era penetrata all'interno del corpo e aveva cominciato a diffondersi in sottili filamenti luminosi. Non era più solo polvere, disse Paolo preoccupato, si comportava proprio come un parassita. L'altro medico esaminò gli organi interni e in particolare il cuore. Fu impressionante vedere che il cuore della vecchia signora, che mostrava chiaramente i segni della necrosi causata dall'infarto, era stato in parte riparato dalla polvere, cioè dai filamenti da essa prodotti. Doveva essere avvenuto prima dell'infarto,e poi c'era stata quella grossa paura che aveva interrotto la riparazione...
Sembra proprio, disse il patologo, che questo parassita abbia cercato di far sopravvivere il proprio ospite...”
Paolo non aveva a che fare con i cadaveri, per il suo lavoro, e non era un chirurgo, quindi tutta la procedura dell'autopsia l'aveva piuttosto stravolto, ma era necessario che desse una mano.

Quando ebbero finito, e il dottor Smith fu uscito dalla stanza e si fu liberato dalla tuta, si trovarono tutti insieme davanti all'interfono. Ma l'interprete non c'era.
Dov'è finita la ragazza?” chiesero sia Paolo che Alan Ford, dalle due parti del vetro.
Un uomo della sicurezza disse: “ Ha ceduto.”
Che vuol dire ha ceduto?”
Si è impaurita, con la morte della vecchietta. Non se la sente più di continuare, per ora è di sotto, in medicina, in stato di shock. Hei! Non è mica uno scherzo vedere una morire in diretta! Con tutta quella messa in scena! Anche a me, devo dire, ha fatto una certa impressione...”
I due agenti speciali non riuscivano a seguire il discorso, tutto in italiano.
Nel corridoio avanzò correndo una figurina familiare. Paolo la riconobbe e gli si allargò il cuore, ma subito si preoccupò, pensando al rischio che correva.
Babbino!” esclamò piangendo sua figlia Giorgia, una bella ragazza di ventinove anni.
Giorgia, cocca, come mai sei venuta?”
Babbino, mi hanno licenziata...”Dal call center? Te l'avevo detto che non ti ci dovevi confondere...”
Ma mica piango per quello, che vuoi che me ne freghi di quegli stronzi! Ho sentito alla radio che c'è un'emergenza e hanno fatto il tuo nome..” piangeva a dirotto.
Di fianco a Paolo arrivò anche Gigliola.
Mamma! Ci sei anche te? O che succede?”
Cocca -disse Paolo- sarebbe meglio che te ne andassi subito da qui, c'è un rischio reale di epidemia.”
Epidemia?”
Sì, ora non ti posso spiegare, e meno ne sai meglio è, così ti lasceranno andare senza problemi, vai ora, ti prego...”
“Sì Giorgina, ti prego anch'io, vai a casa del babbo, e stai chiusa lì, vedrai che ti daranno nostre notizie ..” disse Gigliola.
Sottovoce disse a Paolo “Quanti anni sono che non ti chiama babbino?” “Dalla quarta elementare, mi pare.”
Alan Ford chiese in inglese “Ma questa chi diavolo è?”
Giorgia era laureata in lingue. Si voltò verso di lui e gli disse, anche lei in inglese : “Sia più educato, per piacere. Sono la loro figlia.”
Lei capisce la mia lingua?”
Evidentemente.”
Et le français aussi ?” disse Louis De Funes.
Certainement.”
Nous avons trouvé l'interpréte. Voilà.”
Paolo aveva capito bene e disse: “No, assolutamente no!”
Giorgia invece disse sì, che lo poteva fare, si tolse il cappotto, tirò fuori dalla borsa un blocco di carta, una penna, un vocabolario piccolissimo e il suo portatile.
Englais?” chiese Louis accennando al vocabolario.
Oui, mais pour le francais ce n'est pas necessaire.”
Très bien, très bien..” fece il giovane fregandosi le mani.
Mettiamoci al lavoro.” disse Alan e si tolse finalmente gli occhiali da sole. Aveva dei bellissimi occhi azzurri e senza occhiali scuri il suo aspetto era molto meno minaccioso. Si tolse anche la giacca nera e si infilò un maglione, trovato in una delle sue borse.
Paolo pensò che quanto a testardaggine aveva preso tutto da Gigliola, quella benedetta figliola. E via, se dovevano morire, alla fine sarebbero morti insieme. Ma non lo disse a Gigliola. Bisognava trovare il verso di non rimetterci le penne. Nel corridoio arrivò un'altra figura familiare. Paolo salutò con la mano la caposala di pediatria, Cristina, la sua collaboratrice preferita. Era una donna robusta e materna, e aveva con sé tre ragazzini, piccoli pazienti di Paolo. Uno senza capelli per le terapie che stava facendo, uno con una gamba ingessata, uno pallidissimo per un'anemia. Paolo li salutò con la mano. 
“Dottore, non sapevamo dove fosse finito.. poi ci hanno detto e eccoci qua... questi tre la cercano da stamattina presto...” I bambini parlarono con Paolo affettuosamente. Poi lui disse alla Cristina : “ Di lei mi posso fidare, ho alcune incombenze, può fare qualcosa per noi?”
Alan Ford e Louis De Funes osservavano la scena come se tutti gli altri fossero fuori di testa. Alan osservò sottovoce:”Questi non hanno ancora capito che il mondo intero è in pericolo.”
Tutto quello che vuole, dottore.”disse Cristina che cominciava a piangere anche lei. 
Su su, Cristina, ho bisogno di lei, ora. Sara! Sara !” chiamò ad alta voce. Subito arrivarono Sara, Gaia e Nanni.
Che mi dicevate del cane?...”
Se non è troppo disturbo bisognerebbe telefonare ai miei perché vadano a casa a dar da mangiare a Rambo e alle galline... Rambo da solo ci sta malvolentieri.. e siamo usciti di corsa ... potrebbe dire alla mamma che stiamo bene? ” Erano stati ritirati tutti i telefonini e non potevano comunicare con le famiglie.
Certo, prendo appunti.” Disse Cristina. Giorgia le passò un foglio. Si accordarono e Cristina chiese se c'era altro.
Sì, Cristina. Cibo, siamo senza mangiare da parecchie ore, ormai. Strano che non abbiamo fame! Avete fame voialtri? “
Tutti dissero che cominciavano solo ora ad avvertire un certo appetito.
Insomma Cristina, se ci considerate non appestati in punto di morte, ma gente che deve essere normalmente nutrita ci fa piacere.. e soprattutto niente panini! ”
“Ma che dice dottore!” disse Cristina tirando su col naso . “Vado subito nelle cucine a fare un risciacquone!”
Alan e Louis osservavano la scena irritati. Alan disse “ Non c'è verso di concludere qualcosa, siamo proprio in Italia...”
Voleva lasciarli senza mangiare?”disse Giorgia gelida.
Alan la ignorò.
Se siete comodi facciamo il punto della situazione, o qualcuno deve fare pipì?” Si guardò intorno :” Bene, riassumiamo.
A) nella notte fra il 20 e il 21 dicembre è caduta dal cielo una pioggia di particelle luminose 
B) alcuni individui, pochi per fortuna, ci sono venuti a contatto: Gaia, la bambina qui presente, una donna cinese di età indefinibile, un'anziana donna che ha chiamato soccorso, sentendosi male, ma non sappiamo se il suo malessere sia stato causato dalla polvere o se già lei si trovava in difficoltà, fatto sta che quando sono arrivati i soccorritori la donna era coperta di una corazza dura e calda, come uno strato di terra rappresa, che le permetteva di respirare. Abbiamo delle foto fatte da quel ragazzo laggiù, fatele vedere al dottor Giusti, prego.. “ Giorgia girò verso di lui lo schermo del computer. Le foto erano impressionanti.
C) Caricata in ambulanza la corazza si è riformata sulla barella, si è modificata e poi è esplosa, o qualcosa del genere. Giornata di esplosioni di polvere, questa, mi pare. Il cadavere però è scomparso, lasciando solo una traccia di cenere. Analizzata in effetti è cenere. Comune cenere.
D)Questa mattina, alcune ore fa, i genitori di Gaia l'hanno portata qua in ospedale, per far vedere al suo pediatra, (indicò il dottor Giusti) la luminosità della pelle e la bambina ha modificato la superficie del suo corpo, anche degli abiti, se non sbaglio, e l'infermiera è rimasta ferita superficialmente... “
Paolo chiamò Marina. Lei arrivò con un'aria mortificata, priva della baldanza arrogante di qualche ora prima. Raccontò cosa era successo.
Alan riprese l'elenco. “ E) la polvere luccicante è contagiosa. La bambina l'ha attaccata alla madre e alla moglie del dottor Giusti, come vedo...
Poi c'è lo show di figure di polvere fra tutti voi. Vi siete divertiti, là dentro? Poi è morta la vecchia cinese. Dimenticavo che la bambina pare parlasse cinese ...Roba da matti, se qualcuno ci trova un senso lo pago.”
Paolo disse: “ Dimentica l'autopsia. E' evidente che questa forma di vita è entrata in profondità nel corpo della signora Huang, fino a riparare il suo cuore, prima dell'infarto, poi c'è stato quel terribile spavento e lei è morta nonostante le riparazioni, che erano appena iniziate... Abbiamo trovato filamenti luminosi negli organi interni, come l'inizio di una mutazione.” Tutti intorno rabbrividirono. Paolo continuò.
Supponiamo che sia davvero una forma di vita sconosciuta, un parassita che vuol far sopravvivere l'ospite … forse dovremmo davvero aspettare degli sviluppi...”
Louis disse : “Aspettare gli sviluppi non dipende da noi, dottore. Se dipendeva da noi avremmo già in mano i piani per l'eliminazione totale. Il dottor Smith sta studiando il modo più efficace, trattandosi di polvere viva e in qualche modo intelligente, di pianificare la distruzione evitando di diffonderla, altrimenti il nostro sacrificio sarebbe inutile...”
Giorgia tradusse, ma si interruppe e disse “ Nostro? “
Certamente signora. Come quando si affronta un cancro, bisogna essere certi di aver sterminato fino all'ultima cellula. Di solito si elimina molta roba sana.” Giorgia sbiancò. Tutti quelli che erano chiusi nella stanze isolate si guardarono, ma, a parte Marina che piangeva a dirotto, ed era l'unica, insieme a Paolo, a non mostrare traccia del contagio, gli altri erano molto sereni, non rassegnati, ma sereni.
Paolo disse : “Credo che questo parassita abbia proprio un'azione sul sistema nervoso, troppa calma, qua dentro. Perfino mia moglie sembra un'altra persona! Ora che mi ricordo, anni fa, in occasione di una guerra, gli americani avevano creato in laboratorio una polvere intelligente, che veniva lanciata dagli aerei sui paesi e rimandava moltissime informazioni, come dotata di microsensori..“
Sì, ci abbiamo avuto a che fare .” Disse Louis. “Ma non è il nostro caso. Siamo in contatto con un laboratorio statunitense, l'hanno esaminata, questa polvere è una cosa molto più raffinata, è un organismo che prende vita e si risveglia a contatto con un altro essere vivente... come una spora, direi. 
Guardate, pare sia arrivata la vostra cena...mangiate in pace, spero ci sia qualcosa anche per noi, le nostre razioni speciali sterilizzate non sono più necessarie, ormai siamo tutti nella stessa barca. Sinceramente poi, hanno un sapore schifoso.”
Alan alzò gli occhi dal computer e disse : “ ...e dottore, quanto alle decisioni, aspettiamo solo il via libera degli altri governi, poi, purtroppo...” Il resto si capiva anche troppo bene.
Era già tardo pomeriggio ed erano tutti stanchissimi. Mangiarono, parlarono un po', si lavarono nei bagni dell'ospedale e si sistemarono nei letti per la notte. Non c'era televisione ed erano tutti sfiniti. C'erano abbastanza letti per tutti e Paolo e Gigliola poterono prendere una stanza per se. Paolo chiuse la porta e si sdraiò sul letto. Pensava e ripensava. Secondo l'idea che gli frullava in testa da un momento all'altro, se si trattava di un parassita, avrebbe dovuto esserci una crisi, di che genere non sapeva, ma la bestia doveva manifestarsi prima o poi con violenza. Come fa la malaria, per esempio. Gigliola gli si strinse accanto. In quella situazione di fine del mondo, almeno per loro, gli tornò in mente la profezia Maya. Era oggi il giorno della fine annunciata, eppure il sole era tramontato e non era finito niente, il mondo era ancora lì. Ma si sorprese a pensare che forse era il parassita, la fine. Provò un senso di leggerezza e abbandono e baciò sua moglie. Si trovarono a fare l'amore dopo alcuni anni che non capitava più, anche gli ultimi tempi che vivevano insieme erano stati lontani … Loro non potevano vedersi, nel buio della stanza, e si erano già abituati alla luminosità che li accompagnava fin dalla tarda mattinata, ma la polvere cominciò a turbinare intorno a loro e li avvolse. Entrarono uno nell'altra come non era mai avvenuto, i pensieri si fusero, e poi non ci furono più pensieri, ma solo loro due che si amavano, come all'inizio, come se fosse per sempre. Insieme pensarono “E' meraviglioso..” E Paolo pensò che quest'effetto neuro tossico, come una droga, era bellissimo da sperimentare, che non era mai stato così prima con sua moglie. Doveva capitargli a quasi sessant'anni, e poco prima di morire. La vita era proprio strana. La stanchezza ebbe il sopravvento sui pensieri, si addormentò profondamente e la polvere, dal corpo di Gigliola, passò su di lui e lo contagiò. Entrò dappertutto e lo esplorò in profondità. Gaia intanto, fra i due genitori addormentati , uniti come in un bozzolo dalla polvere e felici, esplorava anche lei col suo nuovo senso là attorno a se. Tutti dormivano in pace. Paolo e Gigliola, lei li sentiva, erano felici. Si addormentò tranquilla.
 

Capitolo quinto e ultimo : la fine del mondo e l'inizio di un mondo nuovo

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Capitolo quinto.

Paolo e gli altri dormirono qualche ora. Lui e Gigliola furono svegliati bruscamente da Nanni . "Paolo, Paolo!"
"Che succede?" Paolo saltò a sedere sul letto.
" E' Gaia..Gaia ha la febbre...."
Gaia aveva la febbre altissima, il termometro segnava più di 40°. Gli occhi chiusi seguivano le immagini di un sogno, muovendosi rapidissimi dietro le palpebre. Paolo provò a toccarla , ma lei si irrigidì come in preda ad una convulsione.
"Prendi un asciugamano bagnato e mettiglielo sulla fronte,disse Paolo a Sara, io vado ad avvertire i ragazzi." Di là dal vetro Alan, Louis e Giorgia stavano curvi sui loro computer e si scambiavano informazioni.  Sembravano tesi e stanchissimi. "Babbo.."-disse Giorgia.
"Cocca, non hai dormito per niente..."
Non era una domanda, si vedeva che erano stati svegli e la notte era solo a metà.
"La bambina sta attraversando una crisi , ha la febbre altissima e non possiamo toccarla.."
Alan disse, alzando il capo dallo schermo "Sta succedendo anche negli USA e in Inghilterra, a Chicago hanno un ospedale pieno di gente infettata che sta cominciando ad avere la febbre. "
"Anche da noi in Francia- disse Louis , e in Germania ... quasi in tutta Europa."
"E io che pensavo che fossimo gli unici!" - esclamò Paolo.
"Ma no dottore, è una pandemia vera e propria che si sta scatenando... un vero guaio." Louis si passò le mani fra i ricci scuri.
Il dottor Smith fece aprire la porta ed entrò con un pò di strumentazione.
"Non doveva entrare, dottore, potevamo occuparcene io e l'altro medico..." Disse Paolo, ma l'altro scosse il capo e gli posò la mano sulla spalla. "Coraggio, credo che sarà una lunga notte."
Tornarono dalla piccola e la vegliarono per almeno due ore, dopo di che, alle prime luci del giorno, la bambina sembrò riprendersi. Fu allora che sua madre Sara e suo padre cedettero alla febbre a loro volta. Per loro fu anche peggio, la temperatura si alzò accompagnata da delirio e contrazioni muscolari, quasi come se si trattasse di tetano.
Non conoscevano il parassita e non sapevano come intervenire, e il dottor Smith convenne con gli altri medici che si poteva solo osservare il decorso intervenendo per raffreddare la superficie del corpo. Era impossibile inserire gli aghi per idratare i pazienti, la pelle era diventata dura, quasi impenetrabile. Il dottor Smith disse  che in quel caso tutti loro erano cavie... I medici andavano da un letto all'altro, anche Gigliola dovette sdraiarsi , poi Marchino,  il dottor Benedetti del prontosoccorso e l'infermiera Marina. Per ultimi cedettero Paolo e il medico inglese. Solo Gaia, che si era ripresa, vagava fra i letti con un'espressione stranita, aspettando di conoscere la sorte dei suoi genitori e degli altri, e  a Paolo, prima di cadere in un delirio spossante, parve che fosse cresciuta, nel corso della nottata.
Una volta si diceva che i bambini crescono, con la febbre, pensò sorridendo  prima di perdere coscienza e cadere in un sogno tormentoso.

Sognò di essere in un luogo scuro e freddissimo e lui  viaggiava in questo luogo, ed era solo una scintilla di consapevolezza. Viaggiava da moltissimo tempo, forse migliaia o centinaia di migliaia di anni, se il tempo fosse stato misurato con i riferimenti della Terra. All'inizio era stato qualcos'altro, una creatura più complessa con un veicolo che la proteggeva, ma dopo tutto quel tempo c'era rimasta solo una scintilla di coscienza, un progetto, e qualche brandello di ricordo. Viaggiava tenendosi lontano dalle stelle, per non essere catturato dalla loro gravità. Aveva molte mete da raggiungere ed una di queste era  il terzo pianeta di un sistema con una stella nana gialla, e quando vi fosse arrivato forse lì avrebbe trovato la vita. Se non ci fosse stata vita il lunghissimo viaggio sarebbe stato inutile. Sapeva di essere un dono per le creature che avrebbe incontrato ed amava profondamente la vita in ogni sua forma. Non vedeva l'ora di arrivare alla meta,anche se di se era rimasto così poco . Non sapeva più se era stato inviato o se era partito da solo, non sapeva neanche se qualcuno l'aveva creato come macchina biologica o se era nato così . Sapeva che desiderava calore , luce e vita. Entrando nell'atmosfera del pianeta una parte di lui bruciò e solo pochissimi granelli di ciò che era all'inizio arrivarono attivi. Era pieno di gratitudine. Trovò moltissime creature, scoiattoli, gatti, cani , topi , serpenti che dormivano nella terra, uccelli posati sugli alberi e uomini.  Era separato in tante parti minuscole, ma era anche unito come era sempre stato, e Paolo, sognando, sentì l'alienità assoluta dell'essere arrivato dalle stelle e si contorse per integrare  quella visione estranea e ignota. Ma l'essere non voleva spaventarlo, voleva amarlo e stare con lui, con tutti loro .
 Paolo si svegliò dal delirio e dalla febbre intorno a mezzogiorno del 22 dicembre. Sua moglie lo chiamò con dolcezza, carezzandogli la fronte. "E' passata Paolo, sei fresco ora..."
Era ancora in stato confusionale . Chiuse di nuovo gli occhi e lasciò che tutto tornasse normale . "Hai sognato anche te ?" chiese alla moglie . ""Sì, anch'io.." "Lo spazio profondo e l'essere che viaggia..." Gigliola gli toccò di nuovo la fronte e non ci fu bisogno che parlasse.
Gigliola lo aiutò ad alzarsi. Era diventata paziente e dolce, e non era più così da tanto tempo. Tutti gli altri gli si strinsero intorno. "Hei, ma brilliamo tutti!"
Dentro la sua testa  una voce parlò:
non ti ho/abbiamo danneggiato, disse, ma era necessaria la febbre per  completare il contatto. Paolo ondeggiò e dovette sedersi.
Ora siete i primi, insieme ad altri di quasi tutte le parti di questo meraviglioso pianeta. Per voi siamo/sono una nuova pelle, molto efficiente. Vi accorgerete di essere più sani e longevi, più sereni e intelligenti. Noi/io e voi, siamo insieme .
Paolo si stupì del nuovo soggetto Io/noi, nell'italiano non c'era un termine per indicare qualcuno che è molti e uno solo nello stesso tempo. "Ci piace -disse la voce - la vostra molteplicità. Ci piace ed ognuno di me/noi diventa singolo per il contatto con ognuno di voi, ma resta unico, unito a tutte le parti. Ci piace molto, ma anche per me/noi è una novità. " La voce dentro di lui gli fece vedere un altro mondo che arrivava, dove gli uomini comunicavano toccandosi, e anche a distanza, dove alcuni respiravano nell'acqua, e altri vivevano adattati perfettamente alle altezze estreme. Gli fece vedere un pianeta meno abitato e più sano, e una specie umana che sembrava tutta nuova.
"Se possiamo comunicare senza parlare, non useremo più la voce, si atrofizzeranno le corde vocali?" chiese Paolo.
 "Non credo proprio, disse il simbionte, ci/mi piace molto quando  cantate."
E quando mi hai sentito cantare?
 "L'ho trovato nei vostri ricordi . La musica che fate è bellissima. Ora andiamo dai bambini che abbiamo/ho visto ieri, possiamo guarirli. "
Paolo  frastornato dalla voce , che percepiva come voce, ma era altro, e dall'attenzione necessaria all'esterno, andò verso il vetro delle stanze di isolamento insieme agli altri . L'infermiera Marina lo trattenne e lui vide che lei non brillava
."Dottore, ho avuto la febbre , ma non ho sviluppato il contagio! Sono sana !"
"Bene Marina! E' contenta?"
 "No dottore, io no, vedo che voi tutti luccicate, perché io no?"
"Credo sia affinità , Marina... non c'è affinità fra lei e il nostro amico..mi dispiace.."


"Sai che penso, Gigliola? -disse a sua moglie. Ricordi che diceva il Principe di Salina nel Gattopardo? Tutto cambia perché non cambi niente", ma questa volta credo che all'apparenza non è cambiato niente, e invece è cambiato tutto."
Andarono al vetro e sua figlia, Alan e Louis si abbracciavano. Alan e Giorgia con troppo trasporto. Paolo pensò che avrebbe avuto un genero con il nome di un personaggio dei fumetti della sua giovinezza. Meravigliosa la vita.
 "Babbo!-disse Giorgia attraverso l'interfono - Indovina ? Una figlia del presidente Obama è stata contagiata! Ha convinto suo padre a non intervenire! E ora sembra che questo parassita sia una risorsa e non una malattia mortale !"
"Lo so cocca. Aprite questa porta. "
Quando aprirono uscì insieme a loro una nuvola di particelle che si diffuse nel corridoio. Se ne andarono nei reparti e toccarono tutti , personale e malati , tutti sorridevano ed era molto contagioso sia il luccichio che il buonumore. L'essere di polvere luminosa era felice. Paolo e Gigliola uscirono nella gelida mattinata invernale e andarono a casa a piedi: l'essere alieno in loro li proteggeva dal freddo e assorbiva la luce pallida del sole . Dovettero togliere i cappotti. " Credo che farò l'albero di Natale . " Disse Gigliola . L'essere di luce rispose . "Sarà un Natale bellissimo." 

Tutto questo è estratto da Wikipedia dell'anno 2075. Il racconto è stato scritto da Giorgia Giusti e da suo marito Alan Ford , è letto in tutte le scuole  e diventato notissimo in Italia e nel mondo. L'essere di luce, dopo essere stato individuato come parassita, fu chiamato "simbionte", ( simbionte, che vive con l'uomo) e indicato in tutto il mondo con la parola SYM.
Il SYM non attecchì in tutti gli individui, alcuni ne sono rimasti privi . In Italia girò per un pò la storia di un ex presidente del Consiglio, che aspirava all'immortalità e desiderava moltissimo il SYM, ma non era stato contagiato, come si diceva all'inizio. A questo proposito c'è un'intervista a Giorgia GIusti che risale alla fine del 2013, l'anno dopo l'arrivo del SYM.
"E' vero dottoressa, che un ex presidente del Consiglio invitò suo padre a cena dopo l'arrivo del SYM?"
"Certo!" - disse lei ridendo.
"E suo padre ci andò?"
"Oh sì, è sempre stato dotato di senso dell'umorismo e con il suo SYM la cosa è anche più accentuata. Non se la sarebbe persa per niente al mondo, quella cena !"
"Ci può raccontare brevemente?"
"Non c'è molto da dire. Cenarono in modo sfarzoso e il SYM gradì parecchio, poi l'omino chiese a mio padre se poteva passargli il SYM, lui che era stato uno dei primi ad averlo. "
"Perché lo chiama omino?"
" Perché diceva così il babbo. Era un omino piccolo e appariva sempre in televisione velato di una nebbiolina, con i capelli rossicci, tinti, ovviamente, aveva più di 75 anni, credo, all'epoca. ..era proprietario di almeno tre televisioni e aveva una vera dipendenza dal sesso,  insomma, ridicolo. "
"E suo padre che gli disse ?"
"Se la rise sotto i baffi tutto il tempo del colloquio. Lui disse che era disposto ad avere la febbre, pur di prendere il SYM. Ma ormai lo sanno tutti che nessuno ha più avuto la febbre, dopo il primo contatto. Quella volta il SYM aveva fretta di concludere per paura che tutti noi, i primi , fossimo eliminati. Ma dopo il SYM ci conosceva intimamente e non c'è più stato bisogno della febbre... Comunque mio padre gli disse che non dipendeva da lui, che si trattava di affinità, come era stato per Marina, l'infermiera di pediatria. se non c'è affinità il SYM non può venire. Ma l'omino desiderava enormemente il SYM. Mio padre gli disse che forse non lo desiderava abbastanza, perché il SYM non va dove non è desiderato , è un'idea dei Sapiens Sapiens quella che il SYM li rifiuti."
"Approfondisca questo concetto."
" Lo sanno tutti che quel 21 dicembre fu una specie di fine del mondo, no? La specie Homo Sapiens Sapiens  è in via di estinzione , e ora sulla Terra vive la specie Homo Sapiens Sapiens +, il più sta per " più simbionte".
" Certo certo. E dell'omino che ne è stato? "
"Credo che sia morto. Sa che non  ricordo il suo nome? Mi pare cominciasse per B..."
"Bersani?"
"No, Bersani luccica ancora! Anche se non fa più il politico... No guardi , Bertoni. Berloni, neanche il mio SYM  se lo ricorda. "
"Cosa si può dire dell'arrivo del SYM , dottoressa?"
"Credo che negli anni a venire  si scriveranno molti più libri di quelli scritti, pur numerosi , in questo primo anno, ma io le dico due cosine piccole: non siamo più soli  e abbiamo trovato la parte mancante. "
"Grazie dottoressa e auguri per la gravidanza. "
"Grazie a lei, sarà una bambina che nasce con il SYM dalla madre, ci pensa che meraviglia? "


Post scriptum : avendo io fatto una fatica notevole per scrivere questa storia bislacca prima della fine del mondo diffido chiunque, e sapete che non l'ho mai fatto, da usarla senza il mio permesso. E' un regalo per chi segue il blog, ovviamente , con i miei auguri, spero che vi siate divertiti e non annoiati.  Domani vado a fare il torrone dalla zia Mirella, e il giorno dopo andrò a fare ricciarelli e cavallucci dalla Luisa, oltre al lavoro, così auguro ora Buona fine del mondo (spero che vada così) e Buon Natale a tutti.

Amiche nemiche.

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Il tempo mi rimane insufficiente ora che lavoro, proprio insufficiente, qualunque cosa faccia ne avrei da fare altre cento e sono comunque stanchissima. Per cui non scandalizzatevi se non trovate post sulla situazione attuale, terremoto, attentati, situazione internazionale, non riesco a starci dietro, sono un'operaia che corre e ogni tanto si ferma per riposare cercando di conservare un pò di equilibrio interiore .
Vi parlerò di pettegolezzi o simili, oggi. Sarà capitato anche a voi di vivere situazioni simili.Spererei di no per voi.
 L'altro ieri  sono venute a trovarmi due donne che non vedevo da tanto tempo. Ho sentito la Holly abbaiare, segno che si avvicinava una macchina, e poi il campanello ha suonato, da lontano ho pensato ai testimoni di Geova, poi le ho riconosciute. Con una di loro c'era stata una rottura brusca alcuni anni fa, l'altra non mi aveva chiamato più, io lavoravo tanto anche in quel periodo, e c'è stato un allontanamento soft. Penso che non siano mai casuali queste cose e non rimpiangevo le frequentazioni, sennò, come faccio con tante altre persone, le avrei cercate. Ho aperto il cancello  piuttosto sorpresa. Una delle due scendendo dalla macchina ha avuto da ridire su  come erano potati gli olivi. Ho risposto gentilmente, non sono una persona aggressiva, da lì è cominciata una specie di opera di demolizione di Vitamina, o perlomeno un tentativo.
Ho chiesto all'altra se aveva ancora  il compagno che avevo conosciuto anni prima, sapevo che era stato malato Ha detto "No, purtroppo non c'è più ."
 "Oddio, non è mica morto?""No, ci siamo lasciati. "
Ho chiesto se l'aveva lasciato lei , no, era stato lui, e ancora ci soffriva.
Mi dispiace tanto, ho detto io, perché oltretutto mi aveva appena raccontato che la ditta dove lavorava ha chiuso e lei è di quelle cinquantenni rimaste senza lavoro, come me qualche tempo fa, so bene come ci sente. Tutto questo mi dispiaceva moltissimo, la conosco da troppo tempo per non essere dispiaciuta e ho osservato che non è facile portare avanti le relazioni umane, che siano matrimoni o altro. Quell'altra, quella degli olivi, ha detto subito "Parli per te?" Come a dire che il mio matrimonio era di quelli a rischio .
 "Veramente no , ho detto io sentendomi messa in discussione, mi pare che la riprova sia il fatto che io e mio marito siamo ancora insieme, nonostante tutte le tempeste che abbiamo affrontato."
E mi è scappato un elogio esagerato di Mauro, non tanto esagerato. L'altra mi ha chiesto delle figliole e io ho detto che si sono laureate e quella ha detto "E ora tanto che pensi che facciano?" Sempre col tono di chi mette in dubbio che sarebbero riuscite, nonostante la laurea, a combinare qualcosa di buono.Ho risposto che avrebbero fatto come tutti i giovani, che già si stavano dando da fare con qualche lavoretto e intanto continuavano a studiare. Poi si è guardata intorno, il giardino è rigoglioso, strabordante per la pioggia e pieno di colori. Senza falsa modestia, bellissimo. "Questo posto è una meraviglia, ha dovuto riconoscere, sembra proprio un posto dove si sta bene, ma ora come cavolo fai a innaffiarlo? Fra un pò sarà tutto secco!"
"Annaffierò -ho detto sentendomi presa in una delle mie piccole angosce- ma poi alla fine si va col ciclo stagionale e sarà di nuovo bello in autunno (Spero, ma questo non l'ho detto )."




 E via così fino alla fine della visita di scortesia. Quando è salita in auto quella con cui c'era stata una brusca rottura ha detto che era stata proprio contenta di essere venuta, non so te ... Volevo dire : Io no, per niente, ne facevo volentieri a meno, ma ho detto che tornassero, che avevo avuto tanto piacere. Lì per lì  ho provato solo una gran fatica e un gran sollievo, come se avessi lavorato, poi ho fatto un riassunto mentale dell'incontro e ho capito cosa mi aveva stancato, mi sono anche chiesta che ci si va a fare a trovare qualcuno se si vuole solo demolirlo ed evidentemente non si prova gioia nell'incontrarlo, altrimenti non ci si comporterebbe così. Si era anche lamentata di certa gente che godeva di vedere che lei e la sorella avevano leticato, certa gente ci gode, aveva detto. La dovresti capire bene, volevo dire, ma mi sono astenuta .



Al lavoro, vedendo la Giusi, la mia datrice di lavoro attuale, quasi coetanea mia, che ne ha passate tante, ma non ha mai perso la dolcezza e la compassione, mi è venuto da darle un bacio. Sono contenta di aver a che fare con te, le ho detto.

Ieri che era mercoledì ho fatto un piccolo giro per vivai con l'Antoinette, spesa complessiva dieci euro di piantine annuali per tappare i buchi e rallegrarsi lo spirito. Poi non so dove piantarle... Diciamo che non fumo e mi permetto delle  spese piccole ma poco utili. Lungo la via l'Antoinette ha gridato "Ferma ferma !"
"Oddio, che c'è ?"
"Una pianta tutta fiorita in mezzo al campo, che roba è, una malva? Andiamo a vedere!"
Sollevata, perché pensavo chissà che fosse successo, ho messo la retromarcia, siamo scese e andate a veder . Quando l'ho adocchiata non ho esitato a infilarmi nei rovi per vedere da vicino . L'Antoinette gridava :




 "Sei matta ! Non hai paura dei serpi ?"
"Ma che serpi !" Ho detto io" Qui ci devi ritornare te a prendere i semi , ricordati, che io non avrò tempo !"
Un enorme papavero orientale, forse da oppio, alto due metri, troneggiava   sopra una massa di erbe e rovi , con fiori rosa con l'unghia nera, uno spettacolo esagerato !!
Siamo tornate a casa che ci pareva di aver trovato un tesoro .
Mi dispiace solo che non avevo con me la macchina fotografica .
Le foto sono fra le tante scattate da Mauro con tutta quest'abbondanza, manca una visione d'insieme , il "genius loci" che dai singoli fiori non si vede.

Article 23

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Sto aspettando ospiti... Loretta? Non aver paura, sono gentile.






uest aspecie si chiama libellula " depressa", ma non è depressa per niente, è molto combattiva, l'accoppiamento in volo  sembra una lotta.




Questa non so come si chiama , pare un gioiello, anche lei si accoppia in volo , in modo più dolce, volano attaccate in giro e sembrano felici.



Cos'è oggi? Il 26 maggio?  Ahi ahi (feu feu!) il mio mese sta per finire ! Tornerà solo fra un giro completo della misura del tempo della terra. Avrei tante cose da scrivere ma non riescono a formarsi pensieri completi, si affollano e sono troppi , come le sensazioni che si provano in giardino. Allora forse è meglio, in questi giorni, regalare delle immagini, come dei piccoli reportage della vita in campagna . Ho fretta , ciao ciao!

L'erba cipollina e la farfalla

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Mo marito dice che posso usare le sue foto se dichiaro la fonte : le fa lui queste foto bellissime, ha un'animo d'artista . Suggerisco di usarle come sfondo per il desktop , è molto bello accendere il pc e trovarsi in questa situazione, con una farfalla posata su un fiorellino di erba cipollina. Metto qui una serie di immagini, perché una sola è insignificante, mentre tante sono come un documentario e comunque un'immersione nella porzione di mondo dorato della farfalla .
 Non so voi , io sono talmente affaticata che il cervello rifiuta di pensare . Tutti i miei bei pensieri che collegano l'intimo e l'esterno, le riflessioni che qualche volta non sembrano neanche mie , ma attinte da qualcosa di più grande e quasi universale mi hanno per il momento abbandonato. Ciò che accade resta al di là del mio giudizio e delle mia capacità di elaborazione, come si fa a commentare il terremoto ? E' successo anche qui di sentirlo , una volta anche poco tempo fa , in un appartamento al sesto piano che oscillava tutto lentamente, facendo venire il mal di mare, e una volta parecchi anni fa , ci fu una scossa sola , debole ma molto vicina , sotto il monte di Lignano, che significa alle porte della casa in cui vivevamo allora. Il rumore, nel pieno della notte, fu talmente forte che pensai  che fosse caduto l'armadio in camera delle bambine, chissà perché.
Mauro si alzò un attimo prima, lui è sensitivo come la nostra figliola più piccola , e si sveglia sempre in anticipo.
Le torri in mattoni che si sgretolano, le chiese che crollano sono il segno dell'eccezionalità dell'evento, erano lì da secoli, fatte di un materiale sensibile alle scosse. Ora cadono e ricostruirle credo che sia impossibile. Sarebbe bello sostituirle con opere di architettura nuove e di qualità, chissà se ci saranno architetti e ingegneri disposti a lavorare a basso costo per ridare ai paesi edifici e monumenti nuovi ma bellissimi?
Con il blog ho conosciuto delle persone, non tantissime , ma piuttosto bene , attraverso quello che scrivono. Il terremoto si personalizza , non resta una cosa lontana, capitata a degli sconosciuti. Sono vicino a Soffio e alla Civetta Canterina , a Giorgio , alla Loretta che è in zona, ma più lontano ....

Le nigelle e il calabrone

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Mi ci rotolo qua dentro!


Quando si dice impollinare con un certo impegno.

Testa gialla.

Con tutto questo polline mi verrà da starnutire...



Qui dentro ancora non ci ho frugato bene....


Ora  però me me vado!

Esseri volanti

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Una volta sapevo come si chiama quest'esserino frenetico che Mauro è riuscito a fissare in immagini bellissime.





Qui si vede l'occhio! Davvero a volte la macchina fotografica ci fa vedere cose che con i soli occhi ci sfuggono.


E tu chi sei ? Un bombo o un elicotterino?



Perdonate la mancanza di testo, arriverà un momento che i pensieri accumulati esploderanno, per ora formano un magma nella testa che è troppo caotico per uscire fuori in parole. La mia figlia piccola , quando io e il suo babbo parlavamo a tavola si infastidiva , un pò perché erano sempre discussioni animate , un pò perché voleva dire qualcosa anche lei . Esclamava "Mamma ! Non parlare il babbo!" (Ancora non sapeva parlare bene)
"Va bene , allora dimmi che c'è , sentiamo !"
Lei si fermava e non riusciva a spiccicare altre parole . E' rimasto nella storia quel "Non pallare i' babbo!"
Ora io faccio lo stesso , ma se vi racconto cosa è successo mi capite , forse ... Sono venuti a fare il pozzo nuovo . Qualcuno che ci è passato capirà . Per ora non dico altro , troppo magma che si agita, fino dentro la pancia .

Un giardino "scappato di mano"

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Eremurus Stenophillus e Verbena Bonariensis



Le libellule turchesi che si accoppiano in volo, vi riesce a voi?





Le libellule sono indifferenti all'acqua paludosa e alle minacciose (per me ) alghe rossiccie.



Da che si capisce che è iniziata l'estate? Dal caldo, senz'altro. Ma se uno il caldo non lo sentisse? Se non sudasse neanche un pò e fosse indifferente alla temperatura ? Se non sentisse i rivoli di sudore lungo la schiena e sulla pancia , o anzi, se si sentisse fresco come una rosa di maggio?

Vedrebbe ai bordi delle strade masse di fiori viola , gialli , rosa chiarissimo , rosa acceso : sono le appartenenti alla famiglia delle ex leguminose , ora papilionacee, che formano questa chiazze freschissime di fiori buonissimi come fieno per gli animali e qualche volta come medicine per gli umani . La galega , lo dice il nome , è l'erba del latte, che si da alle mamme che allattano per aumentare la "produzione" . Per fare un esempio. Compaiono le cantauree, polverosi fiordalisi rosa , fiorisce l'iperico magico, i cardi dei lanaioli si alzano rapidi e diventano spinosi  e bellissimi monumenti vegetali .  La primavera che, all'inizio era secca, ci ha portato pioggia abbondante e qui da me  ha fatto sì che il giardino mi "scappasse di mano" . La mia amica che non ama essere nominata nel blog dice di essersi quasi impaurita. Ha fatto un viaggio per andare a trovare la sua mamma e al ritorno ha trovato tutti i camminamenti ristretti per le piante che si ingrossate moltissimo , molto più degli altri anni, e hanno invaso e chiuso tutti gli spazi . Un'esplosione di vita incontrollabile che l'ha impaurita, lei che vuole conservare il controllo . Io passo in mezzo a muraglie vegetali ed effimere, altee, soprattutto loro , alte parecchio più di due metri , cresciute in breve tempo e tutte fiorite. Quando sono in vena di stupidaggini penso che le altee si chiamino così perché sono alte, molto alte.   Ci sono quantità esagerate di speronelle azzurre , alcune cangianti come le genziane di alta montagna , dal blu al viola, altre rosa pallido , altre, più rare , bianche . Le nigelle sono diventate tutte capsule striate di nero , gli emerocallis , in questo casino, cercano la via per aprire i loro fiori al sole, gli eremurus stenophillus, che hanno accanto una di queste altee abusive più alta di loro, fioriscono facendo finta di niente ma si vede bene che sono infastiditi, vorrebbero che per un pò la scena fosse solo per loro, che sinceramente se la meritano. Quanto dura a fiorire l'Eremurus Stenophillus? Ve lo dico io: pocus , troppus pocus!! Ma il giardiniere , quando lo vede fiorito, lo introietta , lo possiede , cerca di trattenerne la bellezza , di portarsela con se fino alla porta dell'estate futura, quando fiorirà di nuovo .

L'alstromeria ha formato un bouquet esagerato , soffocato in parte dalla menta di Gastone , la piperita invasiva e rompiscatole . Parlerò di Gastone una delle prossime volte, ma per farlo devo essere molto più concentrata. C'è un passaggio per scendere alla vasca dei pesci rossi bordato di lavanda. Ora è " invaso" di lavanda e non si passa più, oppure si passa , ma sembra di aver fatto la doccia nell'acqua di colonia, perché  bisogna passare a forza fra due siepi di lavanda fiorita ormai unite che oppongono una feroce resistenza . Che vi devo dire? Un pò non ho avuto tempo per intervenire, un pò mi dispiace farlo , ora che c'è tutta questa abbondanza mi duole tagliare e limitare , che esploda, almeno il giardino, finché può!  Il caldo fra breve avrà fatto le sue vittime e dovrò ripulire, se ce la farò. Perché intanto c'è stato da fare per il pozzo nuovo , scavare e mettere tubi e gettare cemento, e ancora non possiamo usare l'acqua, manca la pompa ....ma oggi preferisco non parlarne.





Avrete notato che io sono una libellula di un'altra specie, più fine, quasi invisibile-



Nominerò ancora la Gipsofila vicino alla vasca , le dalie bordeau , le numerose piante di partenio (margheritine bianche a centro giallo con forte odore medicinale) che sono diventate siepi . Parecchio di ciò che fiorisce è annuale o biennale, nato da sé e cresciuto solo grazie alle forze dell'acqua e del Sole, grazie!!!
Grazie pioggia , grazie Sole per quest'abbondanza, per tutta questa bellezza!!
Le sporonelle, per dire la sensazione della Gratuità , arrivarono con la Maxi qualche anno fa . La Maxi era venuta a pranzo da noi , non viene mai a mani vuote , e quella volta fra le altre cose aveva portato un cartoccio di carta di giornale con delle piantine seminate nella sua serra . Non le ho perse più fino ad ora, anzi quest'anno le ho viste fiorite fuori del cancello , sul greppo di Enrico .

Anche oggi, come ogni anno, dico  che il prossimo anno cercherò di limitare per lasciare posto alle perenni , quasi soffocate adesso , che ritroveranno spazio solo quando avrò tolto le annuali ormai secche , proverò a farlo , lo giuro . Ma ora è molto bello, caotico, abbondante , esagerato, carnevalesco, perché ci sono troppi fiori e troppi colori che non vanno sempre bene insieme . E' il giardino di una bambina che comincia a disegnare e usa tutti colori della scatola di pastelli . La disciplina è rinviata ad altri momenti o limitata all'ambito del lavoro, domestico e dipendente, che ne richiede parecchia. Una parola sulla buddleia Weyeriana "spighe di palline di fiorellini gialli" : enorme . Ho piantato una talea due anni fa e mi ritrovo un cespuglio che spara rami da tutte le parti alto due metri e mezzo e largo non so ... Le spighe di palline gialle sono finalmente belle, perché le buddleie non sono mediterranee, che significa essere parche , poco esigenti, raffinate come monaci colti, sono "americane", sciatte e voraci , belle solo se supernutrite e super annaffiate ...è difficile resistere e non procurarsele.
In tutto questo abbiamo realizzato anche un pezzo di orto nuovo , dove ho scoperto che si era insediata un erbaccia davvero cattiva che ho cercato subito di eliminare , ma dovrò tenere alta la guardia perché potrebbe ricomparire. E' una graminacea della pianura e dei fossi che avevo colto io , io la colpevole , per godermela in un vaso in casa, poi , quando era diventata gialla , invece di bruciarla o buttarla nella spazzatura da portare al bidone, l'ho messa nel secchio del composto e così l'ho propagata . Scema che non sono altro . Non ho parole per la mia scemaggine . Ho trovato nella terra dei rizomi tipo la gramigna ma dieci volte più grossi . Spero di averli eliminati tutti . O quasi.

La vasca . E' insidiata ai bordi da erbe di ogni tipo , dentro c'è ancora un serpolino, ma non si vede più niente, l'acqua è diventata "zuppa di piselli" e sembra più la palude della donna della birra delle fiabe di Andersen che un gioioso laghetto, i pesci ci saranno ancora? Penso di sì, me lo chiedo tutti gli anni , ma poi col calare delle temperature li rivedo tutti e anche i loro figlioli . Sopra la superficie le libellule continuano le loro danze amorose e i voli di guerra , a loro piace l'acqua tiepida e verdastra e l'affiorare delle masse di erbe ossigenanti . Mio marito guardone fotografa come un matto , deve dire che vorrei mostrare tutte le foto, quasi nessuna è da scartare . A tutti voi che leggete un abbraccio in corsa, vi penso e vi leggo, anche se sembra di  no.

vita segreta delle libellule

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Ciao Iulia,  ciao Adriano che vieni così spesso a trovarmi , con la Loretta ormai ci si sente per telefono , manca solo di vedersi di persona.. E' arrivata una Salamandra Mannara con tante informazioni utili, ora non posso, ma presto andrò a guardare tutti i vari link che mi hai fornito. Visto che salamandra è femminile pensavo fossi una " ragazza", invece sei un uomo! Ti racconto qualcosa sulla vasca . La chiamo vasca, è una buca piccola (un pò più di due metri di diametro)scavata da me nel corso di un paio d'anni (così tanto? Sì se scavi e fai tante altre cose)  c'è voluta  costanza e pazienza ,(pazienza, la prima virtù del giardiniere), d'altra parte la costanza è la pazienza messa in pratica, la pazienza che non si scoraggia, che non smette di sognare e lavora per realizzare.












Fu così: vidi una vasca scavata a mano dalla Margherita, mamma di una compagna di scuola  di mia figlia e capii che era POSSIBILE: possibile fare da soli senza scavatore, possibile realizzare un risultato piacevole, molto più che piacevole, e questo di cominciare a crederci fu il primo passo . L'ho realizzata da sola, con una collaborazione piccolissima di Mauro, non è perfetta , il bordo da una parte è più alto e non è neanche finita. Manca qualcosa in un punto, ma io spesso faccio cose che rimangono non finite, dovrei indagare perché, forse mi piace avere sempre un progetto in sospeso, che rimane aperto. L'avevo fatta soprattutto per avere le piante acquatiche e ripariali, dopo un pò che fai il giardino comincia a mancarti qualcosa e poi scopri, vedendo altri giardini, che è l'acqua e le sue piante. L'avevo fatta anche per vedere il cielo riflesso sulla superficie, lo spettacolo del cielo è sempre  grandioso e in questo modo raddoppia, ma il terzo giorno che avevo messo poca acqua sul fondo sono arrivate le libellule, quelle grosse dalla pancia azzurra (libellula depressa dice il nostro amico Michel ). Le rane sono arrivate con le uova attaccate alle radici delle piante , i primi pesci anche loro sono arrivati così (effetto acqua magica , si diceva noi) alcuni li ho comprati ma poi si sono moderatamente moltiplicati . Il serpente l'ho visto da poco ma mi piacerebbe che non ci fosse . Non credevo, con una piccola buca che potrei chiamare stagno o "laghetto", ma mi pare una parola tanto leziosa e falsa , per questo che ho fatto , non credevo , dicevo, di creare un ecosistema che cambia e si modifica di continuo e ospita e attira così tante creature . Sono un giardiniere e non una biologa , ma ovviamente la vita animale sui fiori e sull'acqua è interessantissima , si starebbe ore a guardare , ad avere tempo . Ma io ho ritrovato da gennaio un lavoro (miracolo! a 57 anni anni compiuti da poco) e devo farci entrare tutto in questo scampolino di vita ed energie . Mio marito quando è libero sta lì a fare il guardone, nel senso che guarda molto attraverso la macchina fotografica e  vede anche accoppiamenti e vita sessuale degli insetti, parecchi dall'inizio dell'anno, cose da guardoni, ma interessanti, nel senso che per me il sesso è cosa privatissima ed coinvolgente al massimo e non mi piacerebbe che mi guardassero mentre lo faccio.  E' affascinante pensare che si accoppiano,  per esempio le cetonie e altri coleotteri, sul letto profumato formato dai pelini arancio della barba degli iris , oppure sul pelo dell'acqua (le libellule) sorvolando leggere i fiori di ninfea e l'acqua verdastra .E' un pò diverso da fare l'amore su un letto in una stanza chiusa, non trovate anche voi? Dentro un iris la luce è del colore del fiore, per non parlare del profumo inebriante che senza dubbio sentono anche gli insetti, probabilmente molto più forte di noi... Una meraviglia.  Sicuramente l'amore è "più amore" fatto così.  E' emozionante guardare il mondo in quest'ottica, Ciao Salamandro , torna presto .
Le foto sono di fine maggio, ora è tutto aumentato di volume.

Buddleia Weyeriana e i suoi visitatori

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Buddleia Weyeriana




Buddleia Wyeriana e Macroglossa stellatarum





L'altra sera credo di essermi sentita male per il caldo. Cioè: sono sicura di esser stata male , non sono sicura che il caldo fosse la causa, ma è molto probabile . La sera precedente tornando dal lavoro avevo lasciato la macchina in un parcheggio al sole, perché la mattina sarebbero venuti Italo e l'elettricista a montare la pompa per il pozzo nuovo, così nel nostro piazzale non ci sarebbe stato posto per il loro furgone se ci fosse stata anche la mia auto. Nel pomeriggio presto ho dovuto andare in città e  prendere la macchina che avevo lasciato al sole . Ho pensato: ce la faccio, mi sta a pensiero ma ce la faccio . Il termometro in macchina segnava 41° . Come entrare in un forno acceso, ma quando ho messo la cintura di sicurezza il metallo in mano scottava . "41° col cavolo." ho pensato.  Sono partita e dopo poco ho acceso l'aria condizionata , ma avevo già incamerato tanto calore e ho cominciato a sudare, poi arrivata in città ho fatto, alle 16 circa , un tragitto a piedi cercando ogni ombrina ( tratto di strada in ombra, non pesce) possibile, e sono entrata in un ufficio con l'aria condizionata. Lì ho cominciato di nuovo a emettere liquido . Poi ancora alla macchina e al lavoro. La cucina è calda, non c'è niente da fare . Più tardi mi è venuto mal di testa e quando a mezzanotte sono uscita mi è venuta anche la nausea . Il ritorno in auto è stato difficile, con i finestrini aperti mi si freddava il sudore addosso ma non smettevo lo stesso di sudare e di aver voglia di vomitare. Penso sempre che mi venga un colpo quando succede così, ho la pressione alta e mi viene da pensare ad un ictus o ad un aneurisma, che pure è una cosa che è capitata, in famiglia. Mi capita di pensare alla morte per strada, di notte , e poi penso che forse non sto abbastanza male, ma effettivamente stavo perdendo la lucidità e facevo fatica a tenere gli occhi aperti sulla strada. A casa ho salutato la Holly , mi sono lavata lo strettissimo indispensabile poi sono filata a letto dove il dolore di testa e la nausea si sono attenuati e la stanchezza mi ha fatto presto addormentare . La mattina dopo andava meglio, il mio corpo era come lieto e grato di star bene di nuovo  . Ma per la prima volta nella vita ho capito che non si deve scherzare con questo caldo, non prenderlo sotto gamba.



Abbiamo l'acqua . Italo , che è l'idraulico e il babbo del ragazzo di una delle nostre figlie nonché un amico, ha osservato , guardandola uscire dal rubinetto "Che ricchezza!" Riguardo a quest'acqua ho molti pensieri. Uno riguarda il prezzo altissimo che stiamo pagando , un altro è "Quanto durerà ? Dieci anni , trent'anni , cinquant'anni?" Chiaro che nessuno me lo può dire. Con la mia consueta visione pessimista del futuro mi vien da pensare che non pioverà più e anche questa vena si seccherà. Poi c'è quell'altra voce interiore che dice "Non essere sciocca. Non ti riesce per una volta di essere felice ? No? Bè , dovresti provarci ."  In ogni modo ho annaffiato. Il giardino sta come uno che ha preso una sbronza e si sta rimettendo. Prima tutto quel turgore e abbondanza e ora caldo e secco . Succede tutti gli anni, è il momento di mettere il paraoccchi e tirare dritto , eliminando , quando ho tempo e forza , la vegetazione secca, rimettendola in forma di pacciamatura ai piedi delle piante superstiti . Nell'ultima parte del terreno recintato, in basso , abbiamo ricavato un piccolo orto, molto più grande degli altri anni . Abbiamo piantato pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, zucche, la trombetta di Albenga, insalata, bietole, basilico rosso, genovese e greco... dimentico qualcosa? L'orto sta bene , i pomodori sembrano gradire questo caldo esagerato , c'è tanta erba da zappare, e c'è bisogno del lavoro della Lori. La Lori sarei io nella mia identità di lavoratrice manuale . Nessuno mi ha chiamato Lori in famiglia e fra gli amici, mia madre aveva orrore per i diminutivi, li odiava e del nome che mi aveva messo temeva questa possibilità che diventasse Lori . Ci è diventato solo nei tanti posti di lavoro. I colleghi, pensando di essere confidenziali e affettuosi, mi chiamano Lori. Non mi piace, ma non mi ribello e penso che la Lori sia quella che fa le fatiche, quella che zappa le erbacce estive prima che diventino alberelli . Mi sto dilungando troppo e non racconto niente di essenziale, la prossima volta invece parlerò di un libro ( Farm city, l'educazione di una contadina urbana, qualcuno l'ha letto?) e parlerò della Giusi . Ho qualche difficoltà con li computer, ma le foto di Mauro sono ancora bellissime. mi emoziona pensare che, se uno cerca le immagini di Buddleia Weyeriana  verranno fuori anche queste immagini e forse le vedrà qualcuno che sta dalla parte opposta del pianeta... C'è qualcuno che è capace di dare un nome alle farfalle ? Non fatemi impegnare in questo , datemi i nomi e li inserirò nelle foto, grazie .
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