Vitamina era molto stanca. Per qualche giorno aveva avuto due lavori da fare, uno la mattina fino alle due e mezzo e l'altro la sera dalle sei a mezzanotte. Ce la stava facendo, ma non le rimaneva molto tempo per pensare. Aveva quest'abitudine di pensare che non sapeva quanto fosse buona, solo che ormai le era indispensabile, pensare nel silenzio della sua testa, rimuginare, lasciare che i pensieri stessero lì, poi si collegassero, trovassero nuove linee e prospettive. Così le venivano le idee. Sempre più rare, cercava di mettere un freno alle idee, cercava di bloccarle sul nascere, le idee fanno sognare, chiedono di essere realizzate, ma troppo spesso aveva dovuto rinunciare, o aveva trovato ostacoli insormontabili, o aveva perso il desiderio di farlo davanti alle barriere dei "NO", o mentre affrontava pratiche burocratiche e stupidaggini del genere che esaurivano le sue energie prima di aver combinato alcunché di buono.. Le energie spumeggiano, frizzano, ma in certi uffici c'è gente che fa l'effetto opposto, li guardi, e parli con loro, e vedi l'elenco di fogli che ti mettono in mano pieni di adempimenti inutili e le energie spariscano, si sgonfiano. Lo sguardo di un impiegato comunale saturo di noia può uccidere la speranza. Meglio non farsi venire idee, non sperare, che soffrire perché non puoi realizzare niente. Questo lo diceva lei e non sempre ne era convinta, e neppure è necessario condividerlo.
Tornava a casa nel colmo della notte, come tutte le sere, salvo una alla settimana e c'era molta nebbia. C'era nebbia ovunque in Italia, in quei giorni. Nebbia e freddo. Una delle ultime notti la nebbia era solo intorno, ma non sopra la testa: lassù il cielo splendeva di luci, con le costellazioni invernali ben visibili e Giove davanti a Castore e Polluce che rubava il palcoscenico notturno a Orione e alla luminosa Sirio, lì accanto. Ma tutti sanno che quando appare Giove gli altri vengono eclissati, non a caso è il re degli dei greci. Quella notte lì la nebbia era dappertutto, intorno, davanti, sopra e quasi sembrava che fosse anche sotto l'auto. Se non fosse stato per le asperità della strada sembrava di camminare su un materasso di vapore ghiacciato. Vitamina procedeva lentamente, stanca e amareggiata da molte cose, ma ci metteva tutta la sua attenzione, ci mancava solo che finisse con l'auto in un fosso. Con tutta quella nebbia riconosceva male la strada, le parve ad un certo punto, di non essere più sulla via di casa, ma in un'altra sconosciuta. Le venne un brivido per la schiena ... davanti a lei, molto vicino, una sagoma fine ed elegante si delineò, come disegnata nella nebbia appena più solida: un capriolo. Rallentò e si fermò a guardare. L'animale, senza nessuna paura, si era fermato alla luce dei fari e aveva rivolto la testa indietro, con un balzo il suo compagno, dal buio del campo l'aveva raggiunto e ora stavano spiccando un salto insieme verso destra. Sparirono in un attimo, ma ci fu il tempo per lei di guardarli incantata. Le vennero due lacrime di emozione. Grazie, pensò, grazie, chiunque tu sia che mi mandi questa visione. Visione? No, i caprioli erano molto reali, e molto presenti nel territorio, ed era alta la probabilità di incontrarli a quell'ora della notte. Grazie lo stesso, Dio, per avermi scaldato il cuore con la vista delle tue creature, grazie. Continuò a dire grazie fino oltre il cancello di casa.
Questo raccontino vero di Natale è per le mie amiche di blog, Grazia, Sari, Cinzia, Ommarì, Gio, Adriano Maini che non compare da tanto tempo,Alberto Cane, Loretta, ovvio, ma con lei ci sentiamo, Julia Lampone, e tutti gli altri. Buon Natale, buon anno nuovo...
Tornava a casa nel colmo della notte, come tutte le sere, salvo una alla settimana e c'era molta nebbia. C'era nebbia ovunque in Italia, in quei giorni. Nebbia e freddo. Una delle ultime notti la nebbia era solo intorno, ma non sopra la testa: lassù il cielo splendeva di luci, con le costellazioni invernali ben visibili e Giove davanti a Castore e Polluce che rubava il palcoscenico notturno a Orione e alla luminosa Sirio, lì accanto. Ma tutti sanno che quando appare Giove gli altri vengono eclissati, non a caso è il re degli dei greci. Quella notte lì la nebbia era dappertutto, intorno, davanti, sopra e quasi sembrava che fosse anche sotto l'auto. Se non fosse stato per le asperità della strada sembrava di camminare su un materasso di vapore ghiacciato. Vitamina procedeva lentamente, stanca e amareggiata da molte cose, ma ci metteva tutta la sua attenzione, ci mancava solo che finisse con l'auto in un fosso. Con tutta quella nebbia riconosceva male la strada, le parve ad un certo punto, di non essere più sulla via di casa, ma in un'altra sconosciuta. Le venne un brivido per la schiena ... davanti a lei, molto vicino, una sagoma fine ed elegante si delineò, come disegnata nella nebbia appena più solida: un capriolo. Rallentò e si fermò a guardare. L'animale, senza nessuna paura, si era fermato alla luce dei fari e aveva rivolto la testa indietro, con un balzo il suo compagno, dal buio del campo l'aveva raggiunto e ora stavano spiccando un salto insieme verso destra. Sparirono in un attimo, ma ci fu il tempo per lei di guardarli incantata. Le vennero due lacrime di emozione. Grazie, pensò, grazie, chiunque tu sia che mi mandi questa visione. Visione? No, i caprioli erano molto reali, e molto presenti nel territorio, ed era alta la probabilità di incontrarli a quell'ora della notte. Grazie lo stesso, Dio, per avermi scaldato il cuore con la vista delle tue creature, grazie. Continuò a dire grazie fino oltre il cancello di casa.
Questo raccontino vero di Natale è per le mie amiche di blog, Grazia, Sari, Cinzia, Ommarì, Gio, Adriano Maini che non compare da tanto tempo,Alberto Cane, Loretta, ovvio, ma con lei ci sentiamo, Julia Lampone, e tutti gli altri. Buon Natale, buon anno nuovo...