La febbre
"Che succede?" Paolo saltò a sedere sul letto.
" E' Gaia..Gaia ha la febbre...."
Gaia aveva la febbre altissima, il termometro segnava più di 40°. Gli occhi chiusi seguivano le immagini di un sogno, muovendosi rapidissimi dietro le palpebre.
“Ci siamo.” Pensò Paolo, e provò a toccarla, ma lei si irrigidì come in preda ad una convulsione.
"Prendi un asciugamano bagnato e mettiglielo sulla fronte- disse Paolo a Sara- io vado ad avvertire i ragazzi."
Di là dal vetro Alan, Louis e Giulia stavano curvi sui loro computer e si scambiavano informazioni. Sembravano tesi e stanchissimi. "Babbo.."disse Giulia.
"Cocca, non hai dormito per niente..."
Non era una domanda, si vedeva che erano stati svegli e la notte era solo a metà.
"La bambina sta attraversando una crisi, ha la febbre altissima e non possiamo toccarla.."
Alan disse, alzando il capo dallo schermo "Ah, ecco! Lo immaginavo...Sta succedendo anche negli USA e in Inghilterra, a Chicago hanno un ospedale pieno di gente infettata che sta cominciando ad avere la febbre."
"Anche da noi in Francia- disse Louis , e in Germania ... quasi in tutta Europa."
"E io che pensavo che fossimo gli unici!" - esclamò Paolo.
"Ma no dottore, è una pandemia vera e propria che si sta scatenando... un grosso guaio." Louis si passò le mani fra i ricci scuri. Il dottor Smith fece aprire la porta ed entrò con un pò di strumentazione. Non aveva né maschera né protezioni.
"Non doveva entrare, dottore, potevamo occuparcene io e l'altro medico..." Disse Paolo, ma l'altro scosse il capo e gli posò la mano sulla spalla. "Coraggio, credo che sarà una lunga notte."Tornarono dalla piccola e la vegliarono per almeno due ore, dopo di che, alle prime luci del giorno, la bambina sembrò riprendersi. Fu allora che sua madre Sara e suo padre cedettero alla febbre a loro volta. Per loro fu anche peggio, la temperatura si alzò accompagnata da delirio e contrazioni muscolari, quasi come se si trattasse di tetano.
Non conoscevano il parassita e non sapevano come intervenire, e il dottor Smith convenne con gli altri medici che si poteva solo osservare il decorso intervenendo per raffreddare la superficie del corpo. Era impossibile inserire gli aghi per idratare i pazienti, la pelle era diventata dura, quasi impenetrabile. Il dottor Smith osservò che in quel caso tutti loro erano cavie... I medici andavano da un letto all'altro, ancheGigliola dovette sdraiarsi, poi Marchino, il dottor Benci del pronto soccorso e l'infermiera Marina. Per ultimi cedettero alla febbre Paolo e il medico inglese. Gaia, che si era ripresa, vagava fra i letti con un'espressione stranita, aspettando di conoscere la sorte dei suoi genitori e degli altri, e a Paolo, prima di cadere anche lui in un delirio spossante, parve che fosse cresciuta, nel corso della nottata. Una volta si diceva che i bambini crescono, con la febbre, pensò prima di perdere coscienza e cadere in un sogno tormentoso.
Paolo si svegliò dal delirio e dalla febbre intorno a mezzogiorno del 23 dicembre. Sua moglie lo chiamò con dolcezza, carezzandogli la fronte. "E' passata Paolo, ora sei fresco ..."
Era ancora in stato confusionale. Chiuse di nuovo gli occhi e lasciò che tutto tornasse normale .
"Hai sognato anche te ?" chiese alla moglie . "
"Sì, anch'io.."
"Lo spazio profondo e l'essere che viaggia..." Gigliola gli toccò di nuovo la fronte e non ci fu bisogno che parlasse.
Era ancora in stato confusionale. Chiuse di nuovo gli occhi e lasciò che tutto tornasse normale .
"Hai sognato anche te ?" chiese alla moglie . "
"Sì, anch'io.."
"Lo spazio profondo e l'essere che viaggia..." Gigliola gli toccò di nuovo la fronte e non ci fu bisogno che parlasse.
Gigliola lo aiutò ad alzarsi. Era paziente e dolce, e non era più così da tanto tempo.
Gli altri gli si strinsero intorno. "Hei, ma brilliamo tutti!" Dentro la sua testa una voce parlò:
non ti ho/abbiamo danneggiato, disse, ma era necessaria la febbre per completare il contatto. Paolo ondeggiò e dovette sedersi.
Ora siete i primi, insieme ad altri di quasi tutte le parti di questo meraviglioso pianeta. Per voi siamo/sono una nuova pelle, molto efficiente. Vi accorgerete di essere più sani e longevi, più sereni e intelligenti. Noi/io e voi, siamo insieme.
Paolo si stupì del nuovo soggetto Io/noi, nella lingua italiana non c'era un termine per indicare qualcuno che è molti e uno solo nello stesso tempo.
"Ci/mi piace -disse la voce - la vostra molteplicità. Ci/mi piace ed ognuno di me/noi diventa singolo per il contatto con ognuno di voi, ma resta unico, unito a tutte le parti. Ci/mi piace molto, ma anche per me/noi è una cosa nuova."
La voce dentro di lui gli fece vedere un altro mondo che arrivava, dove gli uomini comunicavano senza parlare, dove alcuni respiravano nell'acqua, e altri vivevano adattati perfettamente alle altezze estreme. Gli fece vedere un pianeta meno abitato e più sano, e una specie umana che sembrava tutta nuova.