In questi momenti le persone che si affacciano sul mio blog sono un grande conforto con le parole e le esperienze che lasciano. Provo a dire cos'è che mi disturba tanto .
Le mie figlie sono in città con la nonna. Tentano di acquisire un pochino di autonomia, anche se sanno che finché non guadagneranno abbastanza da sole e faranno conto solo su se stesse non saranno davvero autonome. Questa cosa adesso ha un prezzo che non possono non pagare, la presenza della nonna, perché la casa è la sua. Il prezzo comincia a diventare salato, con la nonna si scontrano spesso, lei ripete anche dieci volte di seguito le stesse domande , le si fissano in testa dei pensieri ossessivi e li rimanda fuori per essere rassicurata. D'altra parte la nostra famiglia si permette già con difficoltà di tenere due case aperte, la nostra e quella della mia suocera, e affittarne un'altra per le ragazze, e tenere una persona pagata con la mia suocera non ce lo possiamo di certo permettere.
Per moltissimi anni ha vissuto sola col marito che in casa ci stava poco. Lei era sola e faceva quello che le pareva, una vita piccola nei contenuti , limitata, ma dentro quei limiti che lei stessa non avrebbe voluto e saputo superare era completamente libera. Girava con la bicicletta per la città e al ritorno a casa era carica di borse della spesa, se la cavava anche nel traffico convulso, cosa che io non avrei avuto il coraggio di fare. Quando avevo il negozio veniva a volte a fare la spesa. Era un modo anche quello di aiutarci, io lo dicevo anche allora che dire "Bravi! Che bel negozino di prodotto biologici!" non serve a niente se non compri qualcosa. Lei comprava e invece la mia mamma non l'ha mai fatto, ci sarà entrata due volte in dieci anni. Mi ricordo che ogni volta che veniva, sempre di mattina, che era il suo tempo di star fuori casa, era una scenetta: entrava in negozio con parecchie borse che spargeva in gran parte per terra convinta che se portava le borse da casa io risparmiavo sugli imballaggi. Mi chiedeva le patate e mi dava un sacchetto di carta da riempire, ma spesso ero sfondato e le patate ruzzolavano fuori, sul banco o per terra. Me ne dava un altro dopo aver controllato questa volta che fosse sano. Se c'era un altro cliente mi diceva a gran voce, "Servi questo qui, servi questo qui! Io tanto unn'ho fretta!"
La mia suocera è sempre stata profondamente e istintivamente indipendente, si è appoggiata al marito che le garantiva questa libertà, anche economica, e lui si è appoggiato a lei che lo sopportava. Lei faceva la sarta in casa , ma credo che guadagnasse pochino, comunque era un modo per sentirsi indipendente e dire che lavorava, anche se non subiva controlli di un datore di lavoro e non sottostava quasi a nessuna disciplina. Quando era in ospedale alla fine il mio suocero diceva che la Marietta, sua moglie, era l'unica che avrebbe potuto sposare, che gli piaceva una bionda, da giovane, gli piaceva molto, ma se l'era levata dalla testa, perché sapeva che ci avrebbe leticato, era troppo autonoma. Invece la Marietta ci aveva combattuto ma l'aveva sopportato. La Marietta era il tipo di persona con cui poteva vivere. Avevano una loro vita ed hanno aiutato tanta gente, parenti e vicini di casa, ma la Marietta diceva sempre di non fidarsi degli amici, dei nostri, naturalmente, non dei suoi. Ora bisogna ricordarsi tutte le cose buone, in questo periodo oscuro, perchè la Marietta che c'era fino a qualche anno fa non c'è più.
Ora si lava malvolentieri , qualche volta manda cattivo odore e le mie figlie mi dicono che ogni volta che vado lì devo dirglielo io di lavarsi, che a loro non riconosce nessuna autorità . Ora spesso ha i vestiti impataccati e porta lo stesso golf per un mese di seguito .Mi dispiace doverglielo dire io, che spesso sono impataccata per me e non ci trovo niente di strano, ma vivo anche in campagna in una casa isolata. Cos'è che mi disturba ?
A) che le mie figlie si sorbiscano la vecchiaia della nonna con quest'aspetto estremamente disorientante dell'andare fuori di testa.
B) che io e Mauro non possiamo farcene carico, finché le ragazze vogliono restare lì.
C) che tutta questa cosa non è che un assaggio di ciò che vivremo noi fra poco
D) che anch'io perdo la pazienza e mi sento in colpa con la mia suocera e con le ragazze.
E) che il tempo della vita si esaurisca fra queste cose e il lavoro; il giardino per ora, che mi cura i mali dell'anima, me lo sono dimenticato. Non sono riuscita neanche a mettere in terra una decina di bulbi di tulipani e giacinti comprati a ottobre, ma le fritillaria Imperialis , quelle sì, le ho piantate e se saremo fortunati le vedremo tutti insieme a primavera.
Ieri ho parlato con un'amica carissima che lavora in ospedale come medico degli alcolisti. Lei non sta bene di salute ed ha vari problemi, ma è sempre pronta ad ascoltare. E' una persona rustica , o forse ruvida rende meglio l'idea, ma generosissima . Ieri mi ha consolato lei e dopo averci parlato mi era più chiaro che davvero la mia suocera è malata, anche se non sembra ancora tanto, e come tale va presa e quindi bisogna esser disponibili, ma anche un pò chiudersi e difendersi, prima che la situazione ci annienti. Bisogna dominare e non essere schiacciati.
Alla fine mi tornava in mente la sua nonna che, molti anni, affetta anche lei da demenza precoce, una sera aveva preparato il tè nella teiera d'argento e si era vestita molto bene, con una gonna scozzese. La mia amica le disse, sorpresa: "Oh nonna! Che fai con le tazze buone e la teiera d'argento? "
La nonna rispose " Aspetto il re Costantino di Grecia, che viene per il tè!"
Le mie figlie sono in città con la nonna. Tentano di acquisire un pochino di autonomia, anche se sanno che finché non guadagneranno abbastanza da sole e faranno conto solo su se stesse non saranno davvero autonome. Questa cosa adesso ha un prezzo che non possono non pagare, la presenza della nonna, perché la casa è la sua. Il prezzo comincia a diventare salato, con la nonna si scontrano spesso, lei ripete anche dieci volte di seguito le stesse domande , le si fissano in testa dei pensieri ossessivi e li rimanda fuori per essere rassicurata. D'altra parte la nostra famiglia si permette già con difficoltà di tenere due case aperte, la nostra e quella della mia suocera, e affittarne un'altra per le ragazze, e tenere una persona pagata con la mia suocera non ce lo possiamo di certo permettere.
Per moltissimi anni ha vissuto sola col marito che in casa ci stava poco. Lei era sola e faceva quello che le pareva, una vita piccola nei contenuti , limitata, ma dentro quei limiti che lei stessa non avrebbe voluto e saputo superare era completamente libera. Girava con la bicicletta per la città e al ritorno a casa era carica di borse della spesa, se la cavava anche nel traffico convulso, cosa che io non avrei avuto il coraggio di fare. Quando avevo il negozio veniva a volte a fare la spesa. Era un modo anche quello di aiutarci, io lo dicevo anche allora che dire "Bravi! Che bel negozino di prodotto biologici!" non serve a niente se non compri qualcosa. Lei comprava e invece la mia mamma non l'ha mai fatto, ci sarà entrata due volte in dieci anni. Mi ricordo che ogni volta che veniva, sempre di mattina, che era il suo tempo di star fuori casa, era una scenetta: entrava in negozio con parecchie borse che spargeva in gran parte per terra convinta che se portava le borse da casa io risparmiavo sugli imballaggi. Mi chiedeva le patate e mi dava un sacchetto di carta da riempire, ma spesso ero sfondato e le patate ruzzolavano fuori, sul banco o per terra. Me ne dava un altro dopo aver controllato questa volta che fosse sano. Se c'era un altro cliente mi diceva a gran voce, "Servi questo qui, servi questo qui! Io tanto unn'ho fretta!"
La mia suocera è sempre stata profondamente e istintivamente indipendente, si è appoggiata al marito che le garantiva questa libertà, anche economica, e lui si è appoggiato a lei che lo sopportava. Lei faceva la sarta in casa , ma credo che guadagnasse pochino, comunque era un modo per sentirsi indipendente e dire che lavorava, anche se non subiva controlli di un datore di lavoro e non sottostava quasi a nessuna disciplina. Quando era in ospedale alla fine il mio suocero diceva che la Marietta, sua moglie, era l'unica che avrebbe potuto sposare, che gli piaceva una bionda, da giovane, gli piaceva molto, ma se l'era levata dalla testa, perché sapeva che ci avrebbe leticato, era troppo autonoma. Invece la Marietta ci aveva combattuto ma l'aveva sopportato. La Marietta era il tipo di persona con cui poteva vivere. Avevano una loro vita ed hanno aiutato tanta gente, parenti e vicini di casa, ma la Marietta diceva sempre di non fidarsi degli amici, dei nostri, naturalmente, non dei suoi. Ora bisogna ricordarsi tutte le cose buone, in questo periodo oscuro, perchè la Marietta che c'era fino a qualche anno fa non c'è più.
Ora si lava malvolentieri , qualche volta manda cattivo odore e le mie figlie mi dicono che ogni volta che vado lì devo dirglielo io di lavarsi, che a loro non riconosce nessuna autorità . Ora spesso ha i vestiti impataccati e porta lo stesso golf per un mese di seguito .Mi dispiace doverglielo dire io, che spesso sono impataccata per me e non ci trovo niente di strano, ma vivo anche in campagna in una casa isolata. Cos'è che mi disturba ?
A) che le mie figlie si sorbiscano la vecchiaia della nonna con quest'aspetto estremamente disorientante dell'andare fuori di testa.
B) che io e Mauro non possiamo farcene carico, finché le ragazze vogliono restare lì.
C) che tutta questa cosa non è che un assaggio di ciò che vivremo noi fra poco
D) che anch'io perdo la pazienza e mi sento in colpa con la mia suocera e con le ragazze.
E) che il tempo della vita si esaurisca fra queste cose e il lavoro; il giardino per ora, che mi cura i mali dell'anima, me lo sono dimenticato. Non sono riuscita neanche a mettere in terra una decina di bulbi di tulipani e giacinti comprati a ottobre, ma le fritillaria Imperialis , quelle sì, le ho piantate e se saremo fortunati le vedremo tutti insieme a primavera.
Ieri ho parlato con un'amica carissima che lavora in ospedale come medico degli alcolisti. Lei non sta bene di salute ed ha vari problemi, ma è sempre pronta ad ascoltare. E' una persona rustica , o forse ruvida rende meglio l'idea, ma generosissima . Ieri mi ha consolato lei e dopo averci parlato mi era più chiaro che davvero la mia suocera è malata, anche se non sembra ancora tanto, e come tale va presa e quindi bisogna esser disponibili, ma anche un pò chiudersi e difendersi, prima che la situazione ci annienti. Bisogna dominare e non essere schiacciati.
Alla fine mi tornava in mente la sua nonna che, molti anni, affetta anche lei da demenza precoce, una sera aveva preparato il tè nella teiera d'argento e si era vestita molto bene, con una gonna scozzese. La mia amica le disse, sorpresa: "Oh nonna! Che fai con le tazze buone e la teiera d'argento? "
La nonna rispose " Aspetto il re Costantino di Grecia, che viene per il tè!"