Questo capitolo delle Cronache del SYM richiede una piccola premessa: il signor Primitivi qui di seguito è ispirato a Carlo Pagani, maestro giardiniere, che io stimo molto: ha lavorato tutta la vita nel suo vivaio e i suoi consigli sono veramente utili e pieni di buonsenso e di tutta la sua esperienza. E da quello che scrive e da come parla in televisione deve essere veramente una persona deliziosa. Ovviamente, non conoscendolo di persona, ho esagerato molto, diciamo che mi sono divertita. Mi perdonerà?
Stamani, però, leggendo su Gardenia di aprile proprio la sua rubrica, ho visto che parlava di certi suoi giri in Appennino a caccia di storie... sta a vedere che ci ho indovinato, nella mia descrizione immaginata almeno un anno fa! Ho citata anche me stessa, sempre per divertirmi...
Luigi Primitivi fine di ottobre
Stamani, però, leggendo su Gardenia di aprile proprio la sua rubrica, ho visto che parlava di certi suoi giri in Appennino a caccia di storie... sta a vedere che ci ho indovinato, nella mia descrizione immaginata almeno un anno fa! Ho citata anche me stessa, sempre per divertirmi...
Luigi Primitivi fine di ottobre
Passò ancora qualche giorno e una bella mattina di fine ottobre, con una nebbiolina fine e un'aria frizzantina, verso le dieci, una macchina vecchio tipo, un maggiolino rimesso a nuovo verde smeraldo, si fermò nei pressi del bar della Chianella. Il barista uscì per vederla meglio, curioso. Ne scese un signore di media statura, ricciolino, dai capelli grigi e una fisionomia che se fosse stato più avanti nella stagione avrebbe ricordato l'iconografia di Babbo natale, ma ancora non era neanche arrivata la notte di Ognissanti, così il barista ebbe solo l'impressione di qualcosa di strambo e stonato, ma piacevole. Il barista disse “Ancora cammina?” alludendo all'auto. Il signore rispose “E lo credo, con quello che ci ho speso di meccanico!”
Il signore aveva un accento romagnolo lieve ma inconfondibile, occhiali rotondi, una barba corta molto curata e gli occhi azzurri. Entrò nel bar e chiese un cappuccino con una spolverata di cacao, ma si guardava intorno e sembrava annusasse l'aria come un cane da caccia, o come uno che usa altri sensi oltre ai cinque consueti.
Infatti disse: ”Sto cercando...” e lasciò sospesa la frase.
“Sta cercando?” chiese subito il barista.
Infatti disse: ”Sto cercando...” e lasciò sospesa la frase.
“Sta cercando?” chiese subito il barista.
“Non lo so nemmeno io. Laggiù cosa c'è?” disse affacciandosi alla porta e indicando una direzione. “Laggiù? Niente di che. -disse il barista- C'è la curva della Chianella, un'ansa.”
“Cos'è la Chianella? Non si chiama così il paese?”
“Sì, ma prende il nome dal torrente, che però non è un torrente, se non quando piove parecchio, e allora è quasi un fiume, e diventa pericoloso, ma di solito è un fosso, però a noi non ci piace chiamarlo fosso, lo chiamiamo sempre La Chianella.”
“Ah! Ho capito.-disse il signore.-Credo di dover andare là.”
“Là? Ma non c'è niente di speciale. Proprio sull'ansa c'è la casa del dottor Di Segni e di sua moglie, e basta.”
“Dottor Di Segni, dice... La ringrazio infinitamente per le gentili spiegazioni.” disse lo straniero, e uscì, e il barista pensò che se non son matti non ci si vogliono e quel signore aveva delle bretelle molto colorate che gli ricordavano qualcuno, ma non sapeva chi.
Il signore procedette a piedi e annusando l'aria come se seguisse una traccia odorosa, camminò un bel po' e arrivò al portoncino di casa dei Di Segni. C'era appeso un quadretto di ceramica con scritto sopra “Cercatemi in giardino”.
Il signore lesse, sorrise annuendo col capo e vide un altro avviso: ”Tirare forte la catena!”
Il signore procedette a piedi e annusando l'aria come se seguisse una traccia odorosa, camminò un bel po' e arrivò al portoncino di casa dei Di Segni. C'era appeso un quadretto di ceramica con scritto sopra “Cercatemi in giardino”.
Il signore lesse, sorrise annuendo col capo e vide un altro avviso: ”Tirare forte la catena!”
La catena era collegata evidentemente ad un campanaccio, anzi, molti campanacci. Fu necessario applicare una certa forza, ma poi si sentì, in sequenza, una serie di suoni di campanacci, l'ultimo abbastanza lontano. Chissà che meccanismo hanno inventato, si chiese il signore, curioso. Dopo un paio di minuti una voce di donna gridò, in lontananza: “Arrivooo!”
Irene arrivò, sudata nonostante l'aria fresca, spettinata e trafelata e aprì il portone. Lo straniero sorrideva e lei sorrise come in uno specchio.
“Signora!- fece il signore cordiale- Come va?” Aveva quest'accento romagnolo che Irene trovò subito molto simpatico.
“Signora!- fece il signore cordiale- Come va?” Aveva quest'accento romagnolo che Irene trovò subito molto simpatico.
“Bene! Le serve qualcosa?”
Intanto si stavano studiando reciprocamente e quando fu chiaro che tutti e due avevano il SYM si rilassarono entrambi.
“Ah, dunque, vediamo...-disse il signore.- Difficile cominciare... intanto le do il mio biglietto da visita...ce l'ho qui da qualche parte, magari mi ha sentito nominare...non che io sia una celebrità, ma magari si rassicura.”
Frugò nelle tasche e ne trasse una manciata di semi, bacche e foglie e anche, spiegazzato, un biglietto verde con disegnata una peonia su cui stava scritto “Luigi Primitivi, maestro giardiniere”.
C'era anche scritto qualcos'altro in piccolo, ma Irene non lesse il resto, perché non aveva gli occhiali da lettura con sé.
Frugò nelle tasche e ne trasse una manciata di semi, bacche e foglie e anche, spiegazzato, un biglietto verde con disegnata una peonia su cui stava scritto “Luigi Primitivi, maestro giardiniere”.
C'era anche scritto qualcos'altro in piccolo, ma Irene non lesse il resto, perché non aveva gli occhiali da lettura con sé.
“Ah.-fece Irene sorridendo- E questo sarebbe lei? Curioso, io ho qui proprio un giardino e stavo facendo quello, lavorarci..”
“Sì, le credo. Si vede anche piuttosto bene!” Il signore rise di gusto e spiegò che si vedeva da dettagli che gli erano familiari.
“Sì, le credo. Si vede anche piuttosto bene!” Il signore rise di gusto e spiegò che si vedeva da dettagli che gli erano familiari.
Poi si grattò la testa. “Non è che mi farebbe fare un giro in questo suo giardino? Credo di essere venuto per questo.”
“Crede?”
“La storia è un po' lunghina, ma se intanto mi fa entrare..”
Il suo SYM disse a Irene che si poteva fidare dello sconosciuto. L'omino, che non era un omino, ma sembrava così a Irene, abituata a Guido, che era molto alto, anche se camminava un po' gobbo, raccontò che si era sempre occupato di giardini, era nato in una famiglia che era titolare di un grande vivaio nei pressi di Bologna. Ora lui era in pensione, ma il vivaio era sempre aperto, ci stavano i suoi figlioli!, e lui e sua moglie giravano spesso per l'Italia, perché lui, da quando aveva preso il SYM, sentiva questo richiamo, gli prendeva così, ogni tanto, soprattutto nel cambio di stagione, e partiva cercando delle cose che gli suggeriva il suo SYM. Non sapeva mica cosa cercava! Partiva lo stesso e nove volte su dieci trovava cose speciali, un giardino, un orto, un panorama, di quelli che non compaiono mai sulle riviste o in televisione, privatissimi, sconosciutissimi, ma interessanti da morire. Lui era appassionato di queste cose e il suo Sym ne andava matto! Si divertivano un mondo insieme, lui sua moglie e i loro SYM! Ma ora sua moglie non veniva così spesso, perché la loro figlia minore aveva avuto da poco il loro terzo nipotino, che era il primo bambino, per la figlia, ma il terzo per loro, i nonni, che ne avevano altri due dal figlio maggiore. Irene lo ascoltava con estremo interesse, travolta dalle copiose informazioni: gli pareva proprio un'anima affine. Luigi Primitivi disse anche che, quella volta su dieci che non scopriva giardini o orti, trovava lo stesso qualcosa, a primavera aveva trovato, in una casa abbandonata, in un podere sperduto in un bosco in cima a un monte, una vecchia rosa che aveva assunto dimensioni quasi da albero, una meraviglia coperta di enormi fiori rosa. Quel birbante del suo SYM l'aveva portato fin lì, gli aveva fatto percorrere un sentiero abbandonato, alla fine i piedi fumavano, per una rosa gigante, una varietà antica, che non era ancora riuscito a identificare perfettamente, solo alla grossa, ma lui e il SYM erano stati a ammirarla mezza giornata. Poi era tornato per farne della talee e ora la rosa era in coltivazione in vivaio!!! Irene intanto lo aveva condotto nell'orto e lui toccava, annusava, e magnificava ogni cosa. “Che bel compost ordinato, quanti lombrichi! Che meraviglia! Che ricchezza il compost! Un orto senza compost è orto solo per metà! Vedo qua le ultime zucchine di Albenga, splendide! Ah!, anche a lei piace il radicchio di Castelfranco, certi colori nella ciotola dell'insalata! Perché si mangia anche con gli occhi e il viola col verde pallido stuzzicano l'appetito.. Ma avete ancora del basilico rosso!”
Quando poi entrarono in giardino Luigi Primitivi lodò ogni cosa anche se Irene diceva che il giardino non era più tanto bello, senza fiori. “Lei dimentica che io sono un giardiniere e so vedere questo luogo nel trascorrere delle stagioni!” Disse Luigi e alla fine della visita era felice come un pesce nell'acqua.
”Dica la verità, Irene, lei si diverte come una matta, qui! Vedo che ci sono espressi i sogni di una vita, dall'infanzia fino ad ora, e l'angolo della memoria, e la sedia del Pensatore...e in fondo laggiù la spiaggetta … Che cos'è un giardino se non un riflesso della nostra anima? E la sua è l'anima di una persona sensibile...”
Quando poi entrarono in giardino Luigi Primitivi lodò ogni cosa anche se Irene diceva che il giardino non era più tanto bello, senza fiori. “Lei dimentica che io sono un giardiniere e so vedere questo luogo nel trascorrere delle stagioni!” Disse Luigi e alla fine della visita era felice come un pesce nell'acqua.
”Dica la verità, Irene, lei si diverte come una matta, qui! Vedo che ci sono espressi i sogni di una vita, dall'infanzia fino ad ora, e l'angolo della memoria, e la sedia del Pensatore...e in fondo laggiù la spiaggetta … Che cos'è un giardino se non un riflesso della nostra anima? E la sua è l'anima di una persona sensibile...”
Mentre il signor Primitivi parlava si sentirono le voci di due persone che arrivavano dalla casa, una era Chiara, che sapeva dove i Di Segni tenevano la chiave del portoncino e, presa sua madre per la mano, la tirava quasi di corsa verso Irene. Arrivata lasciò la mano della mamma e abbracciò Irene alla vita.
Il sindaco guardò l'ospite e spalancò gli occhi. “Ma lei è Gigi Primitivi, il maestro giardiniere!”
Il sindaco guardò l'ospite e spalancò gli occhi. “Ma lei è Gigi Primitivi, il maestro giardiniere!”
“Lo conosce? “ chiese Irene stupita.
“Certo! E' sempre in televisione su Michelangelo TV, canale 111! Con quelle trasmissioni sui giardini storici... ma proprio lei, signora Di Segni, non le hai mai viste?”
“Certo! E' sempre in televisione su Michelangelo TV, canale 111! Con quelle trasmissioni sui giardini storici... ma proprio lei, signora Di Segni, non le hai mai viste?”
“Io non sto quasi mai alla televisione, troppo da fare..” Si scusò Irene.
“Che ne direbbe, Irene, se invece di vederla, la televisione, le toccasse di farla?-disse Gigi- Le propongo di fare con me “un anno in giardino”, la nuova rubrica che ho intenzione di mettere in piedi da ora alla fine dell'anno prossimo. Questo suo giardino si presta molto, lei è concreta, pratica, ha affrontato tutti i problemi da sola, compresi quelli della fatica, dello scoramento, che scommetto le è preso qualche volta...”
” Altro che!” disse Irene.
Il sindaco aveva gli occhi fuori dalle orbite.
Il sindaco aveva gli occhi fuori dalle orbite.
“E la signora qui, è un'amica?” Disse Gigi porgendole la mano con un piccolo inchino. “Mi scusi, ma è un po' sporca di terra!”
“No, cioè sì, io sono il sindaco del nostro paesino, della...”
“Chianella, sì sì, della Chianella! Ah, ma il sindaco avrà senz'altro pensato di valorizzare questo tesoro che avete qui, questo giardino così magico, ricco di sensibilità...”
“Chianella, sì sì, della Chianella! Ah, ma il sindaco avrà senz'altro pensato di valorizzare questo tesoro che avete qui, questo giardino così magico, ricco di sensibilità...”
“Mmh..”Mugolò il sindaco, mentre la Chiarina gridava” Sì, sì, vero mamma?”
“Veramente- disse Annamaria- è la prima volta che vengo a vederlo..”
“Come? Ma no, non ci credo!”
“No, vede Luigi, -disse Irene- la colpa è mia. Io lavoro tutto il giorno e non ho neanche il tempo per invitare gli amici, questo posto sono pochissimi a conoscerlo...”
“E scommetto che non si prende mai uno stacco, un tempo per sé... che veste in modo antiquato, comprando abiti solo se ha estrema necessità, che non va mai al cinema o a teatro...e qualche dimentica di mangiare!”
“A teatro poi.. dovrei andare almeno fino a Cortona! E la sera sono stanca morta!”
“ Sa come si chiama questa? GIARDINITE! - Gigi scoppiò a ridere fragorosamente. - Ah ah! La giardinite è malattia grave, e non se ne guarisce mai, il bello è che se si attenua il malato intristisce e si deprime... una mia cara amica che abita qua vicino, che tiene un blog, Iris e libellule, tenga a mente questo titolo, ha una teoria divertente sulla giardinite, una volta o l'altra gliene parlerò...Tutto questo deve cambiare! -dichiarò Gigi Primitivi ottimista- Vedrà quanta gente verrà ad aiutarla! Da tutto il mondo! Scommetto che anche il sindaco vorrà fare la sua parte! E ora se non vi dispiace sento un certo languorino, non c'è un ristorante da queste parti?”
“ Sa come si chiama questa? GIARDINITE! - Gigi scoppiò a ridere fragorosamente. - Ah ah! La giardinite è malattia grave, e non se ne guarisce mai, il bello è che se si attenua il malato intristisce e si deprime... una mia cara amica che abita qua vicino, che tiene un blog, Iris e libellule, tenga a mente questo titolo, ha una teoria divertente sulla giardinite, una volta o l'altra gliene parlerò...Tutto questo deve cambiare! -dichiarò Gigi Primitivi ottimista- Vedrà quanta gente verrà ad aiutarla! Da tutto il mondo! Scommetto che anche il sindaco vorrà fare la sua parte! E ora se non vi dispiace sento un certo languorino, non c'è un ristorante da queste parti?”
Irene si accorse che era quasi l'una. “Ma che ristorante! Rimane da me!”
“Anch'io, anch'io, mamma ! Posso?” Gridò la Chiarina.
“Anch'io, anch'io, mamma ! Posso?” Gridò la Chiarina.
In quattro e quattr'otto Irene telefonò a Gigliola e si trovarono tutti insieme a pranzo. Alla fine di un pasto arrangiato ma molto allegro il sindaco se ne andò con Chiara, e Irene, Gigliola, Tandie e Abu furono libere di raccontare a Gigi Primitivi la visita della Serafina Raspoli.
“Ho pianto.” confessò sinceramente Irene.
“Sono rimasta senza parole” disse Tandie.
“Ho pianto.” confessò sinceramente Irene.
“Sono rimasta senza parole” disse Tandie.
“Io mi sono arrabbiata, anzi inferocita, brutta strega che non è altro!” -disse Gigliola- Perfino crudele!”
“Ma no, ma no! -Disse Gigi Primitivi scuotendo il capo- No. Non c'è da arrabbiarsi. La parola giusta è: POVERINA. Povera donna. Intanto non ha una famiglia sua, neanche un cagnolino, un gatto. Sola. Poi è annoiata, stufa di giardini e di tutto. Depressa, anche se non lo riconoscerà mai. Di quei depressi che sono lì lì per capire la propria situazione, ma scaricano sempre tutto il nero che hanno dentro sugli altri, così sono sempre sull'orlo e non ci cadono dentro, ai propri malumori. Neanche ammettono di aver bisogno di aiuto. Solo che aver a che fare con loro è difficile.”
Ora annuì.” E poi, oltre tutto questo, non ha il SYM. D'altra parte c'è da capire: come vorrebbe il SYM andare da una così? E lei, ripeto: poverina, senza SYM, con le normali cose dell'esistenza, solitudine,menopausa, un po' di vecchiaia, ha cominciato ad annoiarsi della sua stessa vita e è diventata sgradevole, sgradevolissima.
Aspra, acida, sgarbata, io la incontro almeno venti volte all'anno alle varie mostre di giardinaggio e la evito accuratamente... Come può una così entrare in sintonia con questo giardino? Capite bene che è impossibile. Per amare un giardino come questo bisogna far parlare, e ascoltare, la propria anima.
Anche lei ha un giardino, sapete? Triste, tristissimo! Freddo, asettico, tutte le piante in fila, un due tre!, vasi geometrici, forme rigide e luci artificiali... ahimè!Tutto potato e tenuto in forma. Forse ciò che ha irritato la Serafina è che non c'è un progetto iniziale.. si vede che il giardino di Irene nasce come per proliferazione, scommetto che all'inizio aveva solo dei vasi di fiori, poi ha colonizzato uno spazio piccolo, poi un altro...”
“Ma no, ma no! -Disse Gigi Primitivi scuotendo il capo- No. Non c'è da arrabbiarsi. La parola giusta è: POVERINA. Povera donna. Intanto non ha una famiglia sua, neanche un cagnolino, un gatto. Sola. Poi è annoiata, stufa di giardini e di tutto. Depressa, anche se non lo riconoscerà mai. Di quei depressi che sono lì lì per capire la propria situazione, ma scaricano sempre tutto il nero che hanno dentro sugli altri, così sono sempre sull'orlo e non ci cadono dentro, ai propri malumori. Neanche ammettono di aver bisogno di aiuto. Solo che aver a che fare con loro è difficile.”
Ora annuì.” E poi, oltre tutto questo, non ha il SYM. D'altra parte c'è da capire: come vorrebbe il SYM andare da una così? E lei, ripeto: poverina, senza SYM, con le normali cose dell'esistenza, solitudine,menopausa, un po' di vecchiaia, ha cominciato ad annoiarsi della sua stessa vita e è diventata sgradevole, sgradevolissima.
Aspra, acida, sgarbata, io la incontro almeno venti volte all'anno alle varie mostre di giardinaggio e la evito accuratamente... Come può una così entrare in sintonia con questo giardino? Capite bene che è impossibile. Per amare un giardino come questo bisogna far parlare, e ascoltare, la propria anima.
Anche lei ha un giardino, sapete? Triste, tristissimo! Freddo, asettico, tutte le piante in fila, un due tre!, vasi geometrici, forme rigide e luci artificiali... ahimè!Tutto potato e tenuto in forma. Forse ciò che ha irritato la Serafina è che non c'è un progetto iniziale.. si vede che il giardino di Irene nasce come per proliferazione, scommetto che all'inizio aveva solo dei vasi di fiori, poi ha colonizzato uno spazio piccolo, poi un altro...”
Irene annuiva con forza.
“Si tratta, in questo caso- continuò il signor Primitivi- di un giardino che non è nato come ornamento della casa, come un panorama da ammirare dalla finestra, anzi !,: c'è quel passaggio iniziale, il piccolo tunnel verde, che separa nettamente i due spazi ed è l'ingresso in un luogo dell'anima, quasi un deposito emozionale, una stratificazione di esperienze e sogni. Il piccolo passaggio iniziale fa pensare, Irene, non so se oso troppo, al canale vaginale, e tutto il resto come un utero, però quasi infinito... e il canale è da percorrere nell'uno o nell'altro senso, perché l'ingresso in giardino è quasi come una nuova nascita...”
Gigliola pensò “E' partito in quarta!”
Gigi Primitivi, accortosi che stava andando troppo oltre, si guardò intorno con un filo di imbarazzo.
“Vedete, io, diversamente dalla Serafina Raspoli, non mi annoio per niente, mi piace sempre di più il mio lavoro, è la mia passione, ci trovo sempre nuovi stimoli!”
“Si tratta, in questo caso- continuò il signor Primitivi- di un giardino che non è nato come ornamento della casa, come un panorama da ammirare dalla finestra, anzi !,: c'è quel passaggio iniziale, il piccolo tunnel verde, che separa nettamente i due spazi ed è l'ingresso in un luogo dell'anima, quasi un deposito emozionale, una stratificazione di esperienze e sogni. Il piccolo passaggio iniziale fa pensare, Irene, non so se oso troppo, al canale vaginale, e tutto il resto come un utero, però quasi infinito... e il canale è da percorrere nell'uno o nell'altro senso, perché l'ingresso in giardino è quasi come una nuova nascita...”
Gigliola pensò “E' partito in quarta!”
Gigi Primitivi, accortosi che stava andando troppo oltre, si guardò intorno con un filo di imbarazzo.
“Vedete, io, diversamente dalla Serafina Raspoli, non mi annoio per niente, mi piace sempre di più il mio lavoro, è la mia passione, ci trovo sempre nuovi stimoli!”
Irene era emozionata: allora il suo giardino valeva qualcosa! Nessun'altro ne aveva dato un'interpretazione così originale! Dalle parole del Maestro giardiniere intravedeva cose cose che neanche lei sapeva di aver creato.
“Ora, se non vi dispiace, sarei un po' stanchino e niente mi ritempra di più di un altro giro fra il verde...”
“Se le fa piacere,- disse Irene- sotto il salice c'è un'amaca, ma sarà piena di foglie, e un po' umida...”
“Se le fa piacere,- disse Irene- sotto il salice c'è un'amaca, ma sarà piena di foglie, e un po' umida...”
“Sarà meraviglioso farci un riposino, mentre organizzo mentalmente i nostri prossimi incontri, ma dove ho il portatile, nella borsa?... c'è campo qui? Voglio mandare una mail a mio figlio, prima di tornare, e alla TV. Vedrà Irene, faremo grandi cose, e cominceremo dalla mia rubrica su Gardenia!”
“Ahah! -pensò Gigliola- alla faccia della Serafina Raspoli, su Gardenia ci andiamo lo stesso!”
Gigi Primitivi partì più tardi salutato dal gruppetto che si sbracciava, perché nel frattempo era tornata anche Annamaria, che voleva essere sicura di assicurarsi qualche passaggio in televisione del paesino della Chianella, cosa che Gigi assicurò che sarebbe avvenuta.
“Un giardino non nasce per caso, mia cara signora sindaco, c'è sempre un territorio dietro, un terreno fertile, e noi lo valorizziamo nei nostri servizi televisivi!”
Alla fine tutte loro dissero che Gigi Primitivi ricordava qualcuno. “Mettetegli un vestito rosso e un campanello in mano ed è un perfetto Babbo Natale, con quelle bretelle colorate!” disse Gigliola.
“Somiglia tutto a Paolo Belli più anziano!” Disse Annamaria. Irene dovette pensarci un po' di più.
“Ecco chi è! Clarence!” “Clarence?”
“Un giardino non nasce per caso, mia cara signora sindaco, c'è sempre un territorio dietro, un terreno fertile, e noi lo valorizziamo nei nostri servizi televisivi!”
Alla fine tutte loro dissero che Gigi Primitivi ricordava qualcuno. “Mettetegli un vestito rosso e un campanello in mano ed è un perfetto Babbo Natale, con quelle bretelle colorate!” disse Gigliola.
“Somiglia tutto a Paolo Belli più anziano!” Disse Annamaria. Irene dovette pensarci un po' di più.
“Ecco chi è! Clarence!” “Clarence?”
“Ricordate il film di Frank Capra “la vita è una cosa meravigliosa”?
Lei, Annamaria, è troppo giovane... ma c'è un angelo anziano, nel film, che si chiama Clarence e dice che, ogni volta che sulla terra suona un campanellino, un angelo, in cielo, mette le ali. Si tuffa in un fiume in pieno inverno per salvare il protagonista, che sarebbe poi James Stewart, e alla fine si conquista le ali. Per questo ho messo tante campane a vento in giro in giardino.”
Gigliola la guardò con tenerezza: quella donna era una fatina di ferro. Lavoratrice disciplinatissima e sognatrice incallita.
“Non ho mai sentito qualcuno parlare del proprio SYM come ne parla il signor Primitivi.-disse Gigliola. “Neanch'io-ammise Irene- eppure tutti noi che siamo portatori abbiamo con il nostro SYM un dialogo ininterrotto, ma non lo ammettiamo..”
“Siamo malati di razionalismo, ci vergogniamo quasi di avere il SYM- disse Tandie- ed è tanto bello sentire qualcuno così libero da parlare apertamente del proprio SYM!”