Questa che state per leggere è la puntata numero 11 che conclude la prima parte della storia del SYM e dell'uomo.
La voce nella testa di Paolo disse ancora:
La voce nella testa di Paolo disse ancora:
“Ora possiamo fare qualcosa per i bambini che ho visto ieri e per quelli che vedo nella tua mente, usciamo da qui.”
Frastornato dalla voce, che percepiva come voce, ma era altro, e dall'attenzione necessaria all'esterno, andò verso il vetro delle stanze di isolamento insieme agli altri. L'infermiera Marina lo trattenne e lui vide che lei non brillava.
"Dottore, ho avuto la febbre, ma non ho sviluppato il contagio! Sono sana!"
"Bene Marina! Non è contenta?"
"No dottore, io no, vedo che voi tutti luccicate, perché io no?"
"Credo sia... questione di affinità, Marina... non c'è affinità fra lei e il nostro parassita.."
"Sai che penso, Gigliola? -disse a sua moglie.- Ricordi che diceva il Principe di Salina nel Gattopardo? Tutto cambia perché non cambi niente, ma questa volta mi pare che all'apparenza non sia cambiato niente, e invece è cambiato tutto."
Andarono davanti al vetro e al di là sua figlia, Alan e Louis si abbracciavano. Alan e Giulia con troppo trasporto. Paolo capì che avrebbe avuto un genero con il nome di un personaggio dei fumetti della sua giovinezza. La vita è strana, strana e meravigliosa...
"Babbo!-disse Giulia attraverso l'interfono - Indovina ? Una figlia del presidente Obama è stata contagiata! Ha convinto suo padre a non intervenire! E ora sembra che questo parassita sia una risorsa e non una malattia mortale!"
"Lo so, cocca. Aprite questa porta."
Quando aprirono uscì insieme a loro una nuvola di particelle che si diffuse nel corridoio. Andarono nei reparti e la creatura di luce si diffuse su tutti, personale e malati, tutti sorridevano ed era molto contagioso sia il luccichio che il buonumore. Per ora Paolo e Gigliola e gli altri non potevano fare altro che questo: condividere. L'essere di polvere luminosa era felice. Paolo e Gigliola uscirono nella gelida mattinata invernale e si avviarono a casa a piedi: l'essere alieno in loro li proteggeva dal freddo e assorbiva la luce pallida del sole. Dovettero togliere i cappotti. " Credo che farò l'albero di Natale. " Disse Gigliola. L'essere di luce rispose: "Sarà un Natale bellissimo."
Tutto questo è estratto da Wikipedia dell'anno 2075. Il racconto è stato scritto da Giulia Giusti e da suo marito Alan Ford, è letto in tutte le scuole e diventato notissimo in Italia e nel mondo. E' solo uno dei racconti dell'arrivo del SYM. Ce ne sono altri in tutti i paesi in cui avvenne il primo contatto. L'essere di luce, dopo essere stato individuato come parassita, fu chiamato "simbionte", ( simbionte, che vive con l'uomo) e indicato in tutto il mondo con la parola SYM.
Marco Parrini battè lentamente le mani “Come mi piace questo racconto italiano! Ha un sapore molto.. europeo, casalingo, familiare! Fa anche ridere! Ti scopro narratore, dottor Bhat!”
Deepak si schernì: “No, no, per carità, il racconto non è mio, l'ho sentito tante volte che ormai lo so a memoria! E' di Giulia Giusti, e di suo marito Alan. Ed è un po' una fiaba, celebrativo, ridondante, soprattutto alla fine, come tutti i Racconti dell'Arrivo, non è andata proprio così, ma si avvicina molto alla realtà, anche se poi sono accadute altre cose, come conseguenza di queste, non altrettanto piacevoli.”“Come fai a conoscerlo così bene? Un interesse antropologico?”
“Non direi. Ricordi i tre bambini che ad un certo punto della storia vanno a salutare il dottor Giusti con la caposala, Cristina, perché erano alcune ore che non lo vedevano? E ricordi in particolare il bambino che ho citato con la pelle scura, senza capelli per le terapie? Quello che era in carrozzina?”
“Non dirmi che...”
Deepak allargò un sorriso enorme che parve dividere il suo viso in due.
“Quel bambino ero io. Vivevamo da qualche anno in Italia. Mio padre aveva vendeva abiti usati ai mercati locali ed abitavamo alla Chianella. Nei piccoli paesi gli affitti erano più bassi e lì ci eravamo sistemati in una casa molto povera, senza riscaldamento. Usavamo l'acqua di un pozzo che era stato inquinato dai pesticidi, ma non lo sapevamo. Mi ammalai qualche mese prima che scendesse il SYM.”
“ Vuoi dire che il SYM c'entra qualcosa con la tua guarigione?”
“Esattamente. Quando il dottore e gli altri uscirono dai reparti isolati vennero in pediatria. Erano circondati da una nuvola di particelle luminose e di felicità, raggianti. Una cosa che non ho mai più visto accadere. Tutti venimmo a contatto col SYM, ma non per tutti fu la stessa cosa. Alcuni bambini furono “contagiati” dal SYM, come si diceva all'inizio, altri no, alcuni continuarono ad essere malati, e le loro malattie ebbero l'evoluzione prevista, ma io, che sembravo un caso disperato, ebbi prima una febbre violenta per un paio di giorni, poi cominciai a star meglio e tutti i valori, nelle mie analisi, migliorarono. Fui dichiarato guarito, ma accadevano tante cose belle, al principio, che non ci si faceva più caso. Io e la mia famiglia, però, eravamo immensamente felici. ”