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Channel: Iris e Libellule
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SYM, il Parassita 9

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Per Sari: ecco cosa c'entrano i cinesi.

Sono arrivati i parenti della signora Huang.- disse Guido demoralizzato- Pare che vivesse praticamente sola e abbandonata, ma ora sono saltati fuori i parenti e vogliono vedere il corpo. Cioè, pensiamo che sia così, perché non ce n'è uno che parli italiano, che ci vengono a fare qua non l'ho mai capito, ci invadono e di parlare con noi non gli interessa niente.”
E io che posso fare per aiutarti?” disse Paolo. Gigliola era venuta vicino.
Come posso fare a fargli vedere il corpo? Aiutami a pensare. Ero concentrato su un'analisi interessantissima di una porzione di tessuto della signora Huang, di cui, fra parentesi, abbiamo fatto l'autopsia senza autorizzazione, ma d'altra parte l'abbiamo fatto per un ottimo motivo, quando mi hanno detto che giù all'ingresso c'era un gruppo anche piuttosto bellicoso di cinesi...”
Capisco... Bè, è evidente che non puoi farli venire a contatto con il corpo, dato il rischio di contagio, neanche puoi dire che forse si tratta di un'epidemia, o di una malattia probabilmente pericolosa e ancora da identificare, perché la notizia è riservata, e poi c'è il luccichio della pelle, che dovresti mascherare, e per quello basterebbe una ditta di pompe funebri, ma non si può fargliela vedere né toccare... un gioco a incastri, in cui l'unica cosa è chiamare la Polizia e farli disperdere, con il rischio che tornino in forze, magari da Prato...” 
L'hai detto, c'è un gruppo di Prato.” A Prato vive la comunità di cinesi più numerosa d'Italia.
"Ma ci sarà pure qualcuno fra loro che parli italiano ?”
Se non c'è -disse Gigliola- potrei parlare io con loro..”
Paolo la guardò sbalordito. 
Non mi fissare così. Credo di aver imparato il cinese dalla signora Huang, mentre giocavamo alle figure di polvere e dopo, quando ha avuto l'infarto.. come se fosse passato qualcosa, cioè molto, da lei a me."
Sara e Nanni si erano avvicinati. 
“E' vero, è successo anche a noi, come a Gaia, e forse potremmo parlare in cinese, con quanta efficacia non saprei dirlo..” Disse Sara. Paolo dovette sedersi. Guido Di Segni era molto pratico e disse che forse si poteva far venire un cinese, un rappresentante della comunità, qui dove si trovava lui, davanti alle stanze isolate, e parlare attraverso l'interfono... almeno si poteva provare. Gigliola suggerì di usare il correttore e la cipria per confondere il luccichio della pelle della signora Huang, e andò a prendere il suo beauty case. Passò tutto al dottor Di Segni che comunque avrebbe mostrato il cadavere attraverso il sacco di plastica trasparente. 
“Sarà un problema truccare un cadavere attraverso un sacco di plastica con le mani infilate in degli enormi guanti, ma a me piacciono le sfide...”sogghignò Guido. Paolo da un pezzo non lo vedeva tanto allegro.
Fu così che arrivarono i cinesi. Doveva essere uno solo e invece vennero tre persone, due uomini e una donna. Un ragazzo, con una giacca a vento scura e i jeans, un uomo con un abito da manager e un bel cappotto, una donna giovane e piuttosto dimessa. Sguardi impenetrabili, ma forse solo perché, pensarono Paolo e Gigliola, non siamo capaci di interpretarli e comunque loro, i cinesi, non lasciano venire alla superficie le emozioni come facciamo noi. Gigliola, Sara e Nanni, e anche Marchino, si schierarono davanti al vetro. Venne loro naturale inchinarsi per un attimo davanti ai cinesi, che dimostrarono stupore e si inchinarono a loro volta. Avevano convenuto che sarebbe stata Gigliola a parlare, come donna più anziana, forse la comunicazione sarebbe stata più efficace. Per Paolo fu sorprendente sentire la voce della moglie esprimersi in un'altra lingua, a lui sconosciuta e con suoni tanto lontani dall'italiano. Gigliola parlava lentamente e scandiva con attenzione le parole, quasi come se le cercasse da qualche parte dentro la propria testa. Ma ad un certo punto Sara sentì di dover intervenire e poi anche Nanni, e alla fine ognuno di quelli che avevano giocato con mamma Huang alle figure di polvere disse qualcosa. In cinese, ovviamente.
 I cinesi erano stupefatti. Ci fu un piccolo scambio di battute, tutti si inchinarono e si voltarono per andarsene. Ma la ragazza cinese esitò, tornò indietro e pose l'ultima domanda. Gigliola arrossì e rispose imbarazzata. La ragazza annuì, si inchinò di nuovo e uscì con gli altri. Quando i cinesi furono in fondo al corridoio tutti tirarono il fiato. “Che gli avete detto?” chiese Paolo.
Abbiamo tentato di dire il meno possibile. Ma non è stato facile.” disse Gigliola. 
Tua moglie-disse Sara- ha detto che la signora Huang era già malata di cuore ed ha avuto un infarto. Ma avevamo avuto modo di conoscerla, perché siamo rimasti tutti chiusi qui per via del guasto, il guasto finto, che non si è mai verificato, ma questo naturalmente non l'abbiamo detto, e prima ancora lei era arrivata all'ospedale perché stava male. Poi ad ognuno è venuto l'impulso di dire qualcosa, perché è stato come se la signora Huang fosse ancora viva in ognuno di noi e volesse parlare lei stessa con i suoi parenti. Ha un po' brontolato per essere stata lasciata sola e ora per essere usata come occasione di protestare, non c'è niente da protestare, ha detto, sono morta e basta, e questa gente è brava gente, e voi cattivi parenti, a parte Jenn, la ragazza...”
Quella che è tornata indietro?”
Lei, sì.”
E che voleva?”
Gigliola disse “ Pare che parlassimo cinese, effettivamente, e anche un cinese comprensibile, ma caratteristico di un luogo periferico della Cina, come se parlassimo, che ti posso dire, italiano con il vecchio dialetto della Chianella... come se tu ti trovassi a parlare con la moglie di Menchino della Fornace, ce l'hai presente? Quella che parla così stretto che si fa fatica a capirla anche noi?”
Già, capisco...- disse Paolo. - Avete tutti appreso il cinese in modo istantaneo da una vecchia donna ignorante che forse non conosceva bene neanche lei la lingua..”
Proprio così. “ disse Sara.
Ohi ohi. “ disse Paolo, immaginando che ci sarebbero state delle conseguenze.
 Poco dopo arrivò Guido Di Segni, sudato.
Non ti immagini, Paolo! Oh! Gigliola! Il tuo beauty è servito! Non avrei mai immaginato che mi sarebbe toccato di fare il truccatore di cadaveri, con la difficoltà di dover lavorare attraverso tutta quella plastica. Non è venuto un gran lavoro.” 
Guido ridacchiava, era perfino aumentato il suo buon umore. Quella faccenda strana e pericolosa tirava fuori il meglio di lui. Gigliola osservò che Guido le sembrava in forma.
Paolo constatò che anche lei, Gigliola, era in forma, e serena come non l'aveva mai vista. Dopo questo la giornata scorse lunghissima, tornò Cristina con i bambini, vennero altri pochi colleghi informati a trovarli, ma Paolo attendeva solo che il Parassita si manifestasse nei propri ospiti. Oltre il vetro sua figlia stava lavorando china sul proprio portatile, concentrata, tesa, scambiando poche parole con i due giovani. Ogni tanto alzava gli occhi, si stirava, si massaggiava le braccia e il collo e guardava oltre il vetro, se lui era lì gli rivolgeva un sorriso malinconico. Poi uno di loro si alzava, stampava qualcosa, e se andava con i fogli lungo il corridoio. Dove andassero, e a far che, Paolo non ne aveva idea. La sera, dopo aver cenato, e dopo l'attesa per usare il bagno, Paolo e Gigliola si trovarono come alla fine di una giornata di vacanza, una vacanza non organizzata, obbligatoria, ma molto piacevole, se si metteva da parte il senso di vaga e indefinita minaccia, che però Gigliola non sembrava percepire. Si sdraiarono abbracciati sullo stesso letto e si trovarono a fare l'amore dopo alcuni anni che non capitava più, perché anche gli ultimi tempi che vivevano insieme erano stati lontani... Loro non potevano vedersi, nel buio della stanza, ma la polvere cominciò a turbinare intorno a loro e li avvolse. Entrarono uno nell'altra come non era mai avvenuto, i pensieri si fusero, e poi non ci furono più pensieri, ma solo loro due che si amavano, come all'inizio, come se fosse per sempre. Insieme pensarono che era meraviglioso..
 Paolo pensò che quest'effetto sul sistema nervoso, quest'eliminazione di tutte le ansie, questo rilassamento simile ad una droga leggera, era bellissimo da sperimentare, che non era mai stato così prima con sua moglie. Doveva capitargli a quasi sessant'anni, e poco prima di morire. La vita era proprio strana. La stanchezza ebbe il sopravvento sui pensieri, si addormentò profondamente e la polvere, dal corpo di Gigliola, passò su di lui e lo contagiò. Entrò dappertutto e lo esplorò in profondità. Gaia intanto, fra i due genitori addormentati, uniti come in un bozzolo dalla polvere e felici, esplorava anche lei col suo nuovo senso là attorno a sé. Tutti dormivano in pace. Paolo e Gigliola, lei li sentiva, erano felici. Si addormentò tranquilla.

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